Wiki

Cosa succede ora ai figli delle coppie omogenitoriali?

Alla luce degli ultimi eventi, con il tribunale di Padova che ha impugnato gli atti di nascita di 33 bambini e bambine figli di due madri, abbiamo chiesto ad alcuni esperti quali potrebbero essere le ripercussioni
Credit: RDNE Stock project

Per una coppia formata da persone dello stesso sesso è possibile avere figli in diversi modi, che variano a seconda delle legislazioni nazionali. L’Italia ultimamente ha posto una significativa stretta sulla questione, complicando ulteriormente una situazione già di per sé poco chiara.

Regolamenti sui figli di coppie non eterosessuali

L’omogenitorialità è il legame, di diritto o di fatto, che riguarda figli biologici o adottati e una coppia omosessuale.

La possibilità di formare una famiglia con figli per le coppie non eterosessuali varia da nazione a nazione. L’adozione è legale in gran parte dell’America del nord e del sud e in quasi tutta l’Europa occidentale, mentre in alcuni parti del mondo è consentito adottare il figlio del proprio partner, avuto da una precedente relazione eterosessuale. Questa possibilità si chiama stepchild adoption ed è un procedimento legale spesso lungo e costoso.

Esiste poi la surrogazione di maternità, una pratica vietata in molti Paesi che consiste nell’inseminazione di una donna esterna alla coppia, che affronta la gestazione e il parto per poi lasciare la genitorialità alla coppia. Questo metodo indicato spesso con la formula “utero in affitto”, è osteggiato da larga parte del governo italiano che condanna soprattutto il possibile scambio economico dalle parti, non sempre esistente però, visto che in molti Paesi c’è la maternità surrogata “altruistica”, senza cioè compenso per la gestante.

Le coppie lesbiche possono ricorrere all’inseminazione di una delle due partner grazie a un donatore di sperma e possono avvalersi anche della fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione, che consiste nella fecondazione in vitro di un ovulo di una delle due donne, che viene poi impiantato nell’utero dell’altra.

L’argomento giuridico cardine portato avanti dalle coppie omosessuali per l’adozione è legato al concetto del child best interest (il miglior interesse del figlio) che si traduce con il diritto ad avere due figure genitoriali stabili, a prescindere dal loro orientamento sessuale. «La ricerca scientifica ha fornito prove significative che dimostrano che il benessere e lo sviluppo dei bambini non sono influenzati dalla struttura familiare basata sull’orientamento sessuale dei genitori - afferma a La Svolta Giovanna Crespi, medica psichiatra e psicoterapeuta ASST-Brianza, Ospedale san Gerardo Vecchio Monza. - I bambini cresciuti in una famiglia omogenitoriale non hanno differenze significative rispetto ai coetanei cresciuti con genitori eterosessuali. Questo non aumenta né diminuisce la probabilità che un bambino diventi omosessuale o eterosessuale. L’orientamento sessuale è una caratteristica individuale che non è determinata dalla struttura familiare o dall’identità di genere dei genitori»

A confermarlo ci sarebbero vari studi mondiali. «Una delle ricerche più approfondite è stata condotta dall’American Psychological Association nel 2005 e aggiornata nel 2012, che ha verificato che non c’è differenza significativa nello sviluppo psicologico dei bambini con genitori omosessuali rispetto ai bambini con genitori eterosessuali. Un altro studio pubblicato nel 2017 sul Journal of Marriage and Family ha esaminato 21 studi precedenti, concludendo che i bambini con genitori dello stesso sesso hanno risultati simili in termini di salute mentale, sviluppo sociale e benessere emotivo rispetto ai bambini con genitori eterosessuali».

Registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, la situazione italiana

La vicenda comunque è da sempre intricata e delicata. Per raccontare gli ultimi sviluppi bisogna partire dalla sentenza della Cassazione del 30 dicembre 2022, in cui si stabiliva che solo il genitore biologico potesse essere registrato sul certificato di nascita. A marzo 2023 il Senato italiano ha bocciato il regolamento Ue che espandeva i diritti delle coppie gay e lo scorso 11 aprile il Ministero dell’Interno ha emesso una circolare per dare lo stop alle registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay.

Il Parlamento europeo successivamente ha ripreso il governo italiano invitandolo a revocare la decisione e approvando un emendamento al testo della risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la decisione italiana che porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”.

Il regolamento europeo vuole uniformare le procedure di riconoscimento dei figli negli Stati dell’Unione e portare i bambini nati in famiglie omogenitoriali a essere automaticamente riconosciuti come figli di entrambi i genitori anche nel proprio Paese. In Italia ora non c’è una legge a regolamentare questo aspetto, esiste solo la possibilità per il genitore non biologico di avviare un percorso di adozione oppure la trascrizione di questa genitorialità nei registri comunali, fatta però solo da alcuni sindaci e bloccata da una sentenza della Cassazione.

Proprio in questi giorni la Procura di Padova ha impugnato gli atti di nascita di 33 bambini e bambine figli di coppie di due madri, tutti quelli registrati dal 2017 a oggi. Si tratta di bambini concepiti all’estero con fecondazione eterologa (la procreazione assistita fatto con una donazione esterna di spermatozoi) e poi riconosciuti in Italia come figli di entrambe le madri.

In Italia questo tipo di fecondazione è possibile per le coppie eterosessuali, mentre l’iter comune di quelle omosessuali o delle donne single è di recarsi all’estero e chiedere poi il riconoscimento del legame di parentela in Italia.

La procura di Padova chiede ora che i certificati di nascita di questi bambini siano modificati e che venga tolta l’indicazione della madre non biologica come secondo genitore, cosa che potrebbe far nascere una serie di processi civili per ogni caso specifico.

La madre non biologica, infatti, perderebbe ogni diritto, quello di firmare documenti, permessi o anche fare un viaggio con il proprio figlio. Padova però non è un caso isolato, negli ultimi mesi in diverse città italiane alcuni tribunali hanno annullato il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali.

«Quella veneta è una brutta pagina per il diritto e per i diritti- afferma l’avvocato Alessandro Simeone, specializzato in Diritto di famiglia e minori - Non stiamo discutendo di “creare” un genitore a tavolino ma di togliere un genitore a chi lo aveva da tempo. Chi parla di orfani di Stato non sbaglia perché, in caso di accoglimento delle domande proposte a Padova (ma non solo) ci saranno bambini privati di un genitore. Dopodiché, è anche vero che l’amore non si ferma con una sentenza ma il danno creato a questi bambini dal punto di vista affettivo e giuridico è enorme. Proviamo a fare un esempio anche se iperbolico: la mamma biologica muore e il bambino non ha altri parenti “legali”: rischia di andare in adozione».

Famiglie tradizionali vs famiglia omogenitoriale?

«Quanto successo a Padova è agghiacciante: i bambini delle famiglie omogenitoriali si trovano improvvisamente davanti alla legge senza uno dei loro genitori. L’Italia non ha una legge che li tuteli - dichiara la Presidente del Cig Arcigay Milano Alice Redaelli - quello che potevano fare i Comuni era trovare una soluzione a questa mancanza, e ora anche questo è impossibile. È urgente una riforma seria e concreta delle adozioni per tutti. Lo Stato dovrebbe sempre pensare di estendere i diritti, non restringerli. I bambini delle famiglie arcobaleno hanno diritto a uno sviluppo sereno nel tessuto sociale dell’Italia come avviene per i loro coetanei in tantissimi altri Paesi d’Europa e del mondo. Basta deciderlo. Bastano una penna e volontà civica e politica».

Quella a cui si sta assistendo negli ultimi anni sembrerebbe una battaglia che abbraccia molti mondi, quello legale, sociale, psicologico, sessuale e politico e a prevalere spesso è proprio quest’ultimo. «La Cassazione ha precisato che il legame giuridico genitoriale – continua l’avvocato Alessandro Simeone - si può creare mediante l’applicazione dell’adozione in casi particolari. Questo è diventato strumento per “giustificare” l’impugnazione degli atti di nascita già effettuati e per impedire la trascrizione di quelli di nuova formazione. Soluzione che si pone in contrasto con la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo che aveva sostenuto la necessità per i singoli Stati aderenti di creare meccanismi di riconoscimento del legame genitoriale nelle coppie arcobaleno celeri. a oggi, nonostante gli encomiabili sforzi di tanti Tribunali per i minorenni, la procedura è ancora lenta e soprattutto non dettagliatamente disciplinata. E questo, per tanti bambini, è foriero di pregiudizi. E allora, chiudo io con una domanda: i bambini possono essere il prezzo da pagare di una battaglia politica?»

Leggi anche
Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani
Famiglie
di Chiara Manetti 9 min lettura
Inclusione
di Alessia Ferri 5 min lettura