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Siccità? Ecco il nostro vademecum

Dalla sua definizione fino alle sue cause e alle strategie da attuare per gestirla al meglio, ecco qualche consiglio per affrontare un’emergenza che non ci dà tregua
Credit: Oscar Keys

L’aumento di situazioni climatiche estreme degli ultimi anni ha visto l’Italia fare i conti con le alte temperature raggiunte e la scarsità di precipitazioni che hanno portato a un vero problema di siccità. Mentre le temperature restano alte sopra la media, si parla con sempre più insistenza di stato d’emergenza a causa della siccità. Ma cos’è la siccità e da cosa deriva?

Siccità cos’è e quando avviene

Questo è un evento che segna la rottura dell’equilibrio tra la naturale disponibilità d’acqua e il consumo che ne fanno le attività umane. La siccità può causare gravi danni all’ecosistema e alle attività agricole. In molte regioni del Pianeta è un evento periodico e, con adeguate strategie, parzialmente contrastabile. L’intensità della siccità viene spesso rappresentata per mezzo di indici, molto conosciuto l’indice di Palmer ma il più usato attualmente è l’SPI.

La siccità si verifica principalmente quando per tanto tempo vi è una mancanza d’acqua, precipitazioni scarse o assenti. Provoca gravi danni alle attività agricole e agli ecosistemi naturali della zona colpita.

Esistono poi vari tipi di siccità: la siccità meteorologica, un periodo in cui le piogge rilasciano al suolo un quantitativo d’acqua inferiore alla media; la siccità agricola, l’umidità necessaria alle coltivazioni è inferiore a quella media richiesta per un tipo di raccolto; la siccità idrologica, quando le riserve d’acqua in una regione si trovano al di sotto della media. Le riserve d’acqua includono un bacino idrografico, in un lago, nella falda freatica, nei bacini artificiali.

La siccità, che è una ricorrente caratteristica del ciclo idrologico e può verificarsi sia in regioni secche che umide, differisce dall’aridità che è invece ristretta ad aree geografiche con poca precipitazione, caratteristica permanente del clima di una determinata zona. Quando avviene la siccità si possono verificare alcuni fattori importanti (la temperatura, i venti e l’umidità dei terreni) che possono sicuramente contribuire ad aggravarne la severità.

Cosa può causare la siccità

Quando avviene la siccità in generale viene meno il fenomeno delle precipitazioni atmosferiche che dipendono dalla quantità di vapore acqueo presente nell’atmosfera terrestre e dalla contemporanea risalita delle masse d’aria che lo contengono.

Le motivazioni che spingono a capire cosa può causare la siccità sono molteplici e diversi nel tempo, possibili fattori possono essere: un periodo anomalo di prevalenza di sistemi di alta pressione; venti di provenienza continentale, che portano masse d’aria secche invece di quelle più umide degli oceani; alcuni cicli termici oceanici; la deforestazione; e il riscaldamento globale che potrebbe avere impatti dannosi sull’agricoltura.

Quali sono le conseguenze della siccità che possono condurre a rilevanti conseguenze ambientali, economiche e sociali? Tra queste abbiamo gli incendi, sempre più frequenti negli ultimi anni, la riduzione dei campi coltivati, morte del bestiame, desertificazione, tempeste di sabbia.

E ancora la disidratazione della popolazione, le carestie dovute alla mancanza di acqua che portano a tensioni sociali, migrazioni di massa e in casi estremi a guerre per assicurarsi beni di prima necessità, come cibo e acqua. Le conseguenze della siccità dipendono quindi fortemente dalle condizioni socio-politiche della regione in cui si manifesta.

Siccità storiche in Italia

In Italia si ricordano quattro siccità storiche che hanno colpito negli ultimi anni il Paese e alcune regioni. Quella del 1997 che portò il totale di danni paria a 0,8 miliardi di dollari. Poi, nel 2002, furono colpite soprattutto le regioni del Sud Sicilia, Basilicata, Puglia e Sardegna.

Nel 2012, invece, la perdita fu di 1,19 miliardi di dollari e ci fu un’estensione maggiore. La siccità colpì molte più regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto.

Il 2017 fu l’anno che vide più danni in termini economici con 2,3 miliardi di dollari. La siccità colpì regioni come Calabria, Abruzzo, Campania, Toscana, Emilia Romagna (Parma, Piacenza), Puglia, Sardegna, Lazio, Lombardia, Umbria, Marche, Sicilia e Piemonte.

Siccità in Italia nel 2022, stato di emergenza?

Il problema idrico in Italia ormai anno per anno ha guadagnato terreno, arrivando a essere una delle emergenze più importanti del Paese. Secondo uno studio del WWF non sarebbero solo le condizioni climatiche, la scarsità di acqua ha potare alla siccità in Italia, ma anche il consumo di cibo. Questo contribuisce all’89% sull’impronta idrica totale giornaliera degli italiani e cioè il consumo di acqua diretto e indiretto di ogni singolo cittadino.

Per l’uso domestico il consumo di acqua sarebbe solo del 4%, mentre l’impronta idrica totale dei consumi del Paese per i prodotti di origine animale arriva quasi al 50%: solo il consumo di carne varrebbe un terzo di tutta l’acqua che usiamo ogni giorno. Secondo il Water Footprint Network servirebbero 15.400 litri di acqua per produrre un chilo di carne (in Italia si calcolano 11.500 litri), mentre per un chilo di riso, per esempio, ne bastano 1.600 litri.

La preoccupazione dei coltivatori della terra, degli allevatori e delle loro famiglie, in queste settimane di siccità in Italia è molta, tanto che anche il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha chiesto al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza e un decreto siccità per sostenere il comparto agricolo, vitale per il nostro Paese.

I numeri non lasciano molti dubbi, i costi superno i ricavi: nei primi giorni di trebbiatura nel Centro Nord il taglio del raccolto del grano è stato del 30%. Una minor produzione che si va ad aggiungere all’aggravio dei costi di produzione per le aziende cerealicole: dal rincaro dei fertilizzanti (+170%) a quello del gasolio arrivato a 1,60 euro/lit, con un aumento nell’ultimo anno del 130%.

Secondo il presidente Fini: «L’assenza di precipitazioni nel periodo primaverile e le alte temperature che hanno anticipato la maturazione anche delle varietà tardive di frumento hanno provocato cali produttivi davvero ingenti e una qualità non ottimale. Dalle prime stime, la media sembra essersi attestata sui 45-50q/ha, ben al di sotto dei 70-75 degli anni scorsi. Le produzioni 2021 registrano buone quotazioni nelle borse merci, ma questo consente solo parzialmente alle aziende di far fronte ai costi di produzione fuori controllo. Con medie produttive così basse, la marginalità sarà, infatti, ai limiti della sussistenza e molti coltivatori potrebbero decidere di non seminare grano in autunno, col risultato di una dipendenza ancora maggiore di materie prime agricole dall’estero, proprio nei mesi della crisi dell’import del grano durante il conflitto russo-ucraino».

«Serve un intervento rapido del Governo per rispondere all’emergenza - conclude Fini - da una rete di piccoli invasi a grandi impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare, utilizzando in maniera efficiente ed efficace i fondi del Pnrr. Sono, inoltre, necessari nuovi strumenti di assicurazione, perché quelle che un tempo erano anomalie climatiche oggi stanno diventando la cronaca di tutti i giorni».

Anche le regioni si stanno muovendo per questo emergenza siccità. Dalla Regione Lombardia arriva il decreto per lo stato di emergenza, in vigore fino al 30 settembre e che contiene la richiesta al Governo dell’istituzione di una cabina di regia nazionale per l’analisi degli scenari di severità idrica in corso.

Noi cosa possiamo fare?

Ci sono molte azioni che potremmo fare per ridurre lo spreco di acqua e combattere le conseguenze dell’attuale situazione di siccità in Italia.

Potremmo a esempio evitare di riempire piscine o vasche, anche se il caldo ci attanaglia; evitare di innaffiare giardini o aree verdi o se proprio è indispensabile farlo negli orari notturni; evitare di lavare automobili/moto se non strettamente necessario.

Il Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, per esempio ha collaborato con Utilitalia, federazione che riunisce le imprese dei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia elettrica e gas, a un decalogo del risparmio Idrico.

Inserisci un “frangigetto” al tuo rubinetto: si tratta di un miscelatore da inserire all’interno del rubinetto che aggiunge aria al getto d’acqua erogato, per risparmiare fino a 6.000-8.000 litri ogni anno. Se il tuo rubinetto o lo scarico del WC perde, riparalo. Le piccole perdite domestiche possono causare uno spreco anche di 100 litri al giorno. Per il tuo WC, prediligi uno scarico con pulsanti a quantità differenziate oppure con una manopola di regolazione. In questo modo, contribuirai a un risparmio annuo compreso fra i 10 e 30 mila litri.

Meglio la doccia del bagno in vasca. In doccia il consumo medio è di 40-60 litri di acqua, per una vasca invece può essere anche di due o tre volte superiore. Mentre ti lavi i denti o ti fai la barba, evita di tenere aperto il rubinetto. Chiudere l’acqua quando non serve fa risparmiare fino a 5.000 litri l’anno.

Usa la lavastoviglie invece di lavare i piatti a mano e la lavatrice per lavare i panni. Inoltre, avvia i tuoi elettrodomestici solo a pieno carico. Oltre a risparmiare fra gli 8.000 gli 11.000 litri d’acqua annui, è un buon modo per ridurre anche i consumi energetici.

Lava la tua auto solo quando strettamente necessario e utilizza il secchio anziché il tubo. Il risparmio previsto è di oltre 100 litri d’acqua per ogni lavaggio.

Innaffia le piante del tuo balcone o giardino la sera. L’acqua evaporerà più lentamente, per un risparmio medio complessivo di circa 5.000-10.000 litri all’anno. E quando prepari la pasta o il riso, non buttare l’acqua di cottura: può essere ottima per innaffiare le piante e per risparmiare fino a 1800 litri d’acqua all’anno. Cerca di recuperare l’acqua piovana sul balcone e in giardino. La puoi usare per innaffiare le tue piante.

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