Storie

Chi è Carlo Nordio?

Classe ‘47, ex magistrato trevigiano e coordinatore delle indagini sul Mose. Piccola biografia del nuovo ministro della Giustizia
Credit: ANSA/ ANGELO CARCONI
Tempo di lettura 3 min lettura
25 ottobre 2022 Aggiornato alle 19:00

È lo storico punto di riferimento della magistratura di destra. E il suo nuovo ruolo lo dimostra.

Carlo Nordio è stato scelto da Giorgia Meloni come ministro della Giustizia. Una nomina che arriva a coronamento di una prestigiosa carriera in magistratura sempre in lotta con i suoi colleghi “sinistri”.

Nato a Treviso nel 1947, Nordio si laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Padova nel 1970 ed entra in magistratura nel 1977.

Negli anni Ottanta conduce le indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona. La notorietà arriva all’inizio degli anni Novanta.

A Milano il pool di Mani pulite guidato da Antonio Di Pietro fa esplodere Tangentopoli, l’inchiesta sulla corruzione che porta alla scomparsa dei partiti che avevano guidato l’Italia fino a quel momento.

Nordio da una parte si dedica alla cosiddetta “Tangentopoli veneta” indagando sulle cooperative rosse, dall’altra critica i metodi dei suoi colleghi milanesi, diventando un punto di riferimento per la nascente destra berlusconiana.

Da procuratore aggiunto a Venezia coordina le indagini sul Mose (il sistema che difende Venezia dall’acqua alta al centro di un sistema di corruzione).

L’inchiesta porta alla condanna di Giancarlo Galan, all’epoca governatore del Veneto per il centrodestra.

Col tempo colleziona incarichi di prestigio come quelli di consulente della Commissione parlamentare per il terrorismo e le stragi e presidente della Commissione ministeriale per la riforma del codice penale.

Ma a fargli guadagnare i favori del centrodestra sono anche le sue posizioni garantiste.

Si dice contrario agli “abusi della custodia cautelare” e contro gli “eccessi delle intercettazioni”.

Due temi cari alla destra berlusconiana. Inoltre è favorevole all’abolizione della legge Severino (che potrebbe portare alla decadenza di Berlusconi se condannato) e ha fatto sapere di aver votato “sì” al referendum sulla giustizia proposto agli italiani questo giugno.

Nel 2017 va in pensione e si avvicina progressivamente alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che lo propone presidente della Repubblica in occasione dell’elezione del 2022.

Alla fine gli altri partiti convergono sulla rielezione di Mattarella e Nordio sparisce dai radar.

Ma la rivincita arriva nel giro di qualche mese. La destra vince le elezioni del 25 settembre. Meloni lo vuole alla Giustizia, ma Berlusconi prova il braccio di ferro reclamando il dicastero per Maria Elisabetta Casellati (oggi ministra delle Riforme istituzionali). Alla fine lo perde. Alla Giustizia va Nordio, che al Fatto assicura: «L’abolizione della legge Severino non è la priorità». Almeno per ora.

Leggi anche
Politica italiana
di Giunio Panarelli 3 min lettura
Politica italiana
di Giunio Panarelli 3 min lettura