Culture

Arriva il libro di Britney Spears

The Woman in me è un memoir in cui la cantante promette di fare luce soprattutto sui 13 anni vissuti sotto la tutela restrittiva del padre
A demonstrator holds a poster showing a portrait of Britney Spears during a #freebritney protest in Los Angeles, California, USA, 23 June 2021. EPA/ETIENNE LAURENT
A demonstrator holds a poster showing a portrait of Britney Spears during a #freebritney protest in Los Angeles, California, USA, 23 June 2021. EPA/ETIENNE LAURENT
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
27 agosto 2023 Aggiornato alle 17:00

Chi è solito navigare nel mare di non sense che spesso è Twitter ciclicamente si trova di fronte all’hasthag #britneyspears, che da qualche anno il più delle volte porta a teorie complottiste che la vorrebbero morta e sostituita da una sosia, che ne manterrebbe in vita l’immagine, per lo più social.

Chissà quindi come prenderà il popolo del web la notizia che Britney non solo ha da poco pubblicato un singolo con Will.i.am, ma sta per uscire con il libro di memorie The Woman in me.

L’avrà scritto lei? Al di là del black humor, la notizia è verissima, la star del pop sarà in libreria a ottobre 2023 con un volume che pare destinato a un clamore mediatico molto simile a quello suscitato da Spare, l’autobiografia del principe Harry.

La vita di Britney Spears, infatti, è stata fino a ora tutt’altro che banale e lei ha promesso di mettere ogni cosa nero su bianco.

Si partirà, immaginiamo, dal suo debutto come ragazza prodigio della Disney, per poi arrivare alla fama che l’ha travolta nei primi anni Duemila, quando orde di adolescenti urlanti la aspettavano ovunque andasse, fino alla sua caduta.

Prima la droga, poi la depressione, spesso entrambe in concomitanza, hanno spinto Britney Spears in un burrone profondissimo dal quale ancora oggi, nonostante lei sostenga di stare meglio, non pare essere riuscita a emergere.

Il periodo più buio, e quello che troverà maggiore spazio tra le pagine del memoir, coincide con i 13 anni che la star ha passato sotto la tutela del padre Jamie Spears, punta dell’iceberg di un rapporto con la famiglia d’origine da sempre più che travagliato.

La tutela estremamente restrittiva alla quale è stata sottoposta la cantante, negli Usa in genere si applica a persone molto anziane o mentalmente inferme che a causa delle loro condizioni di salute non sono in grado di prendere decisioni da sole, e forse proprio per questo in pochi avevano avanzato dubbi quanto questa era stata imposta a Britney nel 2007, annus horribilis della star alle prese con forti problemi di salute mentale uniti all’uso massiccio di droghe. Con il passare del tempo però, che la storia fosse poco chiara è risultato sempre più evidente, tanto da essersi diffuse in tutto il mondo voci che l’avrebbero voluta segregata in casa dal padre contro la sua volontà. Un rumors sempre più insistente che ha portato alla creazione del movimento, con tanto di hasthag e mobilitazione social #FreeBritney.

Dopo che la stessa Spears ha sostenuto di fronte a un giudice di Los Angeles di essere stata costretta a lavorare a progetti dei quali non era convinta nonostante implorasse delle pause, di non aver avuto alcun controllo sulle sue finanze e che le fosse stato perfino negato il permesso di sposare il suo ragazzo e avere il terzo figlio che desiderava da tempo, nel novembre 2021 è stata finalmente sospesa la tutela.

La cantante ha più volte accusato non solo il padre di sequestro, ma anche il resto della famiglia di essere complice dell’accaduto e di aver messo in atto comportamenti demoralizzanti e degradanti, auspicando per ogni membro la galera.

Nel mirino soprattutto la sorella Jamie Lynn, che ha recentemente pubblicato anch’essa un libro di memorie e che in un’intervista ha ribadito come la salute mentale di Britney sia quanto meno precaria, affermando addirittura che una volta avrebbe rinchiuso lei e il padre in una stanza mentre teneva in mano un coltello.

Come siano davvero andate le cose tra le mura lussuose di casa Spears non lo sapremo mai, probabilmente nemmeno leggendo le pagine del libro che con, siamo certi, da ottobre polverizzerà ogni record di vendite o quasi.

Page Six, che per primo ha battuto la notizia dell’uscita del volume, ha riferito che l’editore Simon & Schuster si è assicurato un accordo per le memorie della pop star da ben 15 milioni di dollari, dopo una massiccia guerra di offerte che ha coinvolto più editori.

Se la cifra venisse confermata si tratterebbe di uno degli accordi più grandi di tutti i tempi, dietro solo a quello garantito agli Obama, che ne avevano firmato uno del valore stimato di 65 milioni di dollari per scrivere più libri per Penguin Random House nel 2017.

Nonostante le vicissitudini che l’hanno coinvolta, Britney Spears rimane l’icona di una generazione che all’inizio del nuovo Millennio vedeva in lei la nuova Madonna e che spera che la sua stella torni presto a risplendere sul palco trasformando in realtà quell’Ops I didi t again, tante volte cantato.

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