Economia

Credit Suisse: «Iper liberisti finché è tutto ok. Poi chiediamo aiuto»

La banca svizzera ha perso circa il 24% in borsa (in assoluto il suo calo più importante). Cosa deve aspettarsi ora l’Ue? Quali sono le previsioni future? Ne parla l’economista de La Svolta Azzurra Rinaldi
Azzurra Rinaldi, economista
Azzurra Rinaldi, economista Credit: Facebook
Tempo di lettura 4 min lettura
16 marzo 2023 Aggiornato alle 13:00

Cosa sta accadendo a livello macroeconomico?

Siamo in un momento di grandissima incertezza. L’incertezza, per prendere decisioni economiche, è un fattore estremamente negativo, perché tendiamo come agenti economici a non essere lucidi e quindi anche a farci spaventare, a volte, più del dovuto.

Non dimentichiamo poi che, in macroeconomia, le profezie sono autoavverantesi: cioè, quando io penso che stia per succedere qualcosa, metto in atto dei comportamenti che sono in questo caso di scelte di consumo, di investimento o di disinvestimento. E quegli stessi comportamenti accelerano il processo e lo dirigono proprio nella direzione che io temevo.

Il principale azionista di Credit Suisse (e stiamo parlando della Saudi National Bank) annuncia che non intende più fornire liquidità alla banca. Improvvisamente i mercati reagiscono, ipersensibilizzati anche da quello che era appena successo oltreoceano e quindi la Credit Suisse perde il 30% sul mercato azionario (in assoluto il calo più elevato mai sperimentato nella storia della banca). Poi risale a -24%, ma siamo comunque a livelli evidentemente molto bassi.

Qual è lo scenario adesso per l’Europa?

Questo è ovviamente un momento di grande fragilità, quindi tutto il settore bancario risente del picco negativo di Credit Suisse, oltretutto con delle implicazioni che sono potenzialmente più pericolose, molto più pericolose di quello che abbiamo visto con la Silicon Valley Bank, che è una piccola banca nel panorama americano, ma anche in quello internazionale.

Per Credit Suisse è ben diverso perché questa è la seconda banca della Svizzera: tutto ciò già ci dà una misura di cosa stia accadendo. Peraltro, come abbiamo detto, l’Arabia Saudita è adesso proprietaria della Banca, per una quota maggioritaria (quasi il 10%).

Cosa può succedere?

In realtà quello che vediamo è che così come è intervenuta la Federal Reserve, anche la Banca Centrale Europea sta cercando di capire come gestire questo processo a livello macroeconomico. Anzi, la Bce ha proprio chiesto alle banche europee di comunicare quanto fossero esposte nei confronti di Credit Suisse, e questo perché?

Perché in realtà deve cercare di capire quale può essere il peggiore scenario possibile (ovvero se Credit Suisse dovesse fallire) e quali sarebbero le banche sovraesposte rispetto a un suo potenziale fallimento. Domanda che si sta ponendo anche il il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per lo stesso identico motivo.

Che cosa è successo oggi?

È intervenuta la Banca Centrale Svizzera, che ha deciso di fornire un prestito a Credit Suisse fino a 50 miliardi di franchi (che equivalgono a 54 miliardi di dollari) nella Borsa di Zurigo.

Questa mattina Credit Suisse è rivolata in alto. Abbiamo osservato, di conseguenza, un rialzo, record del 40%, con risvolti positivi anche su tutte le altre borse europee. Oggi abbiamo avuto un avvio positivo e Francoforte ha guadagnato 1,6, Parigi anche e Londra l’1,3.

Qual è l’indicazione che possiamo ricevere in termini di politica monetaria?

La verità è che reclamiamo l’indipendenza del settore privato quando tutto va bene, ma poi di fronte a errori che vengono commessi da istituti di credito, istituti bancari in questo caso, chiediamo un intervento (come ora quello della Banca centrale). In altri termini, chiediamo aiuto alle autorità monetarie quando qualcosa non funziona, mentre siamo iper-liberisti finché le cose vanno bene.

Poi dopo, invece, chiediamo aiuto quando ne abbiamo bisogno.

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