Diritti

Avremo una Costituzione… bestiale

Animali e ambiente potrebbero essere presto inseriti, e protetti, dalla nostra Carta fondamentale. L’iter di riforma degli articoli 9 e 41 terminerà a giugno, spinto anche dalle ultime parole del Capo dello Stato: «L’Italia deve tutelare biodiversità, ecosistemi e future generazioni»
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
3 febbraio 2022 Aggiornato alle 17:40

«C’è la necessità di un’Italia impegnata nella tutela della biodiversità, degli ecosistemi e consapevole della responsabilità nei confronti delle future generazioni» ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella durante il suo giuramento a Montecitorio il 3 febbraio 2022. L’ambiente è proprio uno dei punti chiave di un Paese che deve «disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza». In quest’ottica, a fine gennaio, la Commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato per la seconda volta il disegno di legge che introduce la tutela dell’ambiente e degli animali nella nostra Costituzione.

La modifica degli articoli 9 e 41, che si riferiscono alla tutela del paesaggio e all’iniziativa economica, sta quindi per arrivare alle battute finali dopo il secondo passaggio alla Camera. Si tratta di una riforma costituzionale che, come tale, deve affrontare un iter più complesso rispetto alle altre modifiche di legge: è necessaria una doppia deliberazione del Parlamento.

Se la legge dovesse finalmente essere approvata in maniera definitiva, che cosa accadrebbe? La tutela degli animali e dell’ambiente sarebbero, una volta per tutte, inserite nella Costituzione. Un importante traguardo che potrebbe essere raggiunto a giugno 2022, con la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, che ha sottolineato anche nel suo giuramento quanto la tutela dell’ambiente sia necessaria per garantire un futuro migliore alle prossime generazioni. Ma che cosa dicono esattamente gli articoli da modificare?

Cosa dice l’articolo 9

L’articolo 9 della Carta costituzionale sancisce che «la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Il disegno di legge prevede l’aggiunta di questa dicitura: «La Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali». Un comma interamente dedicato ai temi green, in cui viene introdotto per la prima volta un riferimento agli animali.

L’Italia è pronta a seguire l’orientamento della normativa europea, che all’art. 13 del Trattato sul Funzionamento dell’UE sottolinea che: «L’Unione e gli Stati Membri devono, poiché gli animali sono esseri senzienti, porre attenzione totale alle necessità degli animali, sempre rispettando i provvedimenti amministrativi e legislativi degli Stati Membri relativi in particolare ai riti religiosi, tradizioni culturali ed eredità regionali».

Se il disegno di legge passasse, verrebbe riconosciuta la dignità agli animali, che non verrebbero più considerati “cose”. Esempi a cui guardare sono Spagna e Regno Unito, due Paesi che li hanno già riconosciuti come esseri senzienti: a maggio 2021 il disegno di legge “Animal Welfare Sentience Bill” è entrato a fare parte della legislazione inglese come primo decreto nell’ambito del Piano d’Azione per il Benessere animale in Uk. In Spagna, a dicembre 2021, è stato modificato il Codice Civile, per cui gli animali, da “beni mobili” sono diventati “esseri senzienti”.

Tornando in Italia e all’articolo 9 della Costituzione, la tutela dell’ambiente rientra già tra le competenze esclusive dello Stato, ma la valorizzazione è materia delle singole Regioni. La modifica vuole portare la tutela degli ecosistemi a difesa dello Stato per rafforzare il principio della tutela ambientale già prevista dall’articolo 117 della Costituzione. Come spiegato negli atti della discussione parlamentare, «L’ambiente si configura non come mero bene o competenza, bensì come valore primario e sistemico». Di forte rilevanza anche il concetto delle “future generazioni”, mai espresso in maniera così chiara nella Costituzione.

Cosa dice l’articolo 41

L’ambiente viene qui affrontato in termini economici: l’articolo 41, per come è scritto ora, sancisce che «l’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché’ l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali».

La modifica prevede l’aggiunta di riferimenti ad ambiente e sicurezza tra i limiti all’esercizio dell’attività economica privata. E, nel terzo comma, i fini a cui ci si riferisce sarebbero non più solamente “sociali”, ma anche “ambientali”. In questo modo verrebbero posti sullo stesso piano tutela della salute e tutela dell’ambiente.

Come spiega la politica e sindacalista italiana Valeria Fedeli, Senatrice del Partito Democratico dalla XVII legislatura: «È motivo di profondo orgoglio per il nostro Parlamento votare la prima integrazione ai principi fondamentali della Costituzione. Inserire nella Carta fondamentale la tutela del patrimonio ambientale e della biodiversità, e stabilire che nessuna attività privata può andare contro la salute, l’ambiente, la tutela e il rispetto degli animali, è una scelta storica che guarda al futuro. Una scelta di forte responsabilità nei confronti delle nuove generazioni e di salvaguardia della sostenibilità ambientale».

Fedeli, da sempre attenta alla tutela dell’ambiente, sottolinea che «è questo il criterio cui devono e dovranno essere orientate oggi e in futuro tutte le scelte economiche, politiche, sociali. Dopo il via libera del Senato arrivato lo scorso 3 novembre in seconda deliberazione, adesso si attende solo l’ultimo passaggio alla Camera per la quarta e ultima lettura. «E sarà così definitivamente sancito il principio che nessuna attività umana, economica, sociale e politica può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana» precisa Fedeli.

Come ha sottolineato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’impegno nella tutela della biodiversità e degli ecosistemi è una necessità. Non deludiamolo.

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