Diritti

Cina: essere una madre single è ancora uno stigma

Gli influencers ridefiniscono il concetto di famiglia e il Governo introduce politiche di sostegno alle mamme single. Ma il contesto sociale è ancora ostile alle forme di genitorialità diverse da quella tradizionale
Credit: Ye Haiyang via Facebook.com
Tempo di lettura 4 min lettura
9 agosto 2023 Aggiornato alle 18:00

Nella società cinese tradizionale, complice un governo conservatore, essere madre single è sempre stato considerato uno stigma sociale.

Tuttavia, le cose stanno iniziando a cambiare, grazie a nuove politiche governative più tolleranti, ma anche a importanti messaggi veicolati attraverso i social media, che ispirano l’opinione pubblica all’accettazione della genitorialità single.

A suon di post, infatti, vari influencers cinesi stanno ridefinendo il classico concetto di famiglia e sfidando le norme sociali esistenti, ancora troppo ostili nei confronti di chi decide di avere figli al di fuori del matrimonio.

Una di queste è Gavin Ye, conosciuta in Cina anche come Ye Haiyang, che ha deciso di diventare madre all’età di 29 anni, seppur senza un anello al dito.

E per dare alla luce le sue due figlie, Gavin ha fatto ricorso alla tecnologia riproduttiva, sottoponendosi alla fecondazione in vitro (IVF) in America e in Russia.

Oggi, Ye è molto attiva su Douyin, la controparte cinese di TikTok, su cui conta oltre 7,3 milioni di followers. I suoi seguaci la apprezzano senza dubbio per la sua carriera (l’influencer è proprietaria di un’azienda di prodotti per la skin-care), e per i momenti di vita familiare che trascorre con le sue figlie (e che non manca di condividere), ma soprattutto per il messaggio che promuove: essere genitore single in Cina si può, al di là di ogni difficoltà.

Purtroppo, però, non tutte le storie delle madri single cinesi assomigliano a quella dell’influencer Gavin Ye. La maggior parte delle madri single in Cina sono divorziate o vedove e molte appartengono alla classe operaia o sono in situazioni economiche precarie. Queste donne, pur apprezzando i messaggi di autosufficienza economica veicolati dalle influencers, riconoscono enormi differenze tra le loro esperienze quotidiane e quelle delle madri single che sono star dei social.

In un Paese che fa fatica a concepire un modello di famiglia diverso da quello tradizionale, sono ancora molti gli ostacoli che le madri single devono affrontare giornalmente, tra cui l’impossibilità di utilizzare le banche del seme o di congelare i propri ovuli.

Basti pensare che nel 2013 erano state introdotte sanzioni salatissime per le donne non sposate che decidevano di mettere al mondo dei figli.

Solo un anno fa, il governo cinese ha permesso alle donne single di beneficiare dei sussidi di maternità senza dover esibire le licenze di matrimonio. Prima d’allora, accedere all’assistenza prenatale e ai servizi sanitari sembrava impossibile.

Dal 2022, inoltre, alcune province cinesi (Guangdong, Shanghai, Anhui, Sichuan) permettono la registrazione dei bambini nati fuori dal matrimonio, ma si tratta purtroppo di poche eccezioni.

Tuttavia, nonostante all’apparenza si tratti di importanti passi in avanti per i diritti delle donne, queste decisioni sono state influenzate dal profondo calo demografico che preoccupa il governo cinese. La Cina è infatti in recessione dal 2021, anno in cui ha registrato il minor numero di nascite dal 1950.

Il Governo, ricordiamolo, aveva imposto ai propri cittadini la legge del figlio unico dal 1979 al 2013, necessaria allora per ridurre il tasso di natalità che cresceva in maniera incontrollata, ma che porta oggi il Paese a fare i conti con una popolazione sempre più anziana.

Sebbene sembrino dimostrare una maggiore tolleranza, le nuove politiche demografiche cinesi potrebbero riflettere una mera forma di utilitarismo, finalizzata ancora a limitare la libertà riproduttiva delle donne in base alle esigenze del Governo.

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