Economia

Jet privati: +64% rispetto al 2021

Secondo Greenpeace, in Europa i voli privati sono stati oltre 572.000 e hanno liberato tanti gas serra quanti quelli prodotti annualmente da 550.000 cittadini del Vecchio Continente
Credit: Ömer Acar
Tempo di lettura 4 min lettura
11 maggio 2023 Aggiornato alle 13:00

Viaggiare da New York a Milano, senza lunghe attese, bambini che piangono e nel comfort è una scelta sempre più ambita. Chi paga però il vero costo di questo lusso?

Solo nel primo trimestre del 2023, i voli Italia-Usa sono aumentati del 1.216% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 1.385% dal 2022. Questi i dati che emergono dall’analisi del Corriere della Sera sull’archivio del Department of Homeland Security-Customs and Border Protection, ente che registra tutti gli spostamenti in entrata e in uscita degli Stati Uniti.

Nello specifico, i viaggiatori dell’aviazione generale Italia-Usa sono stati 1.732 nel 2019; nel periodo pandemico, a causa della chiusura delle frontiere, il numero di passeggeri è diminuito a 703 nel 2020. Nel 2021 si è registrata una notevole ripresa (2.440 persone) che ha avuto il suo picco storico nel 2022 con un +988% sul 2019.

Lo scorso anno, lo 0,5% del totale delle rotte realizzate tra i due Paesi è stato percorso da jet privati.

Per quale motivo, quindi, questo dato apparentemente irrisorio è accolto in maniera negativa?

Per comprenderlo, bisogna innanzitutto delineare il tipo di clientela che usufruisce di questo servizio e stimarne l’impatto sull’ambiente.

Gli elevati costi fanno facilmente presagire a che fascia di reddito appartengano gli utilizzatori dei jet privati. a esempio, Vistajet, colosso dell’aviazione privata, mette in vendita una card di 25 ore da consumare e che vengono scalate ogni volta che si usa il servizio, a cifre che variano dai 6.500 ai 16.000 dollari a ora, a seconda della distanza da percorrere.

A destare preoccupazione è soprattutto l’impatto ambientale dei voli privati. Essere consapevoli che il 10% più ricco della popolazione produce, in media, più della metà dei gas effetto serra emessi nell’atmosfera è uno strumento importante per aprire un dibattito riguardante la disuguaglianza climatica e per stimolare l’applicazione di policy per contenere i danni all’ambiente.

Sui social, profili come @jetdeiricchi e @l’aviondebernard rendono pubblico, tramite la tecnica del name & shame, il peso che i privilegi di alcuni hanno sull’ambiente; tramite la consultazione di open data, è possibile documentarsi sugli sprechi dei vip durante i loro spostamenti per mezzo di jet privati, che per lo più sono di breve durata e che sarebbero più eco-friendly utilizzando aerei di linea o treni.

Il rapporto di marzo, relativo al 2022, di Greenpeace mostra l’impatto climatico dei jet privati, i quali producono in media emissioni 5-14 volte superiori a quelle dei voli di linea. Nel dettaglio, in Italia i voli privati hanno visto un incremento del 61% rispetto al 2021 con un emissione totale di circa 266.100 tonnellate di CO2, una quantità, spropositata, pari a quella prodotta in media da 50.000 italiani in un anno. L’Italia occupa il quarto posto in Europa per consumi, dopo Germania, Francia e Regno Unito.

Nei cieli europei i voli privati sono stati il 64% in più del 2021: oltre 572.000 che hanno causato delle emissioni pari a quelle prodotte annualmente da 550.000 cittadini europei; la rotta aerea più trafficata è stata Parigi-Londra, percorsa in media da nove voli privati ogni due giorni nonostante essa abbia un collegamento ferroviario diretto che impiega poco più di due ore per giungere a destinazione e con delle emissioni nettamente inferiori.

Sono innumerevoli le azioni degli ambientalisti che negli ultimi hanno focalizzano il dibattito sulla limitazione dell’uso di jet privati e, in generale, delle emissioni gas serra nell’atmosfera; l’obiettivo è quello di tramutare questi dati sconcertanti in proposte di intervento attivo.

Una delle azioni di molti Governi europei è stata quella di introdurre un’ecotassa, ovvero un’imposta (carbon tax) su un’esternalità negativa, come l’inquinamento, che ostacola l’uso efficiente del bene pubblico con costi ambientali e sociali elevati.

Ad esempio, l’Italia ha introdotto la tassa sul carbonio con la legge n. 448 del 23 dicembre 1998, a seguito della firma del protocollo di Kyoto del 1997 (un trattato internazionale sul surriscaldamento globale).

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