Bambini

C’è un programma che riunisce i bambini musulmani del mondo

Noor Kids Ramadan è andato in onda per la prima volta in streaming 2 anni fa, per raccontare storie e condividere preghiere con un pubblico di mini fedeli. Quest’anno la piattaforma conta 90.000 famiglie iscritte
Credit: Ap Photo
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
19 aprile 2023 Aggiornato alle 13:15

Si chiama Noor Kids Ramadan ed è cominciato 2 anni fa, nel pieno della pandemia. Si tratta di un programma in streaming, trasmesso da un magazzino di Brooklyn Park, progettato per ricordare una casa sull’albero; durante le puntate, che durano in media 30 minuti/ 1 ora, il conduttore, Amin Aaser racconta storie, propone laboratori, giochi, progetti, intervista ospiti e condivide preghiere.

Come racconta al Washington Post, Aaser è cresciuto in Minnesota e ricorda di aver vissuto la sua infanzia con un senso di estraneità rispetto alla fede musulmana: spiega che quando gli veniva richiesto di seguirne le pratiche e i principi, “era come andare dal dentista”.

Ora che Amin è sposato e ha 2 figli (di 5 e 2 anni) trascorre il Ramadan creando un “Ramadan Camp” interattivo online per bambini musulmani di età compresa tra 5 e 12 anni. Quest’anno, 90.000 famiglie si sono iscritte alla piattaforma: circa 3.000 si collegano in diretta ogni sera.

Un modo nuovo e divertente per aiutare i bambini a imparare e discutere i principi della propria fede, attraverso disegni, immagini colorate e storie riadattate, ma anche grazie all’incontro virtuale con altri bambini musulmani sparsi per il mondo.

Il Ramadan, in particolare, è il periodo più importante dell’anno per i musulmani, che digiunano dall’alba al tramonto, cercando di focalizzarsi sul miglioramento di sé e sulla propria fede. Il programma streaming di Aeser può essere un modo per coinvolgere in modo più leggero e giocoso anche i più piccoli.

Da bambino, racconta Amin al quotidiano statunitense, soffriva d’imbarazzo quando i suoi amici ridevano dellhijab di sua madre mentre giocava a baseball, tanto che a un certo punto ricorda di averle chiesto di tardare di ben 15 minuti dopo la fine della partita per venirlo a riprendere. Negli Stati Uniti gli unici altri musulmani che vedeva erano in una moschea o in televisione.

Con il passare degli anni, ha iniziato a interrogarsi riguardo come avrebbe potuto aiutare i bambini musulmani di oggi, tra cui sua nipote e i suoi 2 figli, nell’integrazione e nell’accettazione della propria identità islamica in un Paese occidentale.

Nel 2012, lui e suo fratello Mohammed hanno avviato Noor Kids, che è cresciuto fino a mandare in stampa libri e programmi online dedicati ai bambini. Dopo la morte di sua madre, nel 2016, Aaser ha deciso di lasciare una carriera avviata nel mercato del capitale di rischio per concentrarsi, insieme alla moglie, esclusivamente alla creazione e allo sviluppo del marchio Noor Kids, che oggi conta un team di circa 15 persone in tutto il mondo (la maggior parte concentrata a Brooklyn Park).

Aaser ha detto che non vuole che il Ramadan Camp si interrompa con la fine della festività: per questo Noor Kids ha lanciato Muslim Treehouse, programma streaming che va in onda 2 volte a settimana e dedicato al suo giovane pubblico.

“Spero che Noor Kids e i nostri programmi online possano costruire un futuro migliore per i bambini. La mente di un bambino è il luogo in cui matura il cambiamento, e se riesci a piantare i semi del carattere e della cittadinanza, la mia speranza è che a lungo termine ripagherà queste persone”.

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