Ambiente

Le costituzioni europee tutelano la biodiversità?

A febbraio 2022 la riforma degli Articoli 9 e 41 ha inserito il paesaggio tra i principi fondamentali della Costituzione italiana, che non è l’unica nel vecchio continente ad aver adottato misure simili
Credit: Tudjudha S
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2 giugno 2023 Aggiornato alle 11:00

La Costituzione si apre all’ambiente e alle future generazioni”. A febbraio 2022 la modifica agli Articoli 9 e 41 della Carta fondamentale italiana, ha segnato una svolta nella tutela non solo dei nostri ecosistemi, ma anche dei cittadini del futuro.

Il tema è al centro di un evento ospitato dall’IIS Giorgi – Woolf di Roma, con Fondazione Mondo Digitale e Asvis (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), ma come è cambiato il legame tra ecologia e Costituzione?

La tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali era già stata inserita tra le competenze dello Stato, con una riforma del 2001 dell’Articolo 117. L’intervento sull’Articolo 9 però rappresenta un passo ulteriore perché fissa l’obbligo di proteggere il paesaggio, ponendo questo concetto tra i principi fondamentali e immodificabili, al pari del diritto al lavoro o della sovranità popolare.

La Repubblica – afferma il testo – promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Le novità introdotte sono diverse. L’ambiente, innanzitutto, viene inteso in un senso più ampio rispetto al passato, che comprende anche l’equilibrio degli ecosistemi e la salute della biodiversità che la popola. A dover essere protetti poi non sono solo i monumenti naturali o i parchi soggetti a programmi speciali di salvaguardia, come quelli della Rete europea Natura 2000. Viene infatti riconosciuto il valore di tutti i paesaggi, anche quelli “privi di pregio” o “degradati, a causa dell’azione umana”, come spiega un dossier del Senato.

Con la dicitura “interesse delle future generazioni”, l’Articolo 9 accenna, per la prima volta, al legame tra la conservazione delle risorse naturali, soprattutto se non rinnovabili, come suolo o acqua, e il benessere dei cittadini e delle comunità del futuro. La riforma abbandona inoltre una visione esclusivamente antropocentrica della tutela del paesaggio, attribuendo allo Stato anche la responsabilità di proteggere gli animali.

Il secondo comma dell’Articolo 41 è figlio di lunghe battaglie legali, come quella che ha riguardato l’ex Ilva di Taranto e altre industrie inquinanti. Sancisce infatti l’obbligo di bilanciare le attività produttive e la protezione della natura.

L’iniziativa economica privata è libera – afferma – Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”. Il paesaggio, come bene costituzionale, è considerato al pari di diritti come la sicurezza, la libertà, la salute e la dignità.

L’Italia non è però il primo Stato a dedicare così tanta attenzione all’ambiente nella sua Carta costituzionale. La Spagna, che ha uno dei Documenti più recenti, emanato nel 1978 dopo la fine della dittatura di Francisco Franco, sancisce il dovere di preservare l’ambiente e le risorse naturali, al fine di “proteggere e migliorare la qualità di vita” nell’interesse della collettività.

Le revisioni degli anni Novanta hanno portato delle novità anche nei Paesi Bassi (1993) e in Germania (1994).

Berlino, nella sua Carta, richiama “la responsabilità verso le generazioni future e la tutela degli animali”, inserite anche dal Parlamento italiano.

La Carta di Amsterdam – secondo la quale, “i poteri pubblici provvedono a tutelare l’abitabilità del Paese e a proteggere e migliorare l’ambiente” - è stata fondamentale nel caso Urgenda del 2015. Appellandosi a essa, una sentenza della Corte distrettuale dell’Aja ha obbligato lo Stato a modificare i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, in modo da non incorrere nella lesione di diritti umani.

Nella Costituzione francese, riformata nel 2005 con una specifica Carta dell’ambiente, la salvaguardia dei paesaggi compare come diritto e dovere. Il disastro ecologico dovuto all’affondamento della petroliera Erika, al largo delle coste bretoni nel 1999, ha portato il Parlamento a inserire tra le norme fondamentali dello Stato anche la necessità di punire chi causa danni al patrimonio ambientale. Dal 2021, nel Senato di Parigi, è in discussione anche un’ulteriore modifica dell’Articolo 1, per rendere ancora più centrale il tema del paesaggio e della biodiversità.

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