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Chi è Serena Sorrentino, in lizza per la segreteria generale Cgil

Il suo nome comincia a circola sempre più insistentemente come possibile sostituta del leader Maurizio Landini. La sua storia nel sindacato inizia quando aveva 13 anni, a Napoli
Credit: Fpcgil.it
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20 aprile 2023 Aggiornato alle 11:30

A febbraio è stata rieletta segretaria generale della Funzione pubblica Cgil con il 98% dei consensi: il suo prossimo obiettivo sarà la segreteria nazionale del sindacato più grande d’Italia? Serena Sorrentino, infatti, potrebbe rappresentare il “post” Maurizio Landini, segretario in carica della Cgil: il suo mandato scadrà nel 2027, anno entro il quale dovrà dimettersi senza la possibilità di ricandidarsi.

Nata nel luglio del 1978 a Napoli, Sorrentino cresce nella provincia nord del capoluogo campano. La sua esperienza nel sindacato inizia all’età di 13 anni, quando si presenta nella sede della Cgil di Napoli per chiedere aiuto: la sua scuola letteralmente non c’era. Da quel momento in poi inizia il suo percorso in Cgil, mai più interrotto.

Nel 1994 è tra le fondatrici del sindacato degli studenti medi e nel 2002 passa dal sindacato universitario alla Cgil, entrando nella segreteria della Camera del lavoro di Napoli a soli 23 anni, risultando così la più giovane segretaria confederale della storia della Cgil di Napoli.

L’esordio nel sindacato nazionale arriva 7 anni dopo quando assume il ruolo di responsabile delle politiche di pari opportunità e viene eletta nella segreteria nazionale, ruolo che le viene confermato nel giugno del 2014.

Sono gli anni infuocati delle riforme del lavoro decise dal governo Renzi: Sorrentino si schiera in prima in linea insieme al suo sindacato contro il Jobs Act. «Lo riteniamo non equilibrato e non giusto», spiega nel corso dell’audizione in commissione Lavoro della Camera, ribadendo il giudizio negativo della Cgil.

Al lavoro mobile, la sindacalista preferisce un fisco più equo e, in un’intervista a Repubblica del 2015, lancia l’idea della patrimoniale per i più ricchi, ovvero sui redditi oltre i 350.000 euro, prima casa esclusa: «Si possono ricavare fino a 10 miliardi», spiega. Nel frattempo lavora anche alla Carta dei diritti universali del lavoro, il testo con cui la Cgil punta a scrivere un nuovo statuto per tutti i lavoratori.

Poi, nel 2016, subentra a Rossana Dettori, in qualità di numero uno della Funzione Pubblica Cgil. La sua elezione avviene con il 95% dei voti a favore e viene salutata in maniera gioiosa dall’allora segretaria Susanna Camusso, che si alza per abbracciarla al termine del suo intervento. Diventa così la più giovane segretaria generale della Fp Cgil nella storia e, nel panorama generale del sindacato, la più giovane tra tutte le categorie.

A proposito del suo ruolo da eterna giovane all’interno della Cgil, spiega all’Unità: «La mia generazione ha portato all’interno del sindacato le tematiche di chi ha vissuto in prima persona il precariato e un linguaggio meno politichese. Ma non vogliamo rottamare nessuno».

Nel frattempo inizia nuove battaglie. Nella sua relazione programmatica, Sorrentino indica come priorità il rinnovo del contratto del pubblico impiego e la riforma della P.A. E non risparmia nuove stoccate al governo Renzi di cui critica «il neo-centralismo che vuole ridurre i diritti con la disintermediazione e togliere la contrattazione nazionale a favore di quella decentrata».

L’impegno per i diritti va anche oltre il mondo del lavoro italiano: nella sua relazione ricorda Giulio Regeni «torturato e ucciso per aver studiato lo sviluppo sindacale in un altro Paese».

A dicembre 2020, nel pieno della pandemia, è tra le promotrici dello sciopero dei dipendenti pubblici per chiedere il rinnovo del contratto e un piano da 500.000 assunzioni: «Sappiamo che è un momento difficile, ma non possiamo più aspettare», spiega al Manifesto.

A febbraio 2023 viene riconfermata segretaria generale della Fp Cgil. Tra le sue ultime uscite pubbliche c’è quella contro il Def approvato dal Governo Meloni: «Il manifesto dell’esecutivo è chiaro: contro il lavoro, in particolare quello pubblico, e contro i cittadini che vedranno tagliati i servizi, a partire dalla sanità e dal sociale».

Un attacco frontale da sinistra, che arriva mentre anche nel Pd è emersa la leadership femminile di Elly Schlein. L’onda rosa della sinistra europea si è manifesta recentemente anche con l’elezione di Sophie Binet, prima donna a guidare la Cgt, il più grande sindacato francese. Segnali incoraggianti, in vista del 2027.

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