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Quali sono le migliori città per vegani?

Medaglia d’oro per Londra; seguono sul podio Parigi e Berlino. Per trovare un’italiana, dobbiamo scendere giù fino al 21° posto. Tra i fattori considerati nella scelta: il numero di ristoranti e negozi plant-based
Credit: Dose Juice
Tempo di lettura 4 min lettura
21 aprile 2023 Aggiornato alle 21:00

Le nostre scelte alimentari impattano sul Pianeta e, soprattutto, sull’ambiente. Da alcuni anni, sempre più persone hanno deciso di scegliere uno stile di vita più ecologico, etico, salutista, proprio in risposta alla crisi climatica, seguendo (in toto o parzialmente) diete vegane o vegetariane, eliminando o riducendo al minimo (per chi non vuole posizionarsi agli estremi e si definisce “flexitariano”) il consumo di carne e/o di prodotti di origine animale.

Il 2020 è stato l’anno “boom” del veganesimo: secondo Chef’s Pencil, quell’anno le ricerche in rete di informazioni relative alla dieta erano aumentate del 47% rispetto al 2019. Google Trends aveva poi identificato i Paesi più “vegan” (Regno Unito, Australia e Israele).

Oggi, invece, l’analisi condotta dalla piattaforma di ricerca viaggi Loveholidays ci rivela la lista delle migliori città europee per vegani.

L’indagine è stata fatta su un campione di 50 città e considerando 4 macroaree: la presenza di ristoranti, numero di supermercati con prodotti a disposizione, di negozi e festival plant-based, presenza o meno di ristoranti con una stella Michelin verde (il riconoscimento per chi si impegna nella cucina sostenibile).

La top 3 è composta da Londra, che riconferma il Regno Unito come uno dei Paesi più vegan del Pianeta, Parigi e Berlino; per trovare l’Italia bisogna scendere giù, al 21° posto per Milano e al 26° per Roma.

È importante però ricordare che non tutte le città possono essere oasi vegan friendly: in alcuni Paesi, infatti, la scelta non è così ampia e non è semplice riuscire a seguire stili di vita sostenibili.

Londra si posiziona con l’oro e con un punteggio di 3,429 su 4, ospitando ben 194 ristoranti vegani, 81 negozi plant-based e preparandosi ad accogliere quest’anno ben 3 festival dedicati.

Parigi è al secondo posto, con 2,557 su 4 e ben 6 ristoranti con una stella Michelin verde sui 95 vegan-friendly totali.

Berlino, poi, è la prima città tedesca per vegani, con 2,529 punti e 7 ristoranti con stelle Michelin verdi: il punteggio più alto di tutte le contendenti nella categoria.

A seguire, la Spagna con Barcellona, poi Amsterdam, Oslo, Copenaghen (il Nord Europa è famoso per la sua predisposizione ecologica rispetto alle regioni del Sud) ma anche Atene e Madrid.

Milano, al 21° posto, non si lascia però scappare l’occasione di dare alla cucina mediterranea un pizzico di sostenibilità in più, con 32 ristoranti vegani (di cui 2 con stella verde), 6 negozi plant-based ma, purtroppo, ancora nessun festival.

Ma cosa vuol dire consumare un intero pasto seguendo una dieta vegana? Per smentire le voci di eterni buchi nello stomaco, mangiare in modo vegan vuol dire apportare comunque al proprio organismo tutti i nutrienti necessari per uno stile di vita salutare. Oggi, infatti (quando possibile) non è così complicato sostituire prodotti animali e di origine animale con proteine provenienti da altri alimenti (per esempio dalla frutta secca, dai legumi, da tofu e tempeh, da alcuni cereali) oppure scegliere le alternative che imitano la carne (wurstel, hamburger, affettati a base vegetale e così via).

Allo stesso tempo, però, occorre sempre verificare gli ingredienti, soprattutto di questi “sostitutivi”, per essere certi che a una scelta ecologica non risponda una conseguenza disastrosa per l’ambiente e per la salute: molti preparati sono a base di oli (anche di palma), sciroppi, grassi, farine preparate e troppi carboidrati rispetto alla quantità effettiva di proteine.

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