Ambiente

Artico: in meno di 10 anni il ghiaccio marino settembrino scomparirà

È il rischio evidenziato dallo studio pubblicato su Nature Communication: ciò potrebbe avvenire indipendentemente dalla quantità di emissioni prodotte
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
7 giugno 2023 Aggiornato alle 21:00

Lo scioglimento del ghiaccio marino artico potrebbe essere realtà prima di quanto temessimo. Secondo nuovi dati, infatti, potrebbe sparire completamente durante il mese di settembre già nel prossimo decennio, innescando pericolose reazioni a catena a livello globale.

A dirlo è lo studio Observationally-constrained projections of an ice-free Arctic even under a low emission scenario pubblicato su Nature Communication, secondo cui la valutazione del sesto rapporto dell’Ipcc è sottostimata. Le simulazioni dei Modelli CMIP6 hanno rilevato che l’Artico dovrebbe essere praticamente privo di ghiaccio a settembre intorno al 2050, in scenari di emissioni di gas serra intermedie e alte ma non in scenari a basse emissioni. Le proiezioni dei ricercatori, invece, prevedono un Artico senza ghiaccio marino a settembre in tutti gli scenari considerati.

Il ghiaccio artico si accumula durante l’inverno e poi si scioglie in estate, raggiungendo in genere i livelli più bassi a settembre, prima che il ciclo ricominci. Se le estati artiche diventeranno prive di ghiaccio, però, l’accumulo di ghiaccio marino nelle stagioni più fredde sarà molto più lento e l’Artico potrebbe rimanere senza ghiaccio marino anche nella stagione più fredda.

Mentre il ghiaccio marino è per lo più bianco e riflette i raggi del sole (quello che viene definito “effetto albedo”), rispedendoli lontano dalla Terra, l’acqua dell’oceano (che viene esposta dallo scioglimento dei ghiacci) è scura e assorbe l’energia del sole a una velocità maggiore, provocando un innalzamento delle temperature.

“Potremmo sperimentare un clima artico senza ghiaccio senza precedenti nel prossimo decennio o due, indipendentemente dagli scenari di emissione. Ciò influenzerebbe la società umana e l’ecosistema sia all’interno che all’esterno dell’Artico, modificando le attività marine dell’Artico e accelerando ulteriormente il riscaldamento dell’Artico e alterando così il ciclo del carbonio” nella regione, spiegano i ricercatori.

Uno degli aspetti più preoccupanti è che questo potrebbe accadere indipendentemente dalle emissioni, un dato che ha colpito anche i ricercatori: «Siamo rimasti sorpresi di scoprire che in estate ci sarà un Artico libero dai ghiacci, indipendentemente dal nostro sforzo per ridurre le emissioni, cosa che non ci aspettavamo», ha detto alla Cnn Seung-Ki Min, autore principale dello studio e professore alla Pohang University of Science and Technology in Corea del Sud.

Secondo uno studio della National Oceanic and Atmospheric Administration del 2022, negli ultimi decenni l’Artico si è riscaldato 4 volte più velocemente del resto del mondo, un fenomeno che prende il nome di Artic amplification. La perdita di ghiaccio marino nella regione è già realtà: i ghiacci artici che hanno visto un assottigliamento del 66% (quasi 2 metri) dalla metà del XX secolo e la loro estensione è declinata del 13%, per ogni decade, nel mese di settembre. Per capirci, è come se fosse scomparsa un’area grande come lo Stato americano del Sud Carolina.

Un Artico totalmente senza ghiaccio marino estivo, però, potrebbe avere effetti devastanti per tutto il Pianeta. «Dobbiamo prepararci molto presto per un mondo con un Artico più caldo - ha continuato Min - Poiché si suggerisce che il riscaldamento dell’Artico porti eventi meteorologici estremi come ondate di caldo, incendi e inondazioni alle medie e alte latitudini settentrionali, l’inizio anticipato di un Artico libero dai ghiacci implica anche che vivremo eventi estremi più velocemente del previsto».

Questo scenario, infatti, potrebbe non essere così lontano: secondo lo studio, se continueremo a bruciare combustibili fossili e i livelli di inquinamento che riscaldano il Pianeta saliranno, l’Artico vedrà una completa perdita di ghiaccio marino da agosto fino a ottobre prima del 2080.

E i tempi potrebbero addirittura essere più rapidi: un Artico senza ghiaccio marino, infatti, avverte Rachel Ramirez sulla Cnn, potrebbe anche portare all’apertura di nuove rotte e a un aumento del trasporto marittimo commerciale, il che avrebbe un effetto a catena. Secondo l’Artic report card dello scorso anno, a cura della National Oceanic and Atmospheric Administration, “un aumento del traffico marittimo porterebbe a maggiori emissioni e inquinamento nella regione”.

Ma il preoccupante innalzamento delle temperature non riguarda solo l’Artico; a salire sono quelle di tutti gli oceani: secondo il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, a maggio 2023 la temperatura di tutti gli oceani privi di ghiacci è stata la più alta mai registrata.

Il mese di maggio 2023 è stato il secondo più caldo a livello globale (con una temperatura inferiore di 0,1°C rispetto al maggio più caldo mai registrato, ndr), dal momento che le condizioni di El Niño continuano a manifestarsi nel Pacifico equatoriale - ha spiegato Samantha Burgess, vicedirettrice di Copernicus - Le temperature oceaniche stanno già raggiungendo livelli record e i nostri dati indicano che la temperatura media di tutti i mari privi di ghiacci nel maggio 2023 è stata più alta di qualsiasi altro maggio”.

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