Diritti

Esplosione San Pietroburgo: Darya Trepova rischia l’ergastolo

Arrestata dopo l’attentato letale al blogger militare Vladlen Tatarsky, dovrà affrontare un’udienza per stabilire i termini della sua custodia cautelare. Qual è la sua storia?
Credit: EPA/YURI KOCHETKOV
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 aprile 2023 Aggiornato alle 17:00

Il video che circola sui social media mostra una persona dai lunghi capelli biondi avvicinarsi a un caffè, lo Street Food Bar n.1 di San Pietroburgo, la seconda città più grande della Russia. La figura, avvolta da un cappotto scuro, attende che le porte di vetro si aprano e poi entra con una scatola. Prima la poserà su un tavolo all’interno del locale e poi la consegnerà a Vladlen Tatarsky, blogger militare russo di rilievo e favorevole alla guerra in Ucraina. Non passerà molto prima che la statuetta contenuta nel pacco esploda e uccida il quarantenne originario della regione di Donetsk, oltre a ferire più di 30 persone.

Il suo vero nome era Maxim Fomin, aveva un seguito da più di mezzo milione di follower sul suo canale Telegram e stava tenendo un incontro con alcuni dei suoi sostenitori. Lunedì è stato insignito dell’Ordine postumo del coraggio dal presidente Vladimir Putin.

Le autorità hanno identificato la persona che si vede nel video come Darya Trepova, 26 anni, che avrebbe ammesso in un filmato rilasciato da un’agenzia governativa di aver portato la statuetta imbottita di esplosivo. Secondo Associated Press, dovrà affrontare un’udienza presso il tribunale distrettuale di Basmanny di Mosca, che probabilmente deciderà di trattenerla in custodia in attesa delle indagini. Se fosse accusata di crimini terroristici, rischierebbe l’ergastolo, come prevede la legge russa

Sembra che Trepova abbia parlato con Tatarsky prima dell’esplosione, dicendo di avergli fatto un busto. Le guardie le avrebbero chiesto di lasciarlo sulla porta, sospettando che potesse essere una bomba, ma in seguito la donna avrebbe afferrato il busto e sarebbe riuscita a consegnarlo, come mostra un video su Telegram precedente all’esplosione.

La donna si trovava a San Pietroburgo da pochi giorni e negli ultimi mesi aveva vissuto a Mosca, secondo quanto riferito da Novaya Gazeta. È stata arrestata intorno alle 11 di mattina locali. Il video di 24 secondi del suo interrogatorio, pubblicato dal Ministero della Affari Interni della Federazione Russa, la mostra mentre ammette di aver portato la statuetta al blogger, ma non rivela chi le abbia consegnato la scatola. Secondo la Bbc Trepova, che sospira ripetutamente, appare sotto costrizione mentre risponde alle domande.

Da quando è stata arrestata, suo marito Dmitry Rylov sostiene che sia stata incastrata e, per quanto contraria all’invasione russa, non avrebbe mai compiuto un gesto simile. Novaya Gazeta sostiene che le forze dell’ordine credano che sia possibile che i veri organizzatori dell’esplosione l’abbiano usata a sua insaputa per l’attacco terroristico.

Lei, originaria di San Pietroburgo, sembra abbia studiato in un’Università poco fuori dalla città, senza terminarla. L’anno scorso, nel giorno dell’invasione, è stata detenuta per una decina di giorni per aver preso parte a una protesta pacifista contro la guerra. Stavolta le autorità l’hanno arrestata in un appartamento a San Pietroburgo in seguito a una perquisizione. Credono che sia una sostenitrice del leader dell’opposizione Alexei Navalny.

In una dichiarazione ufficiale il comitato antiterrorismo russo ha affermato che l’attacco è stato organizzato dai servizi speciali ucraini con il coinvolgimento di persone che hanno collaborato con Navalny stesso. La Fondazione anticorruzione dell’oppositore ha definito “molto conveniente” per il Cremlino incolpare i suoi critici mentre Navalny si trova in prigione (incarcerato nel gennaio 2021, quando è tornato in Russia dalla Germania). Nel 2020 l’attivista è sopravvissuto a un attacco di agenti nervini attribuito al Servizio di sicurezza federale russo.

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