Diritti

Così si creano bambini di serie A e di serie B

Scontro sui diritti civili: a Milano non potranno più essere riconosciuti i figli delle coppie omogenitoriali e il Senato ha bocciato la proposta di regolamento Ue sul certificato europeo di filiazione
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15 marzo 2023 Aggiornato alle 06:30

Nel giro di due giorni i diritti civili sono finiti al centro di un dibattito che coinvolge coppie omogenitoriali, bambini e bambine.

Il 13 marzo una lettera della Prefettura di Milano indirizzata a Palazzo Marino ha vietato al Sindaco della città Beppe Sala di continuare a registrare gli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali o di coppie di persone dello stesso sesso, interrompendo una pratica che andava avanti da luglio del 2022. Sembra che la richiesta sia giunta direttamente dal Ministero dell’Interno e che faccia riferimento alla legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita - consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso - che vieta anche la maternità surrogata.

Dal Senato, invece, è arrivato il no alla proposta di regolamento europeo sul certificato di filiazione, che prevede che la genitorialità stabilita in uno Stato membro valga anche negli altri Stati membri, senza procedure speciali, e che riguarda coppie eterosessuali, omogenitoriali, figli adottati o avuti attraverso la maternità surrogata, dove consentita.

La commissione Politiche europee del Senato ha approvato con 11 voti a favore su 18 una risoluzione della maggioranza presentata dall’ex ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata e contraria alla proposta di regolamento. Sostiene che il regolamento non rispetti i principi di «sussidiarietà e proporzionalità» e che se venisse adottato sarebbe un’invasione del diritto europeo su quello nazionale.

Per questo, non sono state giornate particolarmente felici sul fronte dei diritti e, in particolare, sul fronte dei diritti dei minori. Il denominatore comune di queste due notizie è, purtroppo, un grande passo indietro che, in un caso, rimanda le decisioni sulla registrazione di bambini e bambine ai tribunali. Questo ha delle conseguenze devastanti sul fronte dei diritti dei minori.

Riconoscere soltanto uno dei due genitori può creare dei nuovi orfani, per esempio: può accadere nel caso della morte di uno dei due, magari di quello registrato come genitore biologico. Può rendere ancora più burocratico e macchinoso accedere a diritti essenziali e fondamentali come l’assistenza sanitaria, e costringere le famiglie a ricevere visite di assistenti sociali, di psicologi. In questo modo si creano, in nome di una battaglia ideologica, non solo dei genitori di serie A e di serie B, ma anche dei bambini di serie A e di serie B.

È tristissimo che nel 2023, in un Paese democratico, non si facciano passi avanti per abbattere delle discriminazioni, ma piuttosto si torni indietro, ristabilendo delle classifiche che sono sempre antipatiche, ma quando riguardano i minori diventano molto più dure.

Come società civile, noi, pur essendo una famiglia eterosessuale, siamo sempre al fianco dei diritti delle famiglie, e siamo sempre al fianco dei diritti dei bambini e delle bambine: sogniamo un mondo in cui non ci siano classifiche o patentini. Un mondo in cui nessuno dica chi è famiglia e chi non lo è, quali bambini abbiano diritti e servizi e quali dovranno faticare il triplo per averli.

Sogniamo un mondo in cui i diritti siano qualcosa di estendibile. Perché quando si estendono dei diritti, non si tolgono a qualcun altro, ma si va semplicemente a donarne a chi prima non li aveva. E quasi sempre si tratta di minoranze. Dal nostro punto di vista, queste due notizie, anche se una riguarda il regolamento europeo e l’altra ha a che fare con la nostra città e con la nostra nazione, rappresentano due grandi passi indietro.

Per far sentire la voce non solo delle famiglie arcobaleno ma di tutta la società civile, sabato 18 marzo, alle ore 15, le associazioni che da anni si battono in difesa dei diritti delle famiglie omogenitoriali si ritroveranno sotto la Prefettura di Milano per protestare contro lo stop alla registrazione dei figli nati da coppie omosessuali. Il messaggio è inequivocabile: “Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie”.

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