Futuro

Con Venywhere, il lavoro del futuro è a Venezia

Il progetto, in fase sperimentale e supportato dal leader tecnologico del networking Cisco, mira ad attrarre nuovi talenti in città. E a proporre un nuovo metodo di impiego, più flessibile, inclusivo, sostenibile e connesso
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
14 aprile 2022 Aggiornato alle 15:00

Venezia, terra di canali, gondole, e progetti innovativi per il lavoro del futuro. Da marzo, infatti, ci sono sedici giovani talenti che vivono e lavorano in città sperimentando un nuovo modello di occupazione grazie a Venywhere.

Si tratta del progetto pilota che vede una collaborazione tra Cisco, leader tecnologico mondiale del networking che mette in comunicazione persone da ogni dove, l’Università Ca’ Foscari della Serenissima, i cui partner sono l’acceleratore corporate VeniSIA e la piattaforma digitale dedicata ai giovani H-Farm, e Fondazione di Venezia, che finanzia il programma.

«Il futuro del lavoro è inclusivo, flessibile, sicuro e connesso», ha spiegato Chuck Robbins, Chair e Ceo di Cisco, nella cornice delle sale delle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, non lontano dai canali che attraversano la città immersa nella laguna veneta.

L’area geografica di provenienza dei sedici dipendenti prescelti di Cisco è il Sud Europa: i Paesi d’origine sono, oltre all’Italia, Spagna, Francia e Grecia.

Irene Zabala Alonso, una delle dieci ragazze del gruppo, mai avrebbe immaginato di poter lavorare dall’Italia: «Venezia ha tanto da offrire e questo progetto può convertirla in una città sostenibile», spiega in collegamento da una delle sedi sparse per la città.

Si tratta di spazi storici e unici nel paesaggio veneziano adattati a moderni spazi di lavoro: tra gli altri, l’Arsenale di Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa e il Distretto d’arte della Giudecca.

L’esperimento è partito i primi di marzo e durerà tre mesi: dopo una approfondita analisi sull’esperienza svolta, condotta da un team di ricerca di Ca’ Foscari, Cisco proverà a capire come reagiscono le persone lasciate libere di scegliere dove e come lavorare.

L’azienda, poi, fornirà ai propri partner importanti indicazioni e best practice per l’attuazione di modelli e soluzioni di lavoro ibrido facilmente replicabili.

L’obiettivo del progetto è diffondere un nuovo modello di lavoro, supportato dalle tecnologie offerte da Cisco, come la piattaforma che permette di fare riunioni e videoconferenze online Webex, e al tempo stesso offrire alla città di Venezia e alla popolazione emergente di workers from anywhere un innovativo strumento di contatto e interazione grazie a una piattaforma progettata a hoc.

Così facendo, sempre più giovani talenti saranno attirati da Venezia non solo per le attrazioni culturali che la città offre, ma anche per questo nuovo modo di pensare al lavoro. E arricchiranno la laguna veneta del proprio bagaglio culturale, di energia e di conoscenze.

Perché le aziende passano alla storia non solo per i risultati economici, ma anche per l’impatto sul tessuto sociale ed economico sulla città in cui si inserisce. Ne è convinto Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italia, che ha descritto la visione di Cisco sul lavoro del futuro: «più inclusivo, sostenibile, digitale e connesso».

L’idea di supportare Venywhere è nata quando «il team stava cercando una città in cui poter combinare il lavoro ibrido e flessibile e il concetto dell’ufficio distribuito. E ha intercettato un professore che stava lanciando un progetto affine alle nostre idee».

Quel docente della Ca’ Foscari è Massimo Warglien, fondatore di Venywhere, secondo cui «la pandemia ha mostrato la fragilità del modello di sviluppo di Venezia, totalmente dipendente dal turismo. L’iniziativa ha creato l’opportunità di portare nuovi lavoratori, sia dall’estero che dall’Italia, e magari attirerà anche qualche veneziano di ritorno».

Warglien ha anche spiegato che la piattaforma ha già riscontrato molto interesse da parte di tantissime persone che vorrebbero raggiungere Venezia, «una popolazione proveniente dai settori IT, creativi, di marketing e finanza, composta al 70% da under 45, che sono il grande buco della popolazione attiva della città, e molte donne». Tra le 22.000 visite totali sul sito, già 1800 utenti si sono registrati.

Quello che ha colpito Tiziana Lippiello, rettrice dell’Università Ca’ Foscari dal 2020, sono, in particolare, «la connettività, l’impatto sociale e l’attenzione alla persona del progetto. Si tratta di una vera opportunità per i giovani, soprattutto per quelli che non vivono la comunità: alla Ca’Foscari, che riunisce circa 23.000 studenti, quasi la metà della popolazione del centro storico, sappiamo che la metà di loro sono pendolari. Spero che Venywhere possa essere una nuova opportunità di impiego anche per loro».

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