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Rayyanah Barnawi è la prima saudita nello Spazio

La missione Axiom 2 (organizzata dall’azienda statunitense Axiom Space) durerà 12 giorni; nell’equipaggio, anche il connazionale Ali Alqarni. Sono i primi astronauti originari dall’Arabia Saudita a salire su un razzo dall’85
Rayyanah Barnawi, astronauta dell'Ax-2, è la prima donna saudita a raggiungere lo Spazio
Rayyanah Barnawi, astronauta dell'Ax-2, è la prima donna saudita a raggiungere lo Spazio Credit: Axiom Space
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
22 maggio 2023 Aggiornato alle 17:00

Volando a bordo della capsula SpaceX Dragon, Rayyanah Barnawi sta entrando nella storia, oltre che in orbita: è la prima astronauta saudita ad andare nello Spazio e una delle prime donne arabe a visitare la Stazione Spaziale Internazionale.

Insieme al connazionale e pilota di caccia Ali Alqarni, la prima coppia di astronauti originari dell’Arabia Saudita viaggerà nello Spazio dopo decenni. A completare l’equipaggio, anche la collega statunitense in pensione Peggy Whitson, che effettuerà il suo quarto volo verso la Iss, e John Shoffner, un uomo d’affari del Tennessee che presterà servizio come pilota.

La missione si chiama Axiom 2 (Ax-2), è la seconda interamente privata con a bordo un equipaggio di astronauti organizzata dall’azienda aerospaziale statunitense Axiom Space verso la Stazione Spaziale Internazionale. La partenza è avvenuta il 21 maggio dal dal Kennedy Space Center della Nasa, in Florida. Il razzo è stato lanciato dal vettore spaziale Falcon 9, di proprietà di SpaceX, la compagnia aerospaziale fondata da Elon Musk. L’attracco di Dragon alla Stazione Spaziale è avvenuto oggi lunedì 22 maggio (alle 9:16 circa ET, Eastern Time, 15:16 italiane)

L’equipaggio starà in orbita 12 giorni, di cui 10 trascorsi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale: condurrà oltre 20 esperimenti scientifici e tecnologici in settori quali la fisiologia umana, le scienze fisiche e le Steam (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arti e Matematica), “per contribuire ad ampliare le conoscenze a beneficio della vita sulla Terra in settori quali l’assistenza sanitaria, i materiali, lo sviluppo tecnologico e i progressi industriali”, spiega SpaceX.

Barnawi, classe 1988, è nata a Jeddah, in Arabia Saudita. Una volta in orbita, la donna ha salutato i terrestri: «Ciao dallo Spazio! È una sensazione incredibile vedere la Terra da questa capsula». Prima della partenza, Barnawi si era detta entusiasta di essere la prima donna araba a eseguire un viaggio spaziale, e non vedeva l’ora di condividere la sua esperienza con i bambini: «Poter guardare le loro facce quando vedono per la prima volta astronauti della loro regione è molto emozionante», ha dichiarato.

Ha diverse lauree in scienze biomediche: ha conseguito un master in Scienze Biomediche presso l’Alfaisal University, nella capitale Riyad, e una laurea in Scienze Biomediche all’University of Otago, in Nuova Zelanda. È una ricercatrice biomedica con quasi un decennio di esperienza nello studio delle cellule staminali del cancro.

Barnawi ha trascorso oltre 9 anni come tecnica di laboratorio di ricerca per il programma di reengineering (reingegnerizzazione) delle cellule staminali e dei tessuti per migliorare il trattamento del cancro presso il King Faisal Specialist Hospital and Research Center di Riyad. Al di fuori della sua carriera professionale, spiega Axiom Space, “Barnawi è un’appassionata di sport e di attività all’aria aperta e partecipa ad avventure in tutto il mondo. Dalle immersioni subacquee in Arabia Saudita e Indonesia, al deltaplano, all’oscillazione su una sporgenza, al fiume in Nuova Zelanda, all’escursionismo e al rafting in Türkiye, e molto altro ancora”.

Nel corso di Axiom 2 sarà “specialista di missione”, un ruolo che generalmente viene assegnato a un’area limitata, come i test medici o questioni le tecniche. Barnawi lavorerà per facilitare la ricerca scientifica del proprio Paese, concentrandosi sullo studio delle cellule staminali e del cancro al seno.

Lei e il collega e connazionale Ali Alqarni sono i primi astronauti originari dell’Arabia Saudita a salire su un razzo dal 1985, spiega Al Jazeera, quando un principe saudita viaggiò a bordo dello Space Shuttle Discovery. Ad accoglierli, alla Stazione Spaziale Internazionale, un astronauta degli Emirati Arabi Uniti.

La loro partenza si inserisce nel programma strategico di Human Space Flight, lanciato dalla Commissione Spaziale Saudita per consentire di realizzare la Vision 2030 del Paese: si tratta di un quadro strategico per ridurre la dipendenza dell’Arabia Saudita dal petrolio, diversificare la sua economia e sviluppare settori di servizio pubblico come sanità, istruzione, infrastrutture, attività ricreative e turismo. Le aree di ricerca del programma Hsf non solo saranno utili per noi sulla Terra, ma consentiranno anche future missioni sulla Luna e su Marte”, spiega la Commissione.

Il programma mira a preparare nuovi astronauti professionisti in rappresentanza dell’Arabia Saudita e “lanciarli in missioni di breve e lunga durata per condurre ricerche a beneficio dell’intera umanità”, aggiunge il sito della Commissione Spaziale Saudita. La missione di Barnawi e Alqarni “aprirà la strada a un programma Hsf sostenibile, inviando in futuro astronauti sauditi in missioni di lunga durata per almeno 180 giorni, per condurre ulteriori ricerche ed espandere il contributo saudita alla scienza”.

Axiom Space non ha voluto dire quanto l’Arabia Saudita e l’uomo d’affari texano dell’equipaggio, Shoffner, pagheranno per la missione: in precedenza la società aveva parlato di 55 milioni di dollari a testa. Questo viaggio è il secondo commerciale organizzato da Axiom Space verso la Stazione Internazionale Spaziale: il primo risale allo scorso anno. Aveva a bordo 3 uomini d’affari e un astronauta della Nasa in pensione.

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