Futuro

Dna: è nato il primo bambino inglese da tre genitori

È stato possibile grazie alla donazione mitocondriale, una tecnica di fecondazione in vitro che può aiutare a prevenire malattie ereditarie incurabili
Credit: via lifecharity.org.uk
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
11 maggio 2023 Aggiornato alle 10:00

Nel Regno Unito è nato il primo bambino inglese creato col Dna di tre persone diverse grazie a una rivoluzionaria procedura di fecondazione in vitro volta a impedire che i nascituri ereditino malattie incurabili.

La tecnica, nota come trattamento di donazione mitocondriale (Mdt), o terapia sostitutiva mitocondriale (Mrt), utilizza il tessuto degli ovuli di donatrici sane per creare embrioni di fecondazione in vitro privi di mutazioni dannose portate dalle madri naturali che potrebbero essere trasmessi ai loro figli.

Il primo bambino al mondo partorito con l’Mtd è nato negli Stati Uniti nel 2016 da una famiglia originaria della Giordania. La madre del ragazzo portava i geni della sindrome di Leigh, una letale malattia neurologica progressiva conosciuta anche come encefalomielopatia subacuta necrotizzante.

Nonostante si tratti tecnicamente di bambini nati da tre genitori, a provenire dalla donna donatrice è circa lo 0,1% del Dna del bambino, corrispondente a circa 37 geni su 20.000.

L’Autorità britannica per la fertilizzazione e l’embriologia (Hfea) ha dichiarato che a essere nati con questa procedura sono “meno di cinque bambini”.

«Tutti i conteggi inferiori a 5 non vengono rilasciati poiché esiste una possibilità significativa che, se combinati con altre informazioni a cui è possibile accedere ragionevolmente, potrebbero portare all’identificazione di una persona verso cui l’Hfea ha un obbligo di riservatezza», ha spiegato nel gennaio 2022 Syed Salah Kamall, membro della Camera dei Lord britannica, rispondendo alla domanda di un altro parlamentare.

Il Regno Unito è stato il primo Paese ad autorizzare l’Mtd in seguito alla votazione favorevole del Parlamento nel febbraio 2015 e al successivo via libera dell’Hfea nel dicembre 2016.

Il regolatore britannico ha raccomandato la donazione mitocondriale «per i trattamenti di riduzione del rischio in alcuni casi in cui i trattamenti alternativi sarebbero di scarso o nessun beneficio per le madri a rischio di trasmettere la malattia mitocondriale ai propri figli».

Nel 2017 è stata concessa la prima licenza per il trattamento al Newcastle Fertility Centre, mentre i primi casi sono stati approvati soltanto l’anno successivo.

Nel 2019 la donazione mitocondriale venne utilizzata anche dalla Grecia come rimedio contro l’infertilità, un caso controverso che venne apertamente biasimato dagli esperti del Regno Unito, secondo i quali «la paziente avrebbe concepito anche con un ulteriore ciclo di fecondazione in vitro standard».

«I rischi della tecnica non sono del tutto noti, sebbene possano essere considerati accettabili se utilizzati per trattare la malattia mitocondriale», dichiarò in quell’occasione Tim Child, direttore medico della clinica Tfp Oxford Fertility.

«Sarà interessante sapere come la tecnica della terapia sostitutiva mitocondriale ha funzionato a livello pratico, se i bambini sono liberi dalla malattia mitocondriale e se esiste qualche rischio che sviluppino problemi più tardi nella vita», ha commentato alla Bbc Robin Lovell-Badge del Francis Crick Research Institute.

Oggi circa 1 bambino su 5.000 è affetto da disturbi mitocondriali.

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