Culture

Che mondo sarebbe, senza Codacons!

Quando scoppia una polemica online e ci chiediamo “È davvero importante?”, intervengono loro, presentando una denuncia, una querela, un ricorso. E allora capiamo che no, non era così importante
Credit: ANSA/RAI
Tempo di lettura 3 min lettura
13 febbraio 2023 Aggiornato alle 06:30

Il Codacons io me lo abbraccerei. Perché in un mondo così cambiato in pochi decenni, nel quale l’indignazione un tanto al chilo e il livore sono diventati i sentimenti che ci piace indossare per fare bella figura, il “Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori” è la maschera ideale del nostro presente: morto Alberto Sordi, che seppe incarnare perfettamente nei suoi film i vizi italiani, il Codacons è la mia ancora di salvezza.

Quando il dibattito si incattivisce, quando sui social ci si scontra ferocemente, quando un tema divide, mi assale sempre il dubbio che la questione al centro del dibattito non sia così importante. Poi se intervengono loro e presentano un esposto, una denuncia, una querela, un ricorso la matassa dei miei dubbi si dipana: era proprio una cazzata.

E so che scrivendo questo sono ad alto rischio di denuncia, querela, ricorso. Non so se mi tutelerò, ma ci tengo a dire che questa meravigliosa associazione occupa un posto speciale nel mio cuore, perché è una presenza che con la sua debordanza mediatico-giudiziaria affianca la mia vita personale e professionale da anni ed è nel mio pantheon, composto di presenze fisse come il Tar del Lazio e meteore, come il Moige (Movimento Genitori) e le sue battaglie contro i videogiochi o il pm Ruggiero della mitologica Procura di Trani, con le sue inchieste esplosive finite non proprio gloriosamente.

Dobbiamo dircelo, per esempio, che Sanremo senza il Codacons, non sarebbe Sanremo. Quella tra loro e Fedez, poi, è una battaglia legale talmente epica da non sfigurare in un episodio di The Good Wife o in un libro di Grisham. Si è fatta talmente dura che sul sito dell’associazione campeggia un manifestino digitale rivolto agli under 30 che vogliano svolgere il servizio civile. Invita “disoccupati, studenti, nullafacenti (sic), annoiati” a lavorare con loro per vedere e vivere un’esperienza di crescita, la riduzione di bollette di luce e gas e (proprio così) “Fedez mandato affanculo”, ricevendo anche 444,30 euro al mese.

A scorrere le notizie sul sito degli alfieri del consumerismo italiano c’è di tutto, dal meritorio sportello anti stalking all’appello per salvare l’Antica Orologeria Marenga, dal dialogo col ministro Nordio per limitare la pubblicazione delle intercettazioni al modulo per richiedere la riapertura della SP41 al chilometro 3+200 nei pressi di Tarquinia.

Il Codacons è ovunque, di tutto si occupa, tutto denuncia. Mediaticamente ricorda la presenza di Coldiretti, il cui ufficio studi nell’arco della stessa settimana è in grado di sfornare dati su quanti italiani partiranno per il fine settimana, quanti scelgono la campagna, come va la raccolta delle olive, i millimetri di pioggia caduti, le previsioni per il prossimo mese, i numeri della contraffazione alimentare, mentre l’associazione si scaglia contro il Parmesan e la farina di grilli.

Non a caso Coldiretti e Codacons si sono ritrovati sullo stesso palco, quello del Festival: gli agricoltori a chiedere le scuse di Blanco per i calci a fiori, i consumatori guidati dal battagliero avvocato Carlo Rienzi - ca va sans dire - a denunciarlo per danneggiamenti.

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