Diritti

Il Papa estende la legge sugli abusi sessuali ai leader laici cattolici

Per colmare una “lacuna” della Vos esti Iux mundi promulgata nel 2019, Francesco ha esteso le norme anche a chi modera le associazioni internazionali di fedeli riconosciute dalla Santa Sede
Credit: ANSA/ETTORE FERRARI
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29 marzo 2023 Aggiornato alle 17:00

e regole sono cambiate: sabato scorso Papa Francesco ha aggiornato le regole per affrontare gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica romana, ampliandone la portata e precisando che sia i minori che gli adulti possono essere vittime. Questa mossa punta a includere anche i leader cattolici laici, finora esclusi dal regolamento, per rafforzare la lotta contro gli abusi all’interno della Chiesa.

La prima versione del decreto risale al 2019: il Papa l’ha promulgata dopo un’ondata di scandali che hanno riguardato prelati di alto rango in Europa, Stati Uniti e America Latina. Secondo la legislazione, spiega il Wall Street Journal, ogni diocesi cattolica in tutto il mondo deve mantenere un processo “pubblico, stabile e facilmente accessibile” per la segnalazione di accuse di abusi, anche da parte di vescovi e cardinali, che protegga le vittime e gli informatori. Ogni diocesi è tenuta a riferire le accuse al Vaticano, che entro un mese deve decidere se avviare un’indagine.

Le nuove norme si estendono anche ai leader delle organizzazioni approvate dal Vaticano e gestite da laici, non solo da sacerdoti: molti sono accusati di aver sfruttato la propria posizione per approfittare sessualmente di persone a loro affidate. Le vittime degli atti sessuali, che nella versione originale erano solo “minori e persone vulnerabili”, hanno anch’esse una definizione più ampia: ora si parla di “un minore o una persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o un adulto vulnerabile”.

A partire dal 30 aprile, quando entreranno in vigore e diventeranno definitive, le regole riviste prevedono che questo processo venga esteso anche ai leader laici delle “associazioni internazionali di fedeli” riconosciute dal Vaticano. Negli ultimi 10 anni Papa Francesco ha varato una serie di misure volte a responsabilizzare la gerarchia della Chiesa cattolica in seguito ai numerosi scandali sugli abusi che ne hanno distrutto la reputazione in molti Paesi.

Secondo i critici, spiega Reuters, Francesco mostra di essere riluttante a sradicare davvero i prelati abusivi: per BishopAccountability.org, un’organizzazione senza scopo di lucro che documenta gli abusi all’interno della Chiesa cattolica romana, il Papa ha “perso un’occasione per rimediare ai gravi difetti della Vos esti lux mundi che l’hanno resa inefficace” e non è stato all’altezza dell’“ampio rinnovamento” che la politica contro gli abusi avrebbe richiesto. Il tanto atteso aggiornamento, “una grande delusione”, comprende alcuni punti positivi, come il fatto che anche i leader laici possano essere soggetti a sanzioni, ma i vescovi rimangono responsabili delle indagini sulle accuse contro i loro colleghi vescovi.

“Al popolo cattolico era stato promesso che Vos estis sarebbe stata “rivoluzionaria”, un evento epocale per responsabilizzare i vescovi”, scrive l’organizzazione. “Ma in quattro anni non abbiamo visto nessuna pulizia significativa, nessun cambiamento drammatico”. Bishop-accountability.org chiede al Papa di apportare “importanti modifiche”, tra cui “richiedere la piena divulgazione al pubblico di accuse credibili” - la norma non prevede l’obbligo di informare i fedeli -, e inserire l’obbligo di segnalazione alle autorità civili “indipendentemente dal fatto che la legge locale lo richieda”.

Un mese fa l’ordine religioso cattolico dei gesuiti ha dichiarato che le accuse di abusi sessuali, psicologici e spirituali contro padre Marko Ivan Rupnik, 69 anni, sono altamente credibili: circa 25 persone, per lo più ex suore, l’hanno accusato di varie forme di abuso, sia quando era direttore spirituale di una comunità di suore nella sua nativa Slovenia, circa 30 anni fa, sia dopo essersi trasferito a Roma per perseguire la sua carriera ecclesiastica.

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