Economia

Usa: cala l’interesse degli investitori verso green e sociale

Nel 2023, le petizioni legate a cambiamento climatico e diritti hanno ricevuto meno voti dagli azionisti rispetto all’anno precedente. Ma il cambio di rotta è anche politico
SIMON LEE
SIMON LEE
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16 giugno 2023 Aggiornato alle 13:00

Negli Stati Uniti, l’interesse degli investitori verso policies di sostegno ambientale e sociale è diminuito nel corso del 2023 rispetto all’anno precedente. Tra le cause ci sarebbero le crescenti pressioni politiche dei repubblicani e le proposte sempre più prescrittive da parte degli attivisti nel tentativo di promuovere lo sviluppo sostenibile delle imprese.

A marzo, il Congresso ha approvato un disegno di legge repubblicano che elimina i criteri Esg (Environment, Society, Governance) da una norma del Dipartimento del Lavoro. La legge ha come obiettivo abolire l’uso di investimenti sostenibili nei fondi pubblici poiché intaccherebbero l’economia americana, creando danni ai grandi i produttori di combustibili fossili e di armamenti.

Anche il Governatore della Florida e candidato alla Presidenza Ron DeSantis ha emanato delle leggi contro i criteri di sostenibilità: gli enti pubblici non privilegeranno le aziende “aperte all’ideologia woke, ovvero quelle che hanno un atteggiamento consapevole dei soprusi sociali e della disuguaglianza socioeconomica negli appalti pubblici.

A confermare il cambio di rotta politico è il dato fornito dal Sustainable Investments Institute: questo anno, le petizioni accolte dagli azionisti sull’applicazione di normative riguardanti il cambiamento climatico sono state in media il 23%, inferiori rispetto al 36,6% del 2022. Quelle sui diritti umani sono calate a un terzo (21,6%) del totale dell’anno precedente.

Le petizioni rivolte alle aziende sono diventate uno strumento di discussione delle esigenze dei consumatori e di attivismo per organizzazioni ambientaliste e sociali. Sebbene non siano vincolanti, le proposte in continuo aumento rendono consapevoli le imprese dello sviluppo sostenibile che i propri consumatori vorrebbero fosse attuato, concentrandosi soprattutto sull’impatto ambientale, su politiche retributive eque e inclusive e sulla dimensione della governance.

“Abbiamo assistito a un aumento delle comunicazioni aziendali più trasparenti, in particolare da parte delle società più grandi, insieme a un aumento delle proposte eccessivamente prescrittive che compaiono nelle schede societarie”, ha dichiarato Benjamin Colton, responsabile della stewardship presso State Street Global Advisors. “La nostra analisi è che queste dinamiche abbiano portato a un calo generale del sostegno degli investitori alle proposte ambientali e sociali degli azionisti”.

Il mancato sostegno si verifica in aziende come Exxon, nella quale solo l’11% degli azionisti ha accolto positivamente la petizione per ridurre le emissioni in linea con l’accordo sul clima di Parigi, mentre la proposta di ridurre gli imballaggi di plastica di Amazon ha ricevuto meno di un terzo del sostegno degli attivisti. Cala l’appoggio al 25%, rispetto al 37% del 2022, per le petizione di Ups su una valorizzazione della diversità, una maggiore equità e inclusione nel settore delle spedizioni.

A invertire la rotta si trovano le grandi banche statunitensi. Il 30% degli azionisti di Goldman Sachs, Wells Fargo e Bank of America hanno aderito alle policy sul piano della transizione climatica, con JPMorgan Chase che arriva al 35%. Contro i grandi fondi di investimento si è scagliato Ron Desantis, che ha fatto ritirare circa 2 miliardi di investimenti statali a BlackRock, la più grande società di investimento nel mondo, con l’accusa di usare il voto degli azionisti per promuovere obiettivi sociali liberali.

Spostando il focus sul Vecchio continente, secondo il fornitore di dati Diligent il sostegno medio per le proposte ambientali e sociali equivale all’11,6% nel 2023, in crescita rispetto al 10,6% del 2022 e al 5,5% del 2021. Nel resto del mondo, invece, si è registrato un appoggio verso materie Esg del 17% nel 2023, contro l’11,3% dell’anno precedente.

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