Ambiente

Venezia: c’è un’isola-discarica che potrebbe produrre energia verde

Il progetto alla Sacca di San Mattia, dopo i ritardi del parco fotovoltaico Zee sull’isolotto delle Tresse, rifornirebbe di energia rinnovabile tutti i produttori di vetro di Murano. Se solo se…
Opera: SACCA SAN MATTIA III
Opera: SACCA SAN MATTIA III Credit: TUE GREENFORT
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3 aprile 2023 Aggiornato alle 10:00

Le discariche possono produrre energie? Ad avere l’idea è stata la società ravennate Agnes che, da due anni, sta lavorando a un parco fotovoltaico sulla discarica di fanghi tossici dell’isolotto delle Tresse, a Venezia. Il progetto però è ostaggio della burocrazia. Ora nel mirino dell’azienda di recente è finita anche la Sacca San Mattia, un punto di stoccaggio per tutti i materiali inerti dell’industria edile. Questo sito sarebbe ideale per rifornire di energia rinnovabile tutti i famosi produttori di vetro di Murano. La città però non è ancora convinta del progetto.

Dopo una serie di iniziative nel mare Adriatico, da Pescara a Trieste, Agnes vuole portare l’elettricità pulita anche in laguna. Con il grande impianto eolico e fotovoltaico flottante a largo di Ravenna (Emilia - Romagna), che ha appena iniziato la Via (Valutazione di impatto ambientale), grazie all’appoggio delle amministrazioni locali, l’azienda sta guardando al Veneto. Le iniziative nella Regione non sembrano godere della stessa fortuna di quelle messe in campo nelle altre parti d’Italia

Per ora il suo progetto più ambizioso è poco più avanti rispetto ai blocchi di partenza, tanto da finire anche nel report di Legambiente Scacco matto alle rinnovabili 2023, a causa dei rallentamenti burocratici che lo stanno ostacolando.

Si tratta del parco solare Zee, che la società vuole realizzare sull’Isola-discarica della Tresse. Con un investimento di 80 milioni di euro, riuscirebbe a trasformarla in un grande impianto fotovoltaico a terra da 143 MWp di potenza. Con una produzione di circa 165 GWh netti all’anno, secondo le stime di Agnes, riuscirebbe a coprire tutto il fabbisogno di Venezia.

Nella città «ci siamo resi conto che è tutto diverso, le cose sono più complesse e lunghe. Ma non desistiamo», ha spiegato al Gazzettino Veneto Alberto Bernabini, Amministratore delegato della società.

A novembre 2022, c’era stato un segnale di apertura: il provveditorato alle Opere pubbliche aveva rilasciato un “avviso di intendimento a procedere”, alla ricerca di eventuali altri soggetti. L’atto però era stato ritirato a pochi giorni dalla scadenza.

Il motivo principale per il quale non vengono concesse le autorizzazioni è l’indagine dell’Anac sulle concessioni passate. La realizzazione di Zee però risolverebbe due problemi: solleverebbe il porto dal problema dei fanghi tossici da smaltire e permetterebbe di abbattere le emissioni di Venezia. Una città a forte vocazione industriale, pesantemente a rischio a causa dell’innalzamento dei mari, dovuto alla crisi climatica.

«Ci rendiamo conto che la situazione dell’isola è molto complessa, ma sarebbe un vero peccato non usarla per il fotovoltaico. L’impianto sarebbe invisibile dalla città e anche dalla laguna (pensiamo di circondarlo di alberi) - ha spiegato Bernabini, facendo riferimento al problema della tutela del paesaggio che induce le Sovrintendenze del ministero della Cultura a bloccare numerosi progetti rinnovabili - Potrebbe fornire l’energia necessaria a tutta la città storica o in alternativa essere usato per il porto. Altre aree, industriali o portuali, hanno costi proibitivi per le rinnovabili. Ecco perché alla fine si usano terreni agricoli. Quest’isola sarebbe perfetta».

La situazione non sembra muoversi. Per questo, Agnes sta valutando una strada alternativa, ma anche compatibile con il progetto iniziale: la Sacca San Mattia a Murano. Quest’area del demanio era stata concessa a un privato per essere adibita a discarica per materiali inerti, con il tempo si è trasformata in un deposito abusivo. La società di Ravenna ha depositato una “manifestazione di interesse” in Provveditorato alle Opere pubbliche.

Il progetto prevede la realizzazione di un parco fotovoltaico che sostenga la produzione di idrogeno verde. Questo combustibile, che non emette CO2, potrebbe essere un’alternativa sostenibile per i forni delle vetrerie, che rendono famosa l’isola di Venezia e che sono stati messi in ginocchio dagli aumenti dei prezzi del gas, dovuti alla guerra in Ucraina.

Per ora non c’è stato ancora il responso da parte delle amministrazioni locali. Tuttavia «vogliamo capire se c’è la possibilità di avere la concessione dell’area, o anche di una sua parte, per poi sviluppare il progetto – ha detto Bernabini - In questo caso pensiamo alla creazione di una comunità energetica. Potrebbe servire l’abitato di Murano e anche le sue vetrerie».

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