Bambini

I papà chiedono più congedi dal lavoro per stare con i bambini

Nel 2021 sono stati 155.845 uomini a chiedere il congedo di paternità (su 400.000 nascite). In particolare, il tasso di utilizzo è cresciuto del 38% in quasi 10 anni. I dati di Save the Children
Juliane Libermann
Juliane Libermann
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
21 marzo 2023 Aggiornato alle 11:30

I papà non vogliono più rinunciare al tempo con i figli per colpa del lavoro. E qualcosa sembra smuoversi nell’universo della paternità.

L’analisi di Save the Children rivela una crescita, seppure lenta e graduale, del numero dei padri che richiedono i congedi di paternità. Alla sua introduzione, nel 2012, il congedo prevedeva 1 solo giorno obbligatorio e 2 facoltativi, mentre oggi garantisce 10 giorni obbligatori (contro i 90 giorni della Svezia, le 46 settimane della Norvegia e le 16 settimane della Spagna) e 1 facoltativo; inoltre, è possibile usufruirne tra i 2 mesi precedenti e i 5 successivi al parto.

Il tasso di utilizzo del congedo è in crescita: è passato dal 19,23% del 2013 al 48,53% del 2018, attestandosi al 57,60% nel 2021 (sono stati 155.845 i papà a chiederlo su un totale di 400.000 nascite).

In particolare, l’elaborazione dei dati Inps condotta dalla professoressa Maria De Paola (docente di Politica Economica al Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza dell’Università della Calabria) mostra come sono i papà che lavorano in imprese più grandi, con contratti a tempo indeterminato e a tempo pieno a usufruire maggiormente del congedo.

Inoltre, sembra che la difficoltà a conciliare lavoro e cura dei figli non sia solo un problema delle donne. Citando i dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro del 2021, Save The Children spiega che, su un totale di 52.436 convalide delle dimissioni e risoluzioni contrattuali consensuali della lavoratrici mamme e dei lavoratori papà, il 71,8% era delle donne contro il 28,2% degli uomini, un dato comunque in crescita (10 anni fa era il 2,9%).

La misura è stata introdotta prima in via sperimentale, con la Legge 28 giugno 2012 n. 92, e rinnovata di anno in anno più volte, l’ultima con la Legge di Bilancio 2022. Poi il Parlamento è intervenuto con il Decreto di conciliazione vita – lavoro che ha reso strutturale la misura, basandosi sulla direttiva (UE) 2019/1158 in merito all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza.

Inoltre, la neo-eletta segreteria del Pd Elly Schlein ha proposto nuovamente il congedo paritario: un congedo non trasferibile, cioè obbligatorio sia per la madre che per il padre e, in entrambi i casi, della durata di 3 mesi.

Si tratta di un permesso retribuito di astensione dal lavoro rivolto a dipendenti e concesso in occasione della nascita, dell’adozione o dell’affidamento di un bambino. Viene riconosciuto anche 1 giorno facoltativo in più di congedo, di cui il papà può usufruire in alternativa alla mamma.

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