Bambini

“Caro sindaco trascrivi” i figli delle coppie omogenitoriali

Radicali italiani e +Europa hanno lanciato la mozione per invitare i Primi Cittadini a continuare a registrare i bambini delle famiglie arcobaleno. Ne parla Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani, a La Svolta
Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani
Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 10 min lettura
31 marzo 2023 Aggiornato alle 20:00

Da poco più di 2 settimane il comune di Milano ha interrotto il riconoscimento e le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. È accaduto dopo l’arrivo di una circolare della Prefettura di Milano, su impulso del ministero dell’Interno: un richiamo ufficiale dal Viminale con riferimento alla legge 40 del 2004 riguardo la procreazione medicalmente assistita, consentita in Italia solo alle coppie eterosessuali.

Giovedì 30 marzo il Parlamento Europeo ha approvato un emendamento in cui cita “le istruzioni impartite dal Governo italiano al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali” dicendo che la decisione “porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo di coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”.

Poche ore prima che il Parlamento Ue si esprimesse, Radicali Italiani e +Europa hanno presentato Caro sindaco, trascrivi: una mozione indirizzata a tutti i Consigli comunali e ai sindaci e alle sindache d’Italia affinché continuino a registrare i figli di coppie omogenitoriali indicando entrambi i genitori, e premano sul Parlamento per discutere le proposte di legge che risolverebbero la questione.

Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani, spiega a La Svolta di cosa si tratta.

Caro Sindaco, trascrivi si rivolge direttamente ai Comuni, e chiede un impegno in 2 direzioni: quali?

Per prima cosa, una presa di posizione netta verso il Parlamento e la necessità di legiferare in questa materia, perché abbiamo dei vuoti di tutela enormi e gravissimi rispetto al tema dei figli delle coppie composte da 2 papà o da 2 mamme. E poi chiediamo che i sindaci di riferimento si impegnino a trascrivere tutti gli atti di nascita dei bambini delle coppie omogenitoriali, senza distinzioni. L’atto che abbiamo presentato ha la volontà di essere portato in tutti i Comuni italiani tramite gli attivisti di Radicali e di + Europa e l’impegno di tutti i consiglieri e le consigliere italiane che sentono la questione come un’urgenza.

Che cosa intende con “senza distinzioni”?

Purtroppo in queste ore stiamo vedendo che il dibattito dei sindaci si sta spostando verso il riconoscimento di alcuni casi e non altri. Il nostro atto vuole impegnarli a riconoscere tutti i figli di famiglie arcobaleno, senza creare quella che ho definito una “discriminazione nella discriminazione”, che sarebbe gravissima. Quando parlo di distinzioni, mi riferisco purtroppo al caos giurisprudenziale che abbiamo in Italia al momento e alle “minacce” avanzate dai prefetti e, ancora prima, dalla circolare del ministero dell’Interno, la 3 del 2023, che stanno spingendo diversi sindaci a riconoscere solo un caso, cioè il caso di figli nati da 2 mamme che hanno fatto ricorso a procreazione medicalmente assistita all’estero, in Paesi dove è perfettamente legale, e abbiano partorito all’estero.

Che cosa prevede il quadro italiano?

Abbiamo la legge 40 che consente la procreazione medicalmente assistita solo alle coppie di sesso diverso. Sempre la legge 40 vieta il ricorso alle tecniche di gestazione per altri e quindi alla cosiddetta maternità surrogata. Accade che, però, a prescindere da un impianto legislativo discriminatorio, in particolar modo rispetto alle coppie dello stesso sesso, la vita delle persone va avanti. E quindi accade, come è successo in tutti questi anni, che persone dello stesso sesso che vogliono portare avanti un progetto genitoriale e familiare si recano in quei Paesi, tantissimi anche in Europa, dove invece queste tecniche sono consentite. Il dibattito su cosa avvenga ai figli una volta che queste coppie fanno rientro in Italia come luogo di residenza, di vita, di progetto, fino ad adesso è stato interessato da un vuoto. Un vuoto colmato dalle sentenze dei tribunali.

La Corte Costituzionale, infatti, si è espressa nel 2021: che cosa ha decretato?

La Corte Costituzionale, che è il nostro massimo organo, ha detto una cosa molto chiara rispetto a 2 casi, proprio quelli che oggi sono i più discriminati. Il primo: quello di 2 papà che sono andati in Canada, hanno fatto gestazione per altri e, una volta tornati in Italia, si sono visti un diniego nel riconoscimento della genitorialità da parte del papà che non aveva prestato, diciamo, un apporto biologico alla gestazione da altri, mentre l’altro papà è stato riconosciuto. Il secondo caso: 2 mamme avevano fatto ricorso a procreazione medicalmente assistita in Spagna, una dunque era rimasta incinta e, tornate in Italia, avevano avuto 2 gemelle. Anche in questo caso la madre non partoriente non era stata riconosciuta come mamma. Si chiamano “genitori intenzionali”.

La Corte costituzionale ha esaminato questi 2 casi, che sono quelli di cui oggi discutiamo, e nel 2021 ha detto al Parlamento italiano di agire al più presto perché la legislazione non teneva in considerazione queste situazioni. Nel 2021 la Corte parlava di urgenza e di violazione dei diritti dei minori e richiamava tutto un filone di giurisprudenza europea, della Corte europea dei diritti dell’uomo, che in maniera molto netta diceva che queste situazioni dovevano essere riconosciute.

Che cosa è successo poi?

Il legislatore è stato fermo, alcuni sindaci hanno cercato di colmare questo vuoto provvedendo alla trascrizione degli atti di nascita. A gennaio 2023 è arrivato un attacco ministeriale governativo che ha preso in considerazione una sentenza del dicembre 2022 della Corte di Cassazione, che però ha un valore inferiore rispetto alla Corte costituzionale, secondo cui gli atti di nascita a seguito di una tecnica di Gpa non possono essere trascritti perché questa tecnica viola l’ordine pubblico. Il rimedio, diceva la Corte di Cassazione, è l’adozione in casi speciali. Quella del Governo è stata una scelta politica: perché questa sentenza non è vincolante per i sindaci, che devono seguire i principi costituzionali e i principi europei, che ci dicono che deve essere anzitutto perseguito l’interesse del minore.

La Corte di Cassazione ha sicuramente emesso una pronuncia importante, ma la scelta del Governo di prendere e di emanare una circolare sulla base di quest’ultimo indirizzo è totalmente contraria ai principi fondamentali. Il Governo, peraltro, è formato da rappresentanti che in molti casi sono anche membri del nostro Parlamento, e stanno chiedendo ai sindaci di seguire una sentenza della Corte di Cassazione quando sono in violazione dei doveri (di agire) richiesti dalla Corte costituzionale. È una cosa gravissima.

I sindaci si trovano in una sorta di stallo?

In questo momento sono in una situazione di grave difficoltà, ma è necessario che in maniera compatta continuino a trascrivere o inizino a farlo. Peraltro hanno dalla loro il fatto che ieri il Parlamento europeo sia intervenuto su questo, approvando un emendamento che era stato presentato da Renew Europe, che condanna “le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli”. È una situazione in cui il nostro Paese è stato ufficialmente messo sotto accusa da parte dell’Europa.

Ora, dato che la direttiva del ministero dell’Interno non è vincolante, i sindaci potrebbero continuare a trascrivere gli atti di nascita, ma temono che alcuni atti potrebbero essere impugnati dalla Procura della Repubblica e annullati. Il Sindaco di Milano Beppe Sala, così come altri, ha smesso di farlo per paura di dare delle speranze che poi verrebbero tradite. La circolare del prefetto di Milano, che ho letto, contiene espressamente questa minaccia, soprattutto se il sindaco continuerà a trascrivere casi di gestazione per altri.

La nostra campagna vorrebbe che i sindaci facessero insieme alle famiglie arcobaleno un percorso per continuare su questa strada, consapevoli dei rischi ma anche che a livello giuridico l’Europa è dalla loro parte e il diritto interno potrà essere superato dai principi europei e costituzionali di cui parlavamo prima. Quindi creare un percorso di ascolto e di battaglia comune con le famiglie per andare avanti.

L’alternativa qual è?

Non fare niente, ma non è possibile lasciare che questi bimbi rimangano non riconosciuti. Poi si può intraprendere anche la strada delle adozioni in casi speciali, ma sapendo che non è sufficiente bisognerebbe continuare con le trascrizioni che danno una tutela immediata e fare una battaglia legale contro gli eventuali annullamenti. Non è che per paura bisogna stare fermi.

Perché l’adozione non può essere la soluzione come auspicato dalla Corte di Cassazione e dalla ministra Roccella?

Come dicevo, non è uno strumento sufficiente: per prima cosa l’adozione in casi speciali richiede l’assenso del genitore biologico secondo la legge dell’83. E poi la cosa più grave è che il tribunale per i minorenni, tenuto a vagliare la richiesta di adozione, può intervenire a distanza di molti mesi, a volte di anni dopo la nascita, e questo va contro la Corte europea dei diritti dell’uomo per cui il riconoscimento deve “tempestivo ed efficace”.

Quindi si possono creare situazioni in cui il minore è riconosciuto per l’ordinamento in cui è stata fatta Pma o Gpa, ma non è considerato figlio dal Paese in cui nasce, cresce e viene portato avanti il progetto familiare. Ma non ci può essere una distinzione a seconda della pratica che viene eseguita. Quindi è una situazione molto complessa, certamente grave, ma le vie di uscita politiche e giuridiche ci devono essere e ci sono, quindi procedere non è una facoltà, ma un dovere. Il Governo sta creando degli spazi di nuova legalità illegale, illegittima.

Cosa vuol dire, nella vita di tutti i giorni, privare le famiglie omogenitoriali e i minori di questo diritto?

Tutto il percorso di vita quotidiana viene fortemente ostacolato: salute, istruzione, educazione. In molti, in queste ore, stanno raccontando le conseguenze di questa decisione: mi viene in mente il caso di Damiano, a Roma, un bambino con una patologia importante, rara, che richiedeva cure e operazioni urgenti. Una delle sue mamme non ha potuto essere accanto a lui in ospedale, non ha potuto prestare il consenso a determinate cure nell’ipotesi in cui la compagna era al lavoro, per esempio. Oltre a creare situazioni fortissime e difficilissime per chi le vive, causano anche dei pregiudizi importantissimi nei confronti dei minori.

Alessia Crocini, presidente delle Famiglie Arcobaleno, ha raccontato la storia di 2 papà che avevano fatto ricorso alla Gpa all’estero, se non erro in Canada, da cui erano nati 2 gemelli. Il genitore biologico, che aveva prestato i propri spermatozoi per poi portare avanti questa procedura, è morto subito dopo la nascita dei figli, mentre ancora stavano all’estero. Ecco, l’altro papà è rimasto bloccato all’estero perché in Italia non avrebbe avuto nessun diritto nei loro confronti.

La decisione del Governo crea situazioni di questo tipo. Per non parlare poi delle iscrizioni nelle scuole, al nido, situazioni di vita quotidiana in cui 1 dei 2 genitori non è nessuno, per questo o questi bambini, in termini di legge. È come se fossero degli sconosciuti.

Cosa avete intenzione di fare nei prossimi giorni?

Partirà una mobilitazione sulle varie città per presentare queste mozioni e per farlo, auspicabilmente, insieme ai sindaci. E poi la strada è quella di mettere insieme appunto tutti i sindaci, creare un fronte di contrattacco nei confronti del Governo, cercando di mettere insieme tutti i sindaci progressisti, ma anche quelli di destra che hanno avuto delle aperture. In Veneto, per esempio, dei sindaci della Lega hanno dichiarato di voler continuare a trascrivere. Non è una battaglia “destra contro sinistra”, ma di buon senso e di diritto.

Qualche sindaco vi ha già dato supporto?

Sì, si stanno stanno muovendo il Consigli di Chieti, di Torino, di Padova. E subito dopo l’iniziativa che abbiamo lanciato alla Camera dei deputati, i 7 sindaci di Roma, Torino, Milano, Bari, Firenze, Napoli e Bologna hanno scritto congiuntamente una lettera al governo per chiedere un incontro urgente e dire che loro continueranno a trascrivere. Secondo me è una situazione che non può andare avanti a lungo, qualcosa deve succedere, altrimenti siamo veramente in violazione di ogni parametro europeo e internazionale. Si deve assolutamente smuovere qualcosa.

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