Diritti

Cosa prevede il piano sull’immigrazione di Rishi Sunak?

La proposta di legge del Premier britannico ha ricevuto numerose critiche perché “inattuabile”. Ma anche perché rischia di far arrestare migliaia di persone in fuga da guerre e persecuzioni
Credit: EPA/CHRIS J. RATCLIFFE / POOL
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
6 marzo 2023 Aggiornato alle 19:00

«Che sia chiaro, chi arriva qui illegalmente non potrà restare»: così il premier britannico Rishi Sunak, che aveva messo tra le priorità del suo Governo lo stop alle imbarcazioni cariche di migranti che attraversano la Manica, ha presentato una proposta di legge che sottoporrà in Parlamento martedì 7 marzo. La ministra dell’Interno Suella Braverman dovrebbe proporre a Westminster quella che provvisoriamente è stata definita “legge sull’immigrazione illegale”.

In breve: il testo prevede che i migranti che arrivano senza visto d’ingresso vengano detenuti e deportati, nel loro Paese d’origine o altrove, perdendo per sempre il diritto a richiedere la cittadinanza britannica e a risiedere nel Regno Unito. Ancora più in breve: niente diritto d’asilo per chi sbarca sulle coste britanniche con un barcone.

Si tratta di un piano controverso, ancora poco dettagliato, con cui il governo crede di aver trovato il modo di aggirare alcuni aspetti della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, quella che fornisce l’autorità legale per la maggior parte dei ricorsi per l’espulsione, spiega il Guardian, ma non è ancora chiaro come. Secondo i quotidiani britannici, Braverman avrebbe l’obbligo di allontanare “non appena ragionevolmente possibile” chiunque arrivi su una piccola imbarcazione, spedendo queste persone verso il Ruanda o un “Paese terzo sicuro”. Non è chiaro di quali si tratti.

Maggiori dettagli saranno noti venerdì, quando Braverman e Sunak si recheranno in Francia per un vertice con il Presidente francese Emmanuel Macron e la questione delle piccole imbarcazioni sarà all’ordine del giorno.

Secondo quanto emerso finora, una volta arrivati nel Regno Unito attraverso la Manica, il tratto di mare che separa il Paese dall’Europa continentale e si estende per circa 550 km, a queste persone verrà impedito di chiedere asilo e, probabilmente, verrà vietato loro di tornare una volta allontanati, anche se la legge attualmente in vigore prevede che abbiano il diritto di rimanere in Uk per far valere le proprie ragioni.

Le critiche sono arrivate rapidamente, soprattutto da parte degli attivisti per i diritti umani che hanno definito queste norme «vendicative e inefficaci».

Sonya Sceats, direttrice generale di Freedom from Torture, l’ente di beneficienza che fornisce cure terapeutiche ai sopravvissuti alla tortura che cercano protezione nel Regno Unito, ha detto al Guardian che «questa legislazione non farà nulla per ridurre il numero di morti nel Canale della Manica o il caos e l’incompetenza che affliggono il nostro sistema di asilo, né garantirà rifugio a coloro che ne hanno bisogno». Una linea condivisa anche dall‘Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Molti migranti, dicono esperti e attivisti, rischiano il viaggio attraverso la Manica perché ci sono pochi modi sicuri e legali per raggiungere il Regno Unito. Ma il Governo, senza fornire ulteriori dettagli, ha dichiarato che istituirà più forme di asilo legale, aggiungendole a quelle istituite per Afghanistan, Hong Kong e Ucraina, che sono le uniche previste per chi desidera chiedere asilo nel Regno Unito.

Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno britannico, quest’anno 2.950 migranti hanno attraversato la Manica sulle cosiddette “piccole imbarcazioni”, quelle che secondo il Governo vengono “utilizzate da persone che attraversano la Manica con l’obiettivo di entrare nel Regno Unito senza un visto o un permesso di ingresso, sbarcando direttamente nel Regno Unito o dopo essere stati intercettati in mare dalle autorità e portati a terra”, spiega. “Le piccole imbarcazioni più comuni individuate per questo tipo di traversate sono i gommoni a scafo rigido, i canotti e i kayak”.

Secondo Refugee Council, un ente di beneficenza che lavora con i rifugiati e le persone in cerca di asilo nel Regno Unito, nel 2022 le persone che hanno raggiunto il Regno Unito in questo modo sono state 45.756, circa 17.000 in più rispetto all’anno precedente.

L’anno scorso è stato registrato anche il maggior numero di persone ad aver effettuato viaggi su piccole imbarcazioni attraverso la Manica in un solo giorno: 1.295 persone, il 22 agosto 2022. E sono più di 160.000 le persone ancora in attesa di decisioni sulle loro richieste di asilo.

Rispetto ad alcune nazioni europee, però, il Paese riceve meno richiedenti asilo: secondo quanto riporta l’Associated Press, si tratta di 9 ogni 100.000 persone nel 2021, rispetto a una media dell’Unione europea di 16 ogni 100.000 persone.

Per gestire questo fenomeno, l’anno scorso l’allora Primo Ministro britannico Boris Johnson aveva proposto un piano per inviare migliaia di persone in Ruanda, a 6.400 km di distanza.

Il primo volo programmato per il 14 giugno 2022 - così come l’intero progetto - è stato bloccato e si è arenato in una serie di sfide legali.

Inoltre, una sentenza della Corte Internazionale dell’Aia l’aveva giudicato illecito. Ma, a dicembre dello scorso anno, l’Alta Corte di Londra ha stabilito che il programma era legale e non violava la Convenzione Onu sui diritti dei rifugiati.

Sunak, eletto a ottobre, aveva accolto con favore la decisione.

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