Diritti

A Baltimora l’ennesimo caso di abusi nella chiesa

Per più di mezzo secolo le oltre 600 vittime sono rimaste in silenzio e hanno aspettato che i genitori non ci fossero più per denunciare le violenze subìte da 156 membri del clero
Credit: Sean Mungur
Tempo di lettura 4 min lettura
15 aprile 2023 Aggiornato alle 19:00

Proviene dalla costa orientale degli Stati Uniti il nuovo caso di abusi che squarcia il mondo della chiesa. A mettere nero su bianco quanto accaduto tramite un rapporto pubblicato mercoledì 5 aprile 2023 è stato il procuratore generale del Maryland Anthony Brown.

Il dossier di ben 456 pagine si apre svelando i nomi dei 156 componenti del clero di Baltimora che, dagli anni ’40 fino al 2002, si sarebbero resi colpevoli di abusi su bambini e adolescenti.

Sessant’anni di orrori mai svelati che, spesso, le vittime hanno rimosso forzatamente dalla loro memoria preferendo dimenticare invece di rivangare quel dolore. Secondo l’indagine, partita nel 2018, sarebbero circa 600 le vittime di abusi ma non è da escludere che i numeri siano più alti. L’identità di dieci dei presunti molestatori, invece, resta incognita. I loro nomi sono stati riferiti al procuratore Brown dal tribunale, ma in assenza di autorizzazione di un giudice non potranno essere divulgati.

Durante la presentazione del rapporto, il procuratore del Maryland che ha guidato l’indagine ha definito la giornata come una «resa dei conti» per una comunità che per 60 anni non si è accorta di nulla e non ha denunciato gli abusi. Il tutto, mentre l’arcidiocesi «guardava dall’altra parte».

Il lavoro di indagine è partito cinque anni fa e da allora l’ufficio del procuratore ha attivato un canale di comunicazione con chiunque volesse partecipare alle ricerche denunciando i soprusi subìti.

Nel corso degli anni sono arrivate circa 300 testimonianze di altrettante vittime che, a distanza di decenni, hanno deciso di parlare per la prima volta.

C’è chi ha spettato per non arrecare dolore alle proprie famiglie e, quindi, ha preferito attendere che i genitori morissero e chi ha temporeggiato consapevole di non poter conoscere la parola giustizia. La maggior parte delle 156 persone accusate di molestie, infatti, è morta.

Le pagine del rapporto raccontano di abusi sessuali e fisici perpetrati per anni nelle comunità del Maryland da parte di membri del clero, seminaristi, diaconi, insegnanti e altri dipendenti dell’arcidiocesi di Baltimora. In alcuni casi le violenze si sarebbero persino mescolate a droga e alcool per privare le vittime della lucidità, costringendole a atti e prestazioni sessuali che ne avrebbero segnato l’esistenza.

Le conclusioni alle quali l’ufficio del procuratore è giunto dopo aver ascoltato queste storie direttamente da chi le ha vissute è che si sia trattato di abusi depravati e terrorizzanti. Ogni episodio è stato diverso dagli altri, ma tutti – come spesso accade – sono legati da dettagli e atteggiamenti ricorrenti come «l’autorità che questi sacerdoti violenti» esercitavano sulle vittime, ha sottolineato il procuratore Brown.

Purtroppo in questa vicenda la giustizia non vedrà la luce nelle aule di tribunale per due motivi. Il primo è legato all’impossibilità di perseguire legalmente la maggior parte dei presunti molestatori, visto che oggi molti non ci sono più. Il secondo, invece, è dovuto al fatto che lo Stato del Maryland prevede la prescrizione per il reato di abusi sessuali sui minori se il fatto è denunciato dopo i 38 anni di età della vittima. L’obiettivo del report, in fondo, è anche sollecitare un dibattito pubblico e politico sul tema.

Intanto, dopo la pubblicazione del rapporto, l’arcivescovo di Baltimora William E. Lori si è scusato a nome della diocesi, dicendo che le «voci coraggiose dei sopravvissuti hanno fatto la differenza» e ammettendo che in passato l’arcidiocesi abbia commesso errori a cui ha cercato di porre rimedio. A partire dagli anni ’80, infatti, l’arcidiocesi avrebbe versato circa 13,2 milioni di dollari a 303 vittime di abusi a titolo di risarcimento di quanto subito.

Leggi anche