Ambiente

Un po’ più Po (ce vò)

Approvati gli interventi di rinaturazione per 357 milioni di euro (dal Pnrr) per aiutare il Grande Fiume. Obiettivo: diminuire l’artificialità del letto e ripristinare la biodiversità perduta
Credit: Daniele Soncin
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19 settembre 2022 Aggiornato alle 21:00

Un aiuto per il Po malato. Il Grande Fiume, che negli ultimi mesi ha vissuto la peggiore siccità degli ultimi 70 anni, è in condizioni precarie su più fronti: non solo per la crisi idrica, ma anche per perdita di biodiversità, per i danni da consumo di suolo, da inquinamento chimico e plastico, e per una serie di costruzioni e canalizzazioni che rischiano di compromettere le sue funzioni.

Per questo una mano è stata tesa in soccorso del fiume da fondi ministeriali destinati proprio alla riqualificazione del Po: 357 milioni di euro di investimenti all’interno del Pnrr sono appena stati approvati (ok al Programma di Azione che pianifica gli interventi di rinaturazione dell’area del Po).

I fondi sono destinati all’obiettivo di recuperare la biodiversità e ripristinare lo stato naturale del Grande Fiume. Diversi interventi previsti sono programmati a esempio per “ridurre l’artificialità del letto del fiume, ripristinare e riattivare i meandri e i rami del Po abbandonati, rimboscare l’area per consolidare e ampliare la vegetazione presente e, infine, contenere le specie vegetali invasive non originarie del luogo”, fa sapere il Ministero della Transizione Ecologica che, di concerto con l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO), sta finalizzando la convenzione per l’attuazione di tali interventi.

Il piano prevede, in poco meno di 5 anni, di riuscire a ridurre l’artificialità di un tratto di fiume di 37 chilometri (entro il marzo 2026) in modo tale da “contribuire al recupero del corridoio ecologico rappresentato dal letto del fiume Po”, un corridoio che interessa habitat costituiti da rive, isole, banchi di sabbia e “spiaggioni” che dovranno essere protetti.

Il ministero spiega infine che il programma d’azione è stato redatto dalla Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, con il contributo dell’AIPO e delle regioni Piemonte, Lombardia, Emilia – Romagna e Veneto, interessate dagli interventi di rinaturazione e che l’ok agli interventi è arrivato “in seguito della verifica di coerenza con gli obiettivi del progetto Rinaturazione del Po da parte della Cabina di Regia, composta dal Ministero della Transizione Ecologica, dai soggetti attuatori quali l’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po e l’Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) e dalle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto”.

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