Bambini

L’inquinamento atmosferico impatta sin dallo sviluppo fetale

Le polveri sottili possono entrare in circolo nel sangue delle donne incinte, compromettendo la crescita del feto; inoltre, incidono anche in casi di aborti spontanei. Lo studio dell’Imperial College London
Credit: BANKSY , Gas Mask Boy, 2009
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
24 aprile 2023 Aggiornato alle 18:00

L’inquinamento atmosferico, con l’esposizione alle polveri sottili e allo smog, incide enormemente su ogni fase della vita umana, sin dallo sviluppo del feto all’interno dell’utero materno. Un’influenza che non si limita a questo, ma che finisce per avere un grave impatto anche negli anni a venire, sulle capacità cognitive degli adolescenti e la salute mentale degli adulti.

Lo rivela il rapporto dell’Imperial College London, che ha raccolto e sintetizzato i risultati emersi da diversi studi dedicati al tema (circa 35.000 svolti in tutto il mondo). Come racconta Aljazeera, il gruppo di ricerca ambientale dell’università londinese ha pubblicato la revisione completa di molte analisi scientifiche riguardo l’inquinamento atmosferico, compiute negli ultimi 10 anni.

Il team ha esaminato i risultati dell’Organizzazione mondiale della sanità, del Comitato britannico sugli effetti medici dell’inquinamento atmosferico, del Royal College of Physicians, dell’Health Effects Institute e dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, trovando effettivi nessi di causa-effetto tra l’inquinamento atmosferico e la salute dei neonati nelle prime settimane di vita, in particolare rispetto al peso al momento della nascita, ma anche nel caso di aborti spontanei e nati morti.

Il feto infatti potrebbe crescere in condizioni di particolare vulnerabilità se la madre è esposta a una concentrazione particolarmente alta di polveri sottili, con effetti drammaticamente negativi sullo sviluppo.

Le sostanze chimiche associate all’inquinamento, inoltre, possono entrare in circolo nel sangue di una donna incinta, alterandone il flusso, che potrebbe potenzialmente rallentare o ritardare la crescita fetale. Non è un caso che in base alle stime dell’Oms, ogni anno nascano più di 20 milioni di bambini con basso peso alla nascita e più di 15 milioni prematuri.

“La nuova scoperta più importante è la prova relativa sia all’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute del cervello, compresa la salute mentale e la demenza, sia agli impatti sulla prima infanzia che potrebbero portare a futuri oneri sanitari all’interno della popolazione - si legge nel rapporto - Entrambi rappresentano costi significativi, ma attualmente non quantificati, per la società e l’economia”.

Ma l’incidenza dell’inquinamento atmosferico sulla salute riproduttiva non è un problema che riguarda solo le donne. Le ricerche condotte sugli uomini hanno dimostrato che nelle aree in cui la qualità dell’aria è pessima, anche i maschi presentano quantità molto inferiori di cellule riproduttive nello sperma.

Nel frattempo, un altro studio citato nel rapporto suggerisce che l’esposizione all’inquinamento da particelle aumenta il rischio di sviluppare demenza e accelera il declino cognitivo.

Altre ricerche hanno dimostrato che l’inquinamento atmosferico potrebbe persino compromettere un sviluppo sano del sistema respiratorio e dei polmoni e influire sulla pressione sanguigna, oltre che sulla salute cognitiva e mentale. Gli esperti dell’Imperial College hanno affermato che un’indagine condotta su 2.000 bambini di età compresa tra 8 e 9 anni ha rilevato che “in media, un bambino aveva perso circa il 5% del volume polmonare previsto a causa dell’inquinamento atmosferico che respirava. Questo effetto era più chiaramente collegato all’esposizione a ossido di azoto, che viene spesso utilizzato come tracciante per le emissioni di gas di scarico diesel”.

Dal 2017 al 2019, un altro studio dell’Imperial College di Londra ha stimato che la scarsa qualità dell’aria di Londra ha portato a più di 1.700 ricoveri ospedalieri per asma e gravi patologie polmonari. In generale, la prolungata esposizione all’inquinamento atmosferico può aumentare il rischio di attacchi cardiaci, ictus e l’insorgere di malattie cardiovascolari in età adulta.

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