Futuro

Ursula von der Leyen chatta con lo Spazio

La presidente della Commissione Ue ha inaugurato #Spacechat, la prima diretta con la stazione orbitante Esa per parlare di ambiente e progetti stellari
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
24 gennaio 2022 Aggiornato alle 17:09

3 2 1… lancio! Il 24 gennaio l’equipaggio di Space Chat è decollato, approdando sui social: la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e l’astronauta tedesco dell’Agenzia Spaziale Europea Matthias Maurer hanno chiacchierato in diretta rispondendo alle domande inviate da ragazze e ragazzi a tema spaziale. Il ritardo nell’audio, forse dovuto ai 400 km di distanza dalla superficie terrestre, non ha fermato i partecipanti e neanche gli utenti connessi, più di un migliaio su Instagram.

A introdurre gli ospiti della diretta spaziale, durata una ventina di minuti, il Direttore Generale dell’Esa Josef Aschbacher: von der Leyen e Gaspar G, un giovane youtuber e giornalista francese, hanno dialogato con Maurer, che fluttuava a bordo della Stazione Spaziale Internazionale dove si trova per la missione Cosmic Kiss, partita a fine ottobre 2021 e della durata di 6 mesi.Mathias, do you hear us loud and clear?” (Mathias, ci senti forte e chiaro?) ha chiesto Ursula von der Leyen all’astronauta.

Tra i temi affrontati, le iniziative di politica spaziale dell’Unione europea e il nuovo pacchetto che Bruxelles lancerà entro due settimane. Due i principali obiettivi: in primis regolamentare il traffico spaziale che, come spiega la presidente von der Leyen in diretta, «è come il traffico automobilistico, deve avere delle regole!». Maurer, testimone oculare di ciò che accade ben oltre la nostra atmosfera, parla dei satelliti che orbitano accanto alla stazione spaziale: «Questa sera dovremmo evitarne uno che passerà proprio di fianco a noi: gli scienziati stanno lavorando per farci fare delle manovre e non correre rischi, ma si tratta di veicoli essenziali per lo sviluppo umano perché senza di essi non avremmo tutte le ricerche scientifiche odierne».

Secondo obiettivo, la lotta al cambiamento climatico: attualmente ci sono 28 satelliti targati UE che supportano le iniziative per combattere il climate change. Le soluzioni proposte dal programma proteggono gli habitat terrestri e aiutano a rispettare la promessa di piantare 3 miliardi di alberi, con il sistema globale di navigazione satellitare Galileo e il programma di osservazione della Terra Copernicus che contribuiscono a realizzare tecniche agricole intelligenti e sostenibili, facendo risparmiare agli agricoltori europei fino al 20% di pesticidi e fertilizzanti. Il programma sostiene anche l’ubicazione degli impianti di energia rinnovabile valutando la potenziale generazione di energia e gli impatti ambientali. «Dobbiamo proteggere lo Spazio affinché le future astronaute e astronauti se lo godano come stai facendo tu!» ha detto von der Leyen a Maurer.

Dopo le spiegazioni tecniche, sono arrivate le domande dei giovani utenti interessati alle dinamiche spaziali: “Perché la missione si chiama Cosmic Kiss?” chiede una bambina bionda a Maurer. «Esprime l’amore che abbiamo per lo spazio e motiva le persone a essere attratte dal cielo stellato» dice fiero Maurer. L’Esa l’ha definita “una dichiarazione d’amore per lo spazio che collega la Terra e il cosmo attraverso la Stazione spaziale, con la consapevolezza e la necessità di rispettare, proteggere e preservare la natura del nostro Pianeta alla ricerca di un futuro sostenibile”. Poi è stato il turno di Aysha, dalla Francia, che ha chiesto dei detriti che viaggiano nel cosmo: qui è intervenuta la presidente della Commissione, che ha spiegato come l’Esa sia la prima agenzia spaziale che si è data l’obiettivo di «invertire il contributo dell’Europa agli space debris entro il 2030, promuovendo una tecnologia in grado di mantenere un ambiente spaziale pulito».

Una piccola utente ha domandato a Maurer: “Ma voi vi sentite soli nello spazio?”. L’astronauta ha ammesso che «è vero, non c’è molta gente quassù, ma non ci sentiamo mai soli: tra colleghi stiamo sempre insieme, chiamiamo le nostre famiglie, condividiamo tutto». Poi la domanda dedicata a chi vuole fare l’astronauta: Maurer dice che il primo passo è amare questo lavoro, andare bene a scuola e anche all’Università. Poi il gioco è fatto. L’ultimo quesito ha riguardato il gender gap nello spazio: “Perché ci sono così poche donne?”. Maurer spiega che, in realtà, in orbita sono sempre di più: circa il 40% delle candidature all’Esa sono femminili, per esempio. E accanto a Maurer figurano altri tre astronauti, parte del team SpaceX Crew-3, tra cui una donna: sono Raja Chari, americano del Wisconsin, Thomas H. Marshburn, originario del North Carolina e Kayla Barron, dall’Idaho. «Nessun lavoro è out of reach per le donne, questo è il mio messaggio per tutte voi» dice von der Leyen. Anche l’italiana Samantha Cristoforetti, per esempio, prenderà parte alla Expedition 68 in programma ad aprile: sarà la prima donna europea al comando della Stazione Spaziale Internazionale.

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di Redazione 3 min lettura