Ambiente

Estate 2022: la più calda mai registrata in Europa

Come spiegato nel report del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, abbiamo vissuto eventi estremi e temperature record. Per evitare conseguenze peggiori, dovremo ridurre urgentemente le emissioni
Galvão Menacho/pexels
Galvão Menacho/pexels
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11 gennaio 2023 Aggiornato alle 21:00

L’estate 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa, e ogni mese estivo nell’emisfero boreale è stato almeno il terzo più caldo a livello globale. È quanto emerge dall’ultimo rapporto del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, il programma europeo di osservazione della Terra.

Complessivamente, il 2022 è stato il secondo anno più caldo registrato in Europa, mentre a livello globale, secondo i dati registrati dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, è stato il quinto anno più caldo.

Gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati. La temperatura media annuale è stata di 0,3 °C superiore al periodo di riferimento compreso tra il 1991 e il 2020, che equivale a circa 1,2 °C in più rispetto al periodo compreso tra il 1850 e il 1900.

In Europa, inoltre, si sono verificate le più alte emissioni totali causate da incendi boschivi estivi stimate per l’Unione europea e il Regno Unito negli ultimi 15 anni. In particolare Francia, Spagna, Germania e Slovenia hanno registrato le emissioni estive legate agli incendi più elevate degli ultimi 20 anni.

«Il 2022 è stato un altro anno caratterizzato da eventi climatici estremi in Europa e nel mondo. Questi eventi evidenziano che stiamo già sperimentando le conseguenze devastanti del surriscaldamento del nostro pianeta», ha dichiarato Samantha Burgess, vicedirettrice del Servizio per il cambiamento climatico di Copernicus.

«Per evitare conseguenze peggiori la società dovrà ridurre urgentemente le emissioni di carbonio e adattarsi rapidamente ai cambiamenti climatici», ha aggiunto.

Fuori dall’Europa a essere particolarmente colpite dalle ondate di calore sono stati il Pakistan – che ad agosto, al contrario, è stato interessato da precipitazioni estreme –, l’India settentrionale e la Cina centrale.

Per sei mesi l’estensione dei ghiacci del Mare Antartico ha raggiunto valori record o quasi, e a febbraio il ghiaccio antartico ha raggiunto l’estensione minima degli ultimi 44 anni di registrazioni satellitari.

Le concentrazioni di anidride carbonica nell’atmosfera sono aumentate di circa 2,1 ppm (parti per milione), con tassi simili a quelli degli ultimi anni, mentre le concentrazioni di metano hanno subito un incremento di quasi 12 ppb (parti per miliardo), superiori alla media ma al di sotto dei massimi storici degli ultimi due anni.

«I gas serra, tra cui l’anidride carbonica e il metano, sono i principali responsabili del cambiamento climatico e dalle nostre attività di monitoraggio possiamo constatare che le concentrazioni atmosferiche continuano ad aumentare senza segni di rallentamento», ha dichiarato Vincent-Henri Peuch, direttore del Servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus.

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