Economia

I fondi attivisti fanno tendenza in Europa

Sono contenitori di denaro gestito a monte da una società che li veicola verso investimenti più redditizi, spesso acquistando significative partecipazioni azionari per influenzare le decisioni delle società e aumentare i guadagni
Credit: Anna Shvets
Tempo di lettura 4 min lettura
13 luglio 2023 Aggiornato alle 16:00

Fra i principali soggetti del mercato finanziario occupano una posizione molto importante i fondi di investimento, cioè una speciale categoria di Oicr (organismo di investimento collettivo di risparmio) costituita in forma di patrimonio autonomo, istituito e amministrato a monte da un’apposita società di gestione del risparmio (o Sgr).

I risparmiatori, piccoli e grandi che siano, possono avvicinarsi a questo strumento di investimento mediante l’acquisto di una quota di partecipazione, che una volta messe insieme rappresentano la massa patrimoniale di cui si compone il fondo e che il gestore deciderà di investire secondo il piano che ritiene più opportuno per generare profitti.

Avere una quota di un fondo nel portafogli rappresenta da anni un modo per diversificare i propri investimenti e frazionare il rischio, optando per una forma di strumento finanziario che generalmente veicola il proprio denaro verso forme di investimento a medio-lungo periodo.

Solitamente gli investitori hanno due anime: in un caso infatti chi investe i propri soldi acquistando azioni od obbligazioni di una società quotata potrebbe essere interessato esclusivamente a ottenerne un ricavo, senza avere la necessità di intromettersi nelle sue vicende gestorie; d’altro canto un investitore, oltre alla legittima aspettativa di un guadagno, potrebbe interessarsi anche ai processi decisionali della società su cui ha investito, e quindi trova necessario inserirsi all’interno della vita societaria per influenzarne le scelte nel modo che ritiene opportuno.

Sempre più fondi di investimento stanno assumendo questa forma di investitore attivista, una tradizione tutta statunitense che fa capo soprattutto ai fondi altamente speculativi e caratterizzati da una gestione piuttosto rischiosa dei propri capitali (i così detti Hedge fund).

Si tratta di fondi che puntano ad assicurarsi partecipazioni azionarie significative per indirizzare l’azione degli amministratori in carica verso scelte che aumentino i dividendi finali, mettendo pressione affinché vengano compressi alcuni costi di gestione e si vendano rami d’azienda poco profittevoli.

Il modus operandi di questi fondi si basa proprio sul dialogo con il consiglio di amministrazione della società target - principalmente quelle di media dimensione con valore di mercato inferiore ai 5 miliardi, anche se fanno sempre più gola i grandi gruppi con capitalizzazione sopra i 50 miliardi - a cui propongono strategie con cui potranno aumentare il loro valore sul mercato spesso talmente tanto drastiche da dover per forza passare per il voto nell’ assemblea dei soci.

Parliamo di cambi della governance, con la rimozione e sostituzione delle figure chiave con persone più fidate, ma anche operazioni di Mergers and Acquisitions (M&A), cioè acquisizioni e/o fusioni straordinarie che modifichino l’assetto dell’azienda per aumentarne la competitività sul mercato.

Un recente rapporto della banca d’affari americana Lazard - specializzata nella consulenza alle imprese e nella gestione degli investimenti - evidenzia una crescente diffusione del fenomeno anche in Europa, che nel primo semestre del 2023 ha visto ben 39 iniziative degli attivisti.

Un dato in crescita rispetto agli altri anni, leggermente più basso di quelle intraprese dai fondi attivisti nel mercato Usa (55) che ha subito un -19% rispetto all’anno scorso. Se guardiamo alla suddivisione del Vecchio Continente, il 36% delle varie iniziative sul totale europeo avvengono nel Regno Unito, anche se presentano aumenti anche la Germania (26%) e Italia (10%), dove per esempio il fondo statunitense Elliot ha messo le radici in Tim e nella AC Milan, ceduta nell’agosto 2022 proprio a un altro fondo di investimento americano, RedBird Capital Partners per la cifra record di 1,2 miliardi di euro.

L’ingresso di fondi attivisti nel capitale sociale di una società mette sempre in allerta gli azionisti, impauriti dal rischio che una loro influenza troppo significativa nei procedimenti gestori della società porti a scelte troppo drastiche che mettano in secondo piano le mission e le prospettive della società stessa, per valorizzare invece decisioni che producano velocemente denaro da distribuire a tutti i quotisti partecipanti al fondo.

Leggi anche
Ambiente
di Giovanni Bonfante 2 min lettura
Investimenti
di Maria Ida De Franceschi 2 min lettura