Culture

Guida al Ramadan per non musulmani

Il mese del digiuno è uno dei cinque pilastri dell’Islam e prevede il divieto di mangiare, bere, fumare e praticare attività sessuali dall’alba al tramonto. E per tutti gli altri cosa significa?
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
5 aprile 2022 Aggiornato alle 09:00

I musulmani di tutto il mondo hanno osservato con attenzione la Luna, in questo periodo. Per stabilire l’inizio del Ramadan, infatti, bisogna avvistare quella nuova, o crescente, lo spicchio a forma di falce che fa capolino nel nono mese del calendario islamico, i cui 12 mesi ammontano a 354 giorni. Quest’anno la data di inizio dei 29 o 30 giorni di digiuno dall’alba al tramonto non ha coinciso per tutti i 2 miliardi di musulmani sparsi nel mondo.

Come ha spiegato Al Jazeera, l’emittente televisiva con sede in Qatar, la più seguita nei Paesi arabi, il mese più sacro del calendario musulmano è iniziato in alcuni Paesi sabato, in altri domenica. La diversa metodologia di avvistamento della Luna può far slittare di 24 o 48 ore il giorno 1 del Ramadan: alcuni si affidano ai calcoli astronomici, altri alla tradizione con l’avvistamento della prima luna, decretato dall’Imam a occhio nudo. E Google non aiuta a risolvere l’enigma: la ricerca “data inizio Ramadan” fornisce due possibili risposte accompagnate dal disclaimer “Le date possono variare”.

Le nazioni a maggioranza musulmana come l’Arabia Saudita, l’Egitto, la Siria, il Sudan e gli Emirati Arabi Uniti hanno cominciato il 2 aprile, mentre molti nel sud-est asiatico, tra cui l’Indonesia, hanno optato per domenica. Così come alcuni sciiti in Libano, Iran e Iraq, e la Giordania, a maggioranza sunnita. Nel nostro Paese, come ha spiegato il Centro Islamico Culturale d’Italia, «il mese di digiuno e pentimento per i musulmani» è iniziato il 3 aprile.

L’emittente americana Cnn ha stilato un rapido decalogo dedicato non a chi pratica la seconda religione più diffusa del mondo, superata solo dal cristianesimo, ma ai non musulmani: “C’è qualcosa che dovresti fare per non sembrare insensibile nei confronti dei tuoi amici che digiunano negli Stati Uniti durante il Ramadan?”, si chiedeva Saeed Ahmed già nel 2019, quando era assistente caporedattore di Cnn Digital. La risposta è no, ma è seguita da dieci consigli preziosi da seguire.

Numero uno, continua a mangiare come se nulla fosse, anche di fronte a chi è costretto a non assumere né acqua né cibo dall’alba fino al tramonto. “Fai finta di niente se senti i nostri stomaci gorgogliare per la fame”. Il divieto include anche la gomma da masticare. Non tutti i musulmani sono obbligati a digiunare, però: sono esclusi i minorenni, gli anziani, i malati, le donne che allattano o in gravidanza – anche se per tutta la durata del periodo cercano di evitare di mangiare pubblicamente o in famiglia di fronte ai propri cari che digiunano fingendo di praticarlo -. Durante il ciclo mestruale sono temporaneamente esentate.

I punti 2, 3 e 4 sono anch’essi relativi al digiuno: non organizzare un pranzo di lavoro - “se il tuo collega musulmano non viene, cerca di comprenderlo -, non sentirti costretto a digiunare, “puoi farlo solo se vuoi vedere come ci si sente”, ma unisciti pure all’Iftar, che è l’interruzione del digiuno dopo il tramonto. La tradizione vuole che per cominciare il pasto serale al calar del Sole bisognerebbe partire da un dattero, come fece il Profeta Maometto secondo il Corano.

Consiglio numero 5: “Non devi sapere quando comincia, perché non è come Natale o il Giorno del Ringraziamento, che sappiamo tutti quando cadranno”. La data precisa cambia di anno in anno perché, come dicevamo, segue il calendario lunare, che è di circa 10-11 giorni più corto rispetto al calendario gregoriano comunemente usato. “Quindi, per favore, sii un po’ flessibile”, spiega il punto 6: “se il tuo collega dice: ‘A partire da domani, posso iniziare a lavorare presto in modo da poter partire prima?’, tu cerca di accontentarlo”.

Chi digiuna può comunque “accompagnarti a fare una pausa caffè”, ma manterrà una certa distanza: “Una sola parola: alitosi. Prova tu a non mangiare o bere per l’intera giornata. Ecco perché siamo a un passo da te quando parliamo”. E quando c’è da augurare un buon mese del digiuno, si possono pronunciare le parole “Ramadan Mubarak”, ovvero “Che il tuo Ramadan sia benedetto”. Ma c’è una cosa da non dire mai a chi sta per intraprendere il mese dell’astensione: “Dovrei digiunare anche io perché ho bisogno di perdere peso”. No, spiega Saeed Ahmed, il Ramadan non riguarda questo. Anzi, alcune ricerche condotte nel 2013 avevano scoperto che la pausa dal digiuno, dopo il tramonto, coincideva con eccesso di cibo, abbuffate incontrollate e un relativo aumento dei disturbi digestivi. Oltre che di obesità e diabete.

I musulmani sono incoraggiati a consumare anche un pasto anche prima dell’alba, chiamato Suhur. Chi salta qualche giorno di digiuno per necessità e non riesce a recuperarli più avanti nel corso dell’anno, dovrà fornire un pasto a una persona bisognosa o pagare la Fidya: si tratta di circa 6 euro di donazioni per ogni giorno di mancato digiuno.

Termine ultimo del periodo dedicato al digiuno – alimentare, sessuale e spirituale -, sarà l’1 o il 2 maggio. Coincide con Eid al-Fitr, che significa “festa” e “fine del digiuno”: le celebrazioni possono durare tre giorni, iniziano con la preghiera mattutina prima dell’alba e continuano con banchetti, scambi di doni e offerte per i poveri, persone e case agghindate a festa, mani decorate con l’henné. Un po’ come il Natale dei cattolici, con le persone più affamate di cibo che di regali.