Ambiente

Gas serra: accordo Ue sul taglio del 40%

Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto l’intesa sulla riduzione delle emissioni inquinanti per trasporti, edilizia, agricoltura, rifiuti e piccole industrie. Per l’Italia l’obiettivo è del 43,7% entro il 2030
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
10 novembre 2022 Aggiornato alle 16:30

Stretta sulle emissioni inquinanti. La sera dell’8 novembre, Consiglio e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio su obiettivi di riduzione delle emissioni più rigorosi per gli Stati membri nel quadro del cosiddetto regolamento sulla condivisione degli sforzi.

L’accordo, in attesa dell’adozione formale, è su un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, contro il 29% attuale, per i settori non coperti dal sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue (Ets), ovvero il trasporto stradale e marittimo, gli edifici, l’agricoltura, i rifiuti e le piccole industrie.

L’accordo si traduce in una riduzione compresa tra il 10% e il 50% delle emissioni di gas serra per ciascuno Stato membro a seconda del Pil pro capite e dell’analisi costi-efficacia. Per l’Italia si tratta di un taglio del 43,7% entro il 2030 rispetto ai valori del 2005. Il target nazionale attuale è del 33%.

L’intesa rappresenta un passo ulteriore del pacchetto Fit for 55 dopo lo stop alle auto a benzina e diesel raggiunto a fine ottobre. «È un segnale forte alla Cop27del fatto che l’Ue sta adottando le misure necessarie per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. I settori contemplati dal regolamento sulla condivisione degli sforzi generano attualmente circa il 60% delle emissioni di gas a effetto serra», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans.

Per tenere conto delle incertezze legate a eventi imprevisti che potrebbero avere un impatto sulle emissioni, i co-legislatori europei hanno concordato un aggiornamento al 2025 che potrebbe portare a un adeguamento al rialzo o al ribasso delle assegnazioni annuali di emissioni per ciascuno Stato membro nel periodo 2026-2030.

Per quanto riguarda il 2021, se le emissioni sono inferiori alle assegnazioni annuali, gli Stati membri possono accantonare fino al 75% della loro assegnazione relativa a quell’anno per gli anni successivi fino al 2030. Dal 2022 al 2029, gli Stati membri potranno accantonare fino al 25% delle loro assegnazioni fino all’anno in questione e utilizzarle negli anni successivi fino al 2030.

Al contrario, negli anni in cui le emissioni sono superiori al limite annuale fissato, gli Stati membri potranno prendere in prestito le assegnazioni dell’anno successivo fino al 7,5% delle loro assegnazioni annuali per gli anni dal 2021 al 2025 e fino al 5% per il periodo 2026-2030. L’accordo provvisorio consente inoltre di acquistare e vendere le assegnazioni di emissioni tra gli Stati membri fino al 10% delle loro assegnazioni annuali dal 2021 al 2025 e fino al 15% per dal 2026 al 2030.

Leggi anche
Fit for 55
di Fabrizio Papitto 3 min lettura
Inquinamento
di Giacomo Talignani 3 min lettura