Ambiente

El Niño: si rischia di raggiungere il +1,5 °C prima del 2027

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, l’arrivo dell’Oscillazione Meridionale porterà il Pianeta ad affrontare l’anno più caldo di sempre nei prossimi 5 anni
Credit: EPA/STEPHANIE LECOCQ
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19 maggio 2023 Aggiornato alle 10:00

La temperatura media globale potrebbe raggiungere gli 1,5 °C in più rispetto all’era preindustriale, prima di quanto pensiamo.

In un nuovo studio, l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) spiega come esista il 66% di probabilità (2 su 3) che ciò accada, per almeno un anno, già prima del 2027. Non è però finita: nei prossimi 5 anni dovremo anche affrontare l’anno più caldo di sempre.

Il ritorno di El Niño, un complesso evento climatico che avviene con cadenza periodica nel Pacifico meridionale, entro la fine del 2023, potrebbe amplificare gli effetti dell’emergenza.

Il limite di 1,5 °C è stato concordato dai Governi, dopo varie trattative e compromessi, nell’ambito dell’Accordo sul clima di Parigi del 2015, a Cop21. A spingere per la sua adozione, sono stati i Paesi più esposti ai fenomeni meteorologici estremi causati dalla crisi climatica, come alluvioni, siccità o innalzamento degli oceani.

Superare la soglia di riscaldamento simbolica infatti rischia di innescare una serie di impatti catastrofici, che potrebbero potenziarsi a cascata, diventando irreversibili, come ha spiegato nel 2018 l’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc).

La temperatura media globale più alta registrata fino a ora è stata di 1,28°C, al di sopra dei livelli preindustriali (quelli tra il 1850 e il 1900). La Wmo esegue ogni anno una stima delle probabilità di oltrepassare gli 1,5 °C nei successivi 5 anni. Nel corso del tempo sono aumentate drammaticamente: nel 2015 erano pari a 0, mentre tra il 2017 e il 2021 hanno raggiunto il 10%. Nel 2022 sono diventate 1 su 2 (il 50%).

Il 66%, calcolato per il 2023, è accompagnato da un’altra previsione preoccupante: quasi certamente (nel 98% dei casi), almeno 1 dei 5 anni che ci separa dal 2027 sarà il più caldo mai registrato. Le temperature supereranno persino i record del 2016, dovuti all’influenza di El Niño.

Questo evento è parte di un sistema meteorologico oscillante che si sviluppa nell’Oceano Pacifico. Negli ultimi 3 anni, il mondo si è trovato nella fase di segno opposta, nota come La Niña. Questa ha avuto un effetto frenante sull’aumento delle temperature globali. Lo sviluppo di un nuovo El Niño, previsto per il 2023, si aggiungerà al riscaldamento che sta già sperimentando la Terra, esacerbandola.

In diverse aree del mondo, già lo scorso anno, si sono registrati dei picchi, ma per gli esperti si tratta solo dell’inizio. Secondo lo studio dell’Agenzia scientifica australiana Csiro, per ogni anno fino al 2027 le temperature globali oscilleranno tra 1,1°C e 1,8°C al di sopra della media preindustriale.

Questo, con alte probabilità, porterà a una diminuzione delle piogge in Amazzonia, America Centrale, Australia e Indonesia. Si tratta di zone che ospitano i maggiori serbatoi per l’assorbimento dell’anidride carbonica sul Pianeta, già minacciati dalla deforestazione e nelle quali si verificheranno gravi fenomeni di siccità. Allo stesso tempo, afferma lo studio, ci saranno precipitazioni superiori alla media, nei prossimi 5 anni, in Europa settentrionale, Alaska e Siberia settentrionale e nel Sahel (Africa).

Le emissioni di gas serra, che intrappolano grandi quantità di calore nell’atmosfera, forniscono un contributo importante a questo scenario drammatico. Eppure, il mondo è ben lontano dalla riduzione del 43%, necessaria a limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C.

Tuttavia, rassicura la Wmo, gli obiettivi dell’Accordo di Parigi saranno vanificati solo se sfonderemo la soglia per un periodo di almeno 20 anni. «Il rapporto di oggi non significa che saremo sempre oltre il limite di 1,5 °C – ha dichiarato il segretario generale dell’organizzazione, Petteri Taalas - ma avvisiamo che in futuro oltrepasseremo il limite temporaneamente sempre più spesso».

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