Economia

Pos: in arrivo una riduzione delle commissioni?

Dopo il dietrofront sull’esenzione per le transazioni sotto i 60€, sono allo studio misure per ridurre i costi a carico degli esercenti sui pagamenti elettronici
Credit: Anna Shvets
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31 gennaio 2023 Aggiornato alle 08:00

Anche quest’anno, per i commercianti rimane l’obbligo di accettare pagamenti elettronici di qualsiasi importo (anche microtransazioni) effettuati tramite Pos; gli inadempienti incorreranno in sanzioni a partire da 30 euro, con l’aggiunta del 4% del valore del pagamento digitale rifiutato.

Al tavolo permanente istituito al Ministero dell’Economia tra tutti gli operatori del settore (banche, associazioni degli esercenti, gestori dei circuiti di pagamento), è però al vaglio una strategia di riduzione delle commissioni che agisca sui pagamenti almeno fino a trenta euro.

In caso di mancato raggiungimento di un accordo comune tra le parti entro la fine di marzo, la Finanziaria prevede che i prestatori dei servizi di pagamento e le banche possano erogare un contributo di solidarietà in favore di quelle piccole attività (come bar e negozi) che nell’anno precedente hanno ottenuto ricavi inferiori a 400.000 euro.

È la stessa soglia di ricavi che ha permesso alle piccole imprese di richiedere e ottenere un credito d’imposta del 30% sulle commissioni derivanti da pagamenti con Carte o Bancomat durante il governo Conte e fino al 31 dicembre 2022; un’iniziativa che non verrà riproposta dal governo Meloni.

Un accordo simile deve avvenire in autonomia, e non può essere in alcun modo guidato dal Governo, in quanto le norme Antitrust non permetterebbero di intervenire in una trattativa legata a un servizio privato, come quello dei pagamenti digitali.

Negli ultimi giorni sembrerebbe delinearsi una prima ipotesi sperimentale di doppio intervento, che proporrebbe un azzeramento delle commissioni sulle transazioni fino a dieci euro per almeno un anno e una riduzione delle stesse per pagamenti digitali fino a trenta euro.

I negozianti possono, sin da ora, approfittare della grande varietà di offerte sul mercato per trovare soluzioni in autonomia che permettano loro di ridurre le commissioni, o anche azzerarle al di sotto di certe soglie, sebbene limitatamente nel tempo o in esclusiva per determinate categorie di esercenti.

Un esempio è offerto da Nexi, che prevede un rimborso completo delle commissioni sulle microtransazioni di importo fino a dieci euro, dedicata ai piccoli commercianti con un fatturato annuo al di sotto dei 400.000 euro.

I metodi di pagamento elettronici possono contribuire a scoraggiare l’evasione fiscale, garantendo inoltre minori costi di gestione rispetto al contante, sia per i commercianti che per l’intera collettività, come evidenziato dalla Banca d’Italia.

Il problema prioritario da affrontare rimane la necessità di diminuire i costi sulle transazioni effettuate con il Pos, che sono in grado di ridurre ulteriormente i già esigui margini di guadagno dei piccoli gestori come benzinai, tabaccai, ecc., come sostenuto da Confesercenti, rendendo talvolta nullo o quasi l’impegno dei commercianti, che con fatica resistono nelle loro piccole attività.

Soddisfare la crescente richiesta di pagamenti digitali da parte della popolazione, mitigando al contempo le commissioni sulle transazioni per gli esercenti è necessario; trovare una soluzione è urgente: che questa sia la volta buona? Non ci resta che attendere la fine di marzo per saperlo.

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