Bambini

Usa: ospedali pieni di bambini con problemi di salute mentale

A soffrirne quasi un giovane americano su 6 e, come dimostrato da uno studio dell’Università di Dartmouth, i ricoveri per comportamento suicidario hanno avuto una crescita del 163% in 11 anni
Credit: Michał Parzuchowski
Tempo di lettura 4 min lettura
15 aprile 2023 Aggiornato alle 15:00

Il numero di bambini e adolescenti americani ricoverati in ospedale per motivi psichiatrici è cresciuto in modo impressionante negli ultimi anni. Lo ha scoperto uno studio condotto da un team di ricercatori dell’università Dartmouth e pubblicato il 28 marzo sulla rivista Jama.

Dalla ricerca - che ha esaminato quasi 5 milioni di degenze avvenute tra il 2009 e il 2019 negli ospedali pediatrici degli Stati Uniti - è emerso che i ricoveri psichiatrici sono aumentati del 25,8% per bambini e ragazzi tra i 3 e i 17 anni. Il dato è inoltre probabilmente sottostimato, perché non sono stati presi in considerazione gli ospedali psichiatrici e sono stati esclusi dall’arco temporale di riferimento gli anni della pandemia.

Secondo i ricercatori, quasi 1 giovane americano su 6 ha problemi di salute mentale. Nei casi più gravi questi disturbi spingono chi ne soffre al suicidio, che rappresenta la seconda causa di morte (davanti all’omicidio) per gli adolescenti tra i 10 e i 14 anni e i giovani tra i 25 e i 34 anni, secondo i dati pubblicati dai Centers for Disease Control and Prevention nel 2020.

Se la depressione è rimasta il principale disturbo mentale in tutti gli anni dello studio (ed è stata associata al 57% dei pazienti nel 2019), altre cause di ricovero in continua crescita sono state i disturbi del comportamento alimentare e l’ansia. In diminuzione, invece, gli accessi in ospedale per chi soffre di bipolarismo, schizofrenia e disturbi psicotici.

Ma il risultato più dirompente, per quanto riguarda la salute mentale pediatrica, riguarda il numero di bambini e ragazzi arrivati in ospedale per tentato suicidio o comportamenti autolesionistici: dall’inizio della ricerca sono aumentati del 163% e nel 2019 rappresentavano il 64% dei casi oggetto dello studio (un dato che è più che raddoppiato dal 2009).

La crisi della salute mentale e l’alto tasso di suicidi giovanili negli Stati Uniti sono noti da tempo: già nel 2021 la Children’s Hospital Association e l’American Academy of Pediatrics avevano lanciato l’appello Sound the alarm for kids per richiamare l’attenzione su un’emergenza nazionale resa ancora più urgente dalle difficoltà della pandemia da Coronavirus.

Questo nuovo studio ha contribuito a chiarire le responsabilità e le falle del sistema sanitario americano nella cura dei disturbi mentali. I ricercatori di Dartmouth hanno evidenziato, infatti, che la crescita dei ricoveri riflette il bisogno di maggiori strutture dedicate e servizi ambulatoriali per trattare i problemi psichiatrici. Inoltre, tutto il personale medico dovrebbe seguire corsi di formazione specifici sulla salute mentale per essere preparato a relazionarsi nel modo giusto con i pazienti.

In particolare, i ricoveri psichiatrici sono cresciuti tra gli adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 14 anni e sono diminuiti nelle altre fasce d’età. Questo dato dovrebbe far concentrare l’attenzione proprio su questa fascia più debole di ragazzi e soprattutto ragazze, che da sole rappresentano più del 60% dei casi esaminati.

Come spiegato dal New York Times, che ha intervistato alcuni dei co-autori dello studio e altri medici esperti di psichiatria pediatrica, i risultati pubblicati dovrebbero spingere i politici statunitensi a garantire maggiori servizi di assistenza e cura psicologica a partire dalle scuole e su tutto il territorio. Nella maggior parte dei casi, i giovani soffrono di depressione che potrebbe essere diagnosticata in una fase iniziale e curata prima che si associ a gesti di autolesionismo o comportamenti suicidari.

La crescita di questi episodi è un «segnale di sofferenza psicologica» tra i bambini, che spesso non hanno le strategie di adattamento adeguate a gestire lo stress e le emozioni forti, ha spiegato al New York Times Christin Crawford, esperta in psichiatria dell’infanzia e adolescenza del Boston Medical Center. I piccoli che arrivano in pronto soccorso con lesioni autoinflitte spesso hanno problemi che potrebbero essere ascoltati e gestiti senza che questi ragazzi finiscano nelle sale di un ospedale: «Quando parli davvero con loro» – ha detto Crawford – «di frequente fanno riferimento a una discussione che hanno avuto con un compagno o un disaccordo con un adulto».

Anche se «non abbiamo una formula magica per impedire questa crisi», come ha detto la co-autrice del paper JoAnna Leyenaar, solo un sistema sanitario più organizzato e servizi assistenziali più efficienti possono ridurne la portata.

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