Bambini

Che cos’è la Kangaroo Mother Care?

La tecnica consiste nel prendere in braccio il proprio bambino “pelle a pelle”. Con un contatto di almeno 8 ore al giorno, sembrerebbe ridurre le probabilità di mortalità infantile nei prematuri e sottopeso
Credit: Anna Shvets
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
21 giugno 2023 Aggiornato alle 19:00

Si chiama Kangaroo Mother Care e sembra aumentare in modo significativo le probabilità di sopravvivenza dei bambini prematuri (cioè nati prima della 37° settimana) e di quelli sottopeso. In entrambi i casi, il bebè può presentare problemi di respirazione e alimentazione che, a lungo andare, ne compromettono la salute. La nascita prematura è infatti, oggi, la principale causa di morte fra i bambini: oltre un quinto di tutti i decessi avvenuti prima del quinto compleanno.

La Kangaroo Mother Care consiste nel contatto pelle contro pelle con il neonato: il genitore lo prende in braccio e lo posiziona sul proprio petto nudo. Un’abitudine nata negli anni ‘70 a Bogotá, Colombia, probabilmente come reazione materna all’altissimo tasso di mortalità infantile nel Paese, e diffusasi poi nel resto del mondo.

Già in precedenza alcuni studi avevano dimostrato un nesso di causa-effetto tra l’adozione di comportamenti e pratiche della cosiddetta “mamma canguro” e il drastico calo del tasso di mortalità infantile. L’ultima ricerca riguardo il tema, pubblicata dalla rivista BMJ Global Health, conclude che il lasso di tempo giornaliero in cui questa abitudine viene adottata è un fattore significativo, che incide fortemente sulla riduzione delle probabilità di morte: almeno 8 ore al giorno forniscono i maggiori benefici.

I ricercatori hanno analizzato i dati emersi da diversi studi che hanno coinvolto complessivamente 15.000 bambini in tutto il mondo; hanno scoperto che, rispetto alle tecniche convenzionali, la cura della madre canguro sembra ridurre la mortalità del 32% entro i primi 28 giorni di vita. Lo studio suggerisce anche che i benefici siano maggiori quando viene introdotta già entro 24 ore dalla nascita.

Tuttavia, i bambini prima delle 37 settimane o molto sottopeso sono stati tendenzialmente esclusi da questo genere di studi, trattandosi di situazioni cliniche particolarmente delicate. Precedenti ricerche riguardo la tecnica “pelle a pelle” sui neonati prematuri hanno rilevato una diminuzione dei tassi di mortalità infantile, ma la quantità di tempo necessaria per ottenere risultati ottimali era sconosciuta.

Tra i benefici della Kangaroo Mother Care ci sono la regolazione della frequenza cardiaca e la stimolazione dell’allattamento al seno per le madri.

Nell’immaginario collettivo l’idea di un bambino in terapia intensiva neonatale implica necessariamente un’incubatrice trasparente, con il piccolo collegato a dispositivi e sdraiato sulla schiena: una situazione che non sembra consentire molti contatti con altre persone. Tuttavia, molti neonati possono essere sottoposti a queste terapie, mantenendo pur sempre il contatto fisico con le mamme.

Man mano che emergono ulteriori ricerche, i medici sperano che le prove incoraggino le strutture ospedaliere a rendere i propri spazi a misura di genitori: per esempio, con la creazione di camere familiari nelle Utin (unità di terapia intensiva neonatale) e lo sviluppo di linee guida migliori rivolte alle neo mamme e ai neo papà per tenere in braccio i bambini che necessitano di cure mediche particolari.

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