Ambiente

Nastro adesivo biodegradabile e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
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28 agosto 2023 Aggiornato alle 14:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un Pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili. Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo, o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Nastro adesivo biodegradabile

Si tratta di un nastro sigillante che ha la stessa forza adesiva dei nastri tradizionali, ma che è in grado di biodegradarsi dopo l’uso. Un’ecologica alternativa al “normale” nastro adesivo di derivazione petrolifera.

Lo scotch è formato da 3 strati: un substrato, situato nella parte inferiore del nastro e con una superficie liscia; uno strato intermedio adesivo, che è situato sopra lo strato di base ed è collegato a quello superficiale; e, infine, uno strato superficiale.

Sia lo strato adesivo che quello superficiale hanno materiali biodegradabili aggiunti che occupano dal 60% al 70% del peso totale e che sono in grado di degradarsi in condizioni ambientali appropriate, fattore che facilita lo smaltimento dei materiali di scarto e riduce l’impatto negativo sull’ambiente.

Bottiglia in Pet monostrato

Sipa, l’azienda di Vittorio Veneto appartenente alla Zoppas Industries e con quasi 40 anni di esperienza nelle soluzioni di contenitori in Pet, ha brevettato la prima bottiglia sostenibile al mondo in pet monostrato per vino spumante.

Si tratta di una bottiglia che ha lo stesso aspetto e le stesse funzionalità delle tipologie in vetro più tradizionali per lo spumante, ma con l’aggiunta di importanti caratteristiche: la leggerezza, l’ infrangibilità e, soprattutto, la sostenibilità. Un aspetto che la distingue dai più comunemente utilizzati packaging in vetro e alluminio.

Se il collo dell’ innovativa bottiglia Sipa è molto simile a quello della versione in vetro (il che significa che può essere chiusa con il classico tappo a fungo), una delle differenze maggiori risiede nel peso: le versioni in Pet sono più leggere, solo 90 g contro un peso medio della bottiglia in vetro per spumante di 720/750 g.

Questo si traduce in un impatto positivo sulle emissioni di CO2, grazie a una logistica più efficiente e una modalità di produzione ugualmente meno impattante sull’ambiente.

Intanto, mentre sempre più settori stanno modificando i propri packaging a favore del Pet, Sipa sta investendo nella continua ricerca di soluzioni che permettano un riciclo totale del materiale con la minore quantità possibile di energia, mantenendo comunque alto il livello qualitativo del prodotto.

Ad oggi, infatti, le soluzioni esistenti per riciclare il Pet partendo da bottiglie usate o da granulo di Rpet e garantire il food approval grade per uso alimentare richiedono già livelli di emissioni di CO2 di gran lunga inferiori a quelle del riciclo di vetro e alluminio; ma la vera sfida che Sipa sta portando a compimento è ridurre l’impatto ambientale dalla produzione fino allo smaltimento delle innovative bottiglie di vino.

Allbirds: scarpe sostenibili

Allbirds è un’azienda neozelandese che, da qualche anno, è nota per la sua scelta di produrre scarpe di lana sostenibili: la loro tomaia, infatti, è prodotta in lana merino, così come lo speciale rivestimento della suola, mentre le scatole e i lacci sono realizzati in materiali riciclabili.

Recentemente Allbirds ha presentato le prime scarpe a zero emissioni di carbonio nette al mondo: si chiamano M0.0nshot, saranno sul mercato dal 2024 e sono realizzate con lana, schiuma, bioplastica e imballaggi sostenibili. Hanno un’impronta di carbonio netta pari a 0,0 kg di CO2, contro una media del settore di 14 kg di Co2.

Le nuove calzature hanno la tomaia in lana merino rigenerativa a 0 emissioni di carbonio coltivata in Nuova Zelanda, una intersuola carbon negative (la SuperLight Foam) realizzata al 70% in materiali biologici, con schiuma a base di canna da zucchero a zero emissioni di carbonio e occhielli in bioplastica carbon-negative ottenuti grazie a micro organismi che convertono il metano in un polimero che può essere modellato come la plastica.

Il packaging è molto meno ingombrante e meno pesante rispetto agli imballaggi tradizionali ed è realizzato con un derivato dalla canna da zucchero e con emissioni di carbonio negative.

Allbirds, il primo brand di moda al mondo a mostrare la propria impronta di carbonio su ogni prodotto, grazie a una collaborazione con Adidas era riuscito a creare una scarpa con 2.94 kg di CO2, (ai tempi l’impronta di carbonio più bassa del mondo), mentre nel 2021 era stato in grado di ridurre del 12% l’impronta di carbonio media di tutti i suoi prodotti, puntando su 3 elementi chiave: agricoltura rigenerativa, materiali rinnovabili ed energia responsabile.

Con M0.0nshot ha raggiunto con netto anticipo l’obiettivo, che aveva prefissato per il 2030, ovvero azzerare l’impronta di carbonio per la creazione dei suoi prodotti. Un traguardo che ora vuole tagliare con tutta la collezione.

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