Ambiente

La “vendetta” cinese contro gli Usa: stop a esportazione di germanio e gallio

Dopo le limitazioni imposte dagli States, Pechino replica bloccando l’export di metalli importanti per chip e tecnologie. Il tutto con possibili conseguenze anche sui mercati europei
Credit: Manuel
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4 luglio 2023 Aggiornato alle 21:00

Nella battaglia per il progresso, quello strettamente legato alle materie prime, metalli e minerali, la Cina assesta un altro duro colpo agli Stati Uniti e altri Paesi.

Il governo cinese ha infatti deciso di inasprire i controlli sulle esportazioni di due materiali chiave utilizzati per produrre chip per computer, come gallio e germanio, entrambi utilizzati nei semiconduttori, nelle telecomunicazioni e le attrezzature militari, ma anche per tecnologia e pannelli solari.

Da agosto saranno infatti necessarie licenze speciali per poter esportare questi minerali, una risposta della Cina - che è il più grande produttore mondiale di questi elementi - agli sforzi degli Usa per frenare l’accesso cinese ad alcuni microprocessori avanzati.

Come scrive la Bbc, l’annuncio dell’intensificazione dei controlli arriva a ridosso di un viaggio a Pechino del segretario al Tesoro americano Janet Yellen e segue la dichiarazione del Ministero del Commercio cinese che sostiene come le restrizioni siano necessarie per “salvaguardare la sicurezza e gli interessi nazionali”.

Nella battaglia legata ai semiconduttori fra le due superpotenze, che se li contendono visto l’importanza di questi per tecnologie, comunicazione ma anche hardware militare, la Cina affonda un nuovo schiaffo, una sorta di “vendetta” verso quegli States che in precedenza hanno tentato di limitare l’accesso ai cinesi su tecnologie e chip usati per super calcoli e intelligenza artificiale.

Non sono però solo i cinesi a difendere i propri interessi: anche i Paesi Bassi per esempio di recente hanno annunciato che avrebbero limitato le esportazioni di alcuni elementi e apparecchiature per la produzione di semiconduttori e anche il Giappone prevede di limitare alcune esportazioni legate ai chip per computer.

Ora bisognerà vedere quali ripercussioni avrà la mossa della Cina, potenza che definisce gli Stati Uniti come “egemonia tecnologica”, sui mercati globali e in particolare su quello europeo, meno abbiente di materie prime. Nel frattempo il segretario del Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen, prima della sua visita nel Paese, ha messo in guardia la comunità internazionale sull’importanza di evitare la rottura dei legami economici tra Washington e Pechino.

«Penso che noi guadagniamo e la Cina guadagni dal commercio e dagli investimenti che sono il più aperti possibile, e sarebbe disastroso per noi tentare di separarci dalla Cina », ha detto al Congresso il mese scorso.

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