Ambiente

Nike e Puma non utilizzeranno più la pelle di canguro

Un tempo impiegata per realizzare scarpini da calcio, le due aziende hanno deciso di metterla al bando in seguito alla campagna di protesta Usa Kangaroos are not shoes
Credit: Mehmet Turgut Kirkgoz
Tempo di lettura 3 min lettura
17 marzo 2023 Aggiornato alle 21:00

Niente più pelle di canguro per gli scarpini da calcio.

Nike e Puma hanno deciso di giocare d’anticipo sulle amministrazioni statale e federale degli Stati Uniti, annunciando che interromperanno gradualmente la vendita dei prodotti che comportano l’uccisione dell’iconico marsupiale.

La “k-leather” sarà commercializzata da Nike fino alla fine del 2023, per essere poi sostituita da un materiale sintetico.

Puma invece utilizzerà un materiale non animale riciclato al 20%, chiamato “k-better”. Negli scorsi mesi, le due aziende, insieme ad Adidas, altro grande player dell’abbigliamento sportivo, sono state il bersaglio della campagna di protesta Kangaroos Are Not Shoes del Center for a Humane Economy con sede negli Usa.

Per il momento Adidas non eliminerà la pelle di canguro. «Svolge un ruolo minore ed è significativamente inferiore all’1% perché siamo stati in grado di sostituirla con altri materiali innovativi in molti prodotti», ha spiegato il portavoce del brand Stefan Pursche.

Già nel 2021 è stato presentato un disegno di legge federale di Washington per vietare la “k-leather”. Si sono però mossi in questo senso anche diversi Stati, tra i quali Oregon (dove ha sede Nike), Arizona, Connecticut, Vermont e New Jersey. C’è però un unico divieto legale attivo, oggi, ed è quello della California.

In Australia però si avverte meno l’esigenza di tutelare i canguri. Nel 2021 il numero di marsupiali, secondo le stime del governo, superava i 30 milioni (la popolazione umana del Paese, all’epoca, era di 26 milioni). L’industria della carne e del pellame è autorizzata a uccidere il 15% delle specie più abbondanti ogni anno.

La siccità, gli incendi e le alluvioni che hanno colpito l’Australia negli ultimi anni hanno minato la salute dei marsupiali, semplificando l’abbattimento degli esemplari più deboli e affamati e il ferimento dei cuccioli.

L’industria della carne, secondo gli animalisti, utilizza metodi di caccia crudeli: i piccoli vengono estratti dai marsupi delle madri e colpiti a morte.

Perciò nel 2020 è stata lanciata la campagna Kangaroos Are Not Shoes. Partendo dall’Oregon, il Center for a Humane Economy ha fatto pressioni sul Parlamento statunitense, anche organizzando proteste davanti ai negozi della Nike. A distanza di tre anni il gruppo può dirsi soddisfatto.

La decisione del brand sportivo, insieme a quella di Puma, potrebbe diventare un precedente importante per l’abbandono della pelle di canguro da parte di altre grandi aziende, secondo l’amministratrice delegata di Animal Liberation Nsw, Lynda Stoner.

La “k-leather” era al centro delle polemiche da molto tempo. Quasi vent’anni fa il calciatore inglese David Beckham aveva smesso di utilizzare delle scarpe Adidas con questo materiale, dopo aver visto il video dell’uccisione di un cucciolo.

Solo negli ultimi anni però numerosi brand hanno ridotto il loro utilizzo, tra questi Prada, Versace, Chanel e H&M, secondo People for the Ethical Treatment of Animals (Peta). Ora si aggiungono alla lista anche due colossi dell’abbigliamento sportivo, Nike e Adidas, che troveranno materiali alternativi per gli scarpini da calcio.

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