Ambiente

Per il Po è il momento della rinaturazione

La firma per i 357 milioni di fondi del Pnrr dà il via alla fase operativa per ripristinare il Grande Fiume e recuperarne la biodiversità: presto il bando di gara, poi i cantieri
Credit: Piermario Eva/unsplash
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13 gennaio 2023 Aggiornato alle 09:39

L’accordo di finanziamento del Prnn per la rinaturazione del Po è stato siglato. Il Ministero dell’Ambiente e l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (Aipo), che si occuperà dei lavori, hanno firmato il patto da 357 milioni di euro - di cui 70 subito - il 10 gennaio, una data a suo modo storica. Il prossimo passo sarà l’apertura dei bandi di gara prima e dei cantieri veri e propri poi.

Così il Grande Fiume riceverà trattamenti di riforestazione, vedrà l’apertura di vecchi e nuovi canali e potrà tornare ad avere rive ripulite da grovigli e disordine. Il tutto avverrà all’insegna del recupero della biodiversità ma non solo: si vuole puntare sia a un utilizzo più efficace ed ecologico delle risorse idriche, reduci da mezzo secolo di pressioni eccessive e di consumo del suolo, sia al ripristino del letto che ha subito escavazioni. Sullo sfondo, naturalmente, c’è sempre il rischio idrogeologico che va ridotto e gestito.

Nei territori interessati dal progetto è già stato realizzato un percorso di sensibilizzazione sul tema attraverso una serie di incontri per cittadini e ambientalisti. D’altra parte il progetto è ampio: il noto Pnrr - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza prevede di destinare specificatamente alla “Rinaturazione dell’area del Po” questi 357 milioni di fondi, approvati lo scorso settembre. Tutto il piano è sostenuto dall’Unione Europea tramite il Next Generation EU (Ngeu), il programma di investimenti e riforme strutturali che vogliono accelerare la transizione ecologica in Italia.

Accanto a queste istituzioni ci sono due enti più territoriali. L’Autorità distrettuale del Fiume Po-Mite coordina il progetto, mentre l’Aipo lo concretizza anche dal punto di vista tecnico, festeggiando così i suoi 20 anni di attività lungo il maggiore bacino idrografico nazionale tra sicurezza idraulica, demanio idrico e navigazione fluviale.

Lo sblocco dei primi finanziamenti e l’avvio della fase operativa della rinaturazione arrivano alla fine di un anno durissimo per il fiume. La siccità nel 2022 è stata spaventosa: la grande secca del Po e la drastica riduzione delle sue acque rispetto alle estati precedenti sono state persino immortalate dai satelliti dell’Agenzia spaziale europea. Dal letto e dagli affluenti sono spuntati antichi relitti e reperti medioevali, mentre solo a marzo erano già cento i giorni senza pioggia. Infine, come se non bastasse, è arrivata l’estate più calda mai registrata in Europa.

Il Resto del Carlino prevede che nei prossimi anni il Po sarà al centro di una “rivoluzione” con lo sguardo rivolto al passato, il tempo in cui era il protagonista incontrastato della Pianura Padana: il più importante fiume italiano, sia per lunghezza di corso con i suoi 652 chilometri sia per ampiezza di bacino (74.970 km2). La fine dei lavori è prevista per il 2026.

In bocca al lupo, Grande Fiume.

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