Ambiente

Il Po è sempre più in secca (anche di fondi)

L’Autorità di Bacino del Grande Fiume denuncia “condizioni idrologiche di siccità estrema”, con valori simili a quelli di aprile 2022. E intanto l’ente perde il 40% dei fondi
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2 maggio 2023 Aggiornato alle 12:00

Oggi il Po è quasi in secca: la situazione è persino peggiore rispetto alla grave siccità del 2022. Intanto, l’Autorità di Bacino del Grande Fiume ha perso ben 4 milioni di euro di fondi con l’ultima manovra economica di dicembre, passando da 6,5 a 2,5: un calo del 40%.

“Le sezioni principali del fiume Po negli ultimi 30 giorni hanno condizioni idrologiche di ‘siccità estrema’ con valori di portata confrontabili a quelli osservati nell’aprile 2022”, spiega il bollettino diramato a fine aprile dall’ente, che denuncia la persistente crisi idrica che colpisce tutte le stazioni del corso d’acqua, in un 2023 ancora con poche piogge.

Stando agli ultimi allarmi, la portata del Po rimane quindi ai minimi storici e alcune zone del Piemonte sono addirittura a rischio desertificazione. Dall’Aipo - Agenzia Interregionale per il fiume Po è arrivata la conclusione secondo cui questa condizione non è più un’emergenza ma la nuova normalità, a cui bisogna adattarsi.

Se il panorama è questo, la riduzione dei finanziamenti suona particolarmente spiazzante. Il budget da 6,5 milioni era stato assegnato circa 5 anni fa proprio con l’obiettivo di monitorare, prevedere e gestire le piene e le magre del Po, fondamentale per l’agricoltura e la vita di 17 milioni di persone.

Inoltre, si continua ad attendere il nome del Commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica, la figura prevista nell’ambito del cosiddetto Decreto Siccità del Governo, approvato lo scorso 6 aprile: Matteo Salvini è stato nominato presidente della cabina di regia, che spera nel sostegno di contributi privati e nell’arrivo della pioggia.

Ma, se al Sud sono arrivati temporali, al Nord il Grande Fiume ha già raggiunto i livelli di siccità dello scorso giugno. L’augurio è che il mese di maggio appena iniziato porti con sé precipitazioni abbondanti, mentre 165 Comuni sono in allerta “media”. Intanto il letto del Po è così asciutto da permettere agli animali di pascolare.

Mentre l’Autorità affronta i tagli della finanziaria, a Roma è stato presentato Life Climax Po, il progetto cofinanziato dal programma Life dell’Unione Europea che punta a gestire in modo “climaticamente intelligente” le risorse idriche nel distretto del Grande Fiume e a tutelare il suo bacino.

Dal punto di vista dei finanziamenti, inoltre, si attendono gli sviluppi delle iniziative per la rinaturazione del corso d’acqua: a inizio anno il Ministero dell’Ambiente e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po - Aipo (che si occuperà dei lavori), hanno siglato un accordo legato a fondi del Pnrr per 357 milioni di euro, di cui 70 immediati. La firma, almeno in teoria, ha dato il via alla fase operativa per ripristinare il fiume e recuperarne la biodiversità.

Al momento, però, non ci sono significativi riscontri sul fronte dei bandi di gara e dei cantieri annunciati, con cui sono state promesse operazioni come trattamenti di riforestazione, l’apertura di vecchi e nuovi canali, la pulizia delle rive da grovigli e disordine.

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