Diritti

Orlandi: anche le risa di Fedez, purché se ne parli

Dopo Vatican Girl e Atlantide - dedicati alla scomparsa di Emanuela Orlandi - il Vaticano ha finalmente aperto un’inchiesta. Il 22 giugno saranno 40 anni. Fedez ride. Ma intanto se ne parla
La manifestazione organizzata da Pietro Orlandi, lo scorso 14 gennaio, in via della Conciliazione, davanti a San Pietro. Un manifestante espone un cartello.
La manifestazione organizzata da Pietro Orlandi, lo scorso 14 gennaio, in via della Conciliazione, davanti a San Pietro. Un manifestante espone un cartello. Credit: Credit Image: © Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Press Wire)
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 3 min lettura
25 gennaio 2023 Aggiornato alle 07:50

Ci sono cose che per alcuni sono molto serie, e per altri anche no. Per me, la scomparsa di Emanuela Orlandi è una delle cose più serie del mondo. È sparita quando ero molto piccola e da allora si parlava, a Milano, di ragazze che venivano rapite da un giorno all’altro, a Roma. E che bisognava avere molta paura a parlare con gli sconosciuti, che si poteva sparire tutte, e non si sapeva il perché.

Ma non è soltanto per un vissuto personale lontanissimamente legato a questa vicenda che tengo a Emanuela Orlandi. Così come l’omicidio Moro, Orlandi è uno dei nomi scolpiti nella memoria di chi è stato bambino in un periodo storico ben preciso. Alfredino, Emanuela Orlandi, la strage di Bologna, Ustica, Moro, Calvi, Gelli, Sindona, Ambrosoli, Marcincus, Piazza della Loggia, Calabresi, Piazza Fontana e via così senza soluzione di continuità. Da una parte, il post boom economico - non siamo “ancora” boomer - dall’altro, le grandi paure che ti fanno crescere con le gambe che tremano perché da che prendi un treno a che visiti un museo, ogni giorno ti puoi considerare fortunata, perché vivi.

Le persone scomparse senza motivazioni, le persone scomparse con una motivazione: anche se c’è una motivazione ha mai senso che una persona scompaia?

Ma è la privazione di una giovane quindicenne che è incomprensibile, e non solo per una famiglia che ha sempre combattuto per far venire a galla la verità, un fratello che ci ha passato la vita, alla ricerca di un indizio che fosse uno, e due Stati, il Vaticano, e l’Italia, che non sono stati all’altezza di essere Stati. Per questo come per altri casi. Per non parlare dei capi di Stato. I Papi che si sono susseguiti: Giovanni Paolo II, e poi Ratzinger, e poi Francesco. I Governi che in questi 40 anni si sono succeduti in Italia, i ministri degli Interni e degli Esteri. E le mafie, che hanno visto uno dei maggiori rappresentanti, Renatino de Pedis, sepolto nella Chiesa accanto a dove guarda caso scomparve Emanuela Orlandi, a Sant’Apollinare. Il capo della banda della Magliana in un posto dove neppure i santi ci mettono piede, da morti.

Nessuno è stato all’altezza della storia di Emanuela Orlandi, nessun estraneo e nessuna delle persona apparentemente vicine alla famiglia. Di questi 40 anni in cui grazie a Netflix e a un giornalista come Andrea Purgatori si sta riaprendo uno spiraglio, di questo non sapere perché e cosa sia accaduto, la nostra faccia forse non può che essere quella del giornalista Gianluigi Nuzzi che - trovandosi in un podcast della serie Muschio Selvaggio - osserva attonito la reazione ridicola di Fedez che non riesce a trattenere le risa.

Forse, risa isteriche, come l’attesa della famiglia, che infatti, a nome del fratello lo ha già perdonato. Forse, risa ignoranti, come quelle che nessun politico o prelato ha avuto il coraggio di esternare. Forse, non risa grasse. Quelle di quei tanti o pochi che conoscono la verità e che ancora non la restituiscono alla storia.

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