Diritti

Chiesa: sarà la volta delle donne?

Nel Sinodo in programma dal 4 al 28 ottobre (assemblea che riunisce esponenti ecclesiastici da tutto il mondo) si discuterà di diaconato femminile, ma anche di benedizione a coppie gay e matrimonio per preti
Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
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22 giugno 2023 Aggiornato alle 21:00

Rivoluzione in vista all’interno della Chiesa? Chissà. Considerando l’immobilismo canonico dell’istituzione ecclesiastica, andarci con i piedi di piombo e d’obbligo ma sembra proprio che qualcosa di piuttosto significativo stia per accadere. O per lo meno che siano giunti i tempi per parlarne.

Dal 4 al 29 ottobre si terrà infatti il Sinodo, l’assemblea alla presenza di 370 vescovi, teologi e religiosi provenienti da tutto il mondo, organizzata al termine della prima parte del grande processo sinodale voluto da papa Francesco e sviluppatosi con assemblee continentali sperse in diverse parti del globo.

Secondo quanto comunicato dal Vaticano attraverso il documento ufficiale Instrumentum laboris, i temi che verranno trattati sono, tra gli altri, la possibilità di benedire le coppie gay, l’introduzione del diaconato per le donne e il matrimonio per i preti. Tutte istanze giudicate urgenti proprio dalle assemblee territoriali che si sono svolte in questi anni.

Il primo punto in realtà non è posto come isolato ma inserito nella più ampia volontà di chiedersi quali passi concreti si possano fare per chi si sente escluso dalla Chiesa, come a esempio le persone divorziate ma anche quelle appartenenti alla comunità Lgbtq+.

Verso di loro una seppur minima apertura c’era già stata da parte di Papa Francesco che nel 2013, su un volo di ritorno dal Brasile, aveva detto ai cronisti «chi sono io per giudicare un gay», e sarà indubbiamente interessante capire se e come la Chiesa deciderà di porsi ufficialmente nei confronti di questo tema.

Quell’esternazione allora era stata salutata con positività da alcuni, ma vista da altri come una dichiarazione di convenienza, che non rispecchiava nei fatti il pensiero e l’operato dell’Istituzione ecclesiastica, che da anni ne dibatte al proprio interno dividendosi tra conservatori e progressisti.

Proprio lo scontro tra queste 2 anime sarà al centro dell’assemblea autunnale che, nonostante il titolo conciliante, Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione, potrebbe trasformarsi in un evento ad alta tensione.

I gruppi di religiosi provenienti da Stati Uniti, Polonia, alcuni Paesi dell’Europa orientale, alcuni africani e parte della Curia romana sarebbero infatti contrari all’apertura, mentre esponenti tedeschi, di altre parti d’Europa e dell’America latina spingerebbero per un passo in avanti decisivo su questo fronte.

A discuterne però non saranno solo uomini ma, per la prima volta, anche le madri sinodali, una quarantina di donne con diritto di voto volute espressamente da Papa Francesco.

Una scelta in parte storica visto che la presenza femminile nelle stanze dei bottoni della Chiesa fino a ora è sempre stata inesistente, e che forse potrebbe essere propedeutica all’altra decisione sul tavolo: il diaconato delle donne.

Se ne parla da tempo senza successo ma ora le condizioni sembrano leggermente più favorevoli visto che, come comunicato dal Vaticano, sono state le stesse assemblee continentali a esprimere la volontà di affrontare la questione della partecipazione delle donne all’interno della Chiesa.

Sempre relegate ai margini, non potranno sicuramente ambire al sacerdozio (idea bocciata anni fa da Giovanni Paolo II e mai più ripresa), ma a diventare diacone (figure che assistono il prete durante la messa potendo compiere alcune funzioni ecclesiastiche)… chissà. Se ciò avvenisse parlare di sfondamento del tetto di cristallo religioso sarebbe quanto meno esagerato ma si tratterebbe comunque di un piccolissimo segnale di apertura.

Anche il matrimonio dei preti è un evergreen rimasto sempre in sospeso proprio a causa delle reticenze dell’ala più conservatrice del clero, in contrapposizione con Bergoglio che lo scorso marzo in un’intervista al sito argentino Infobae aveva detto che il loro celibato poteva essere rivisto.

Tante dunque le questioni sul tavolo ma è comunque presto per trarre conclusioni, visto che nulla verrà deciso in occasione del Sinodo di quest’anno: per sapere se qualcosa cambierà sul serio bisognerà attendere una seconda assemblea in programma a ottobre del 2024.

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