Economia

Manovra, via libera dal Senato: è legge

La fiducia alla prima finanziaria del governo Meloni è stata votata su testo blindato con 107 sì, 69 no e un’astensione. Caro bollette, flat tax, reddito di cittadinanza, ecco le principali misure
Credit: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Habemus manovram. Dopo l’ok della Camera strappato alla vigilia di Natale, è arrivato nella mattinata di oggi il via libera del Sentato alla legge di Bilancio 2023. La fiducia di Palazzo Madama alla prima finanziaria del governo Meloni è stata votata sul testo blindato, dati i tempi stretti con 107 sì, 69 no e un’astensione.

«Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora più importante, quella del Parlamento», ha dichiarato in una nota il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

La manovra vale 35 miliardi complessivi, circa due terzi dei quali, 21 miliardi, saranno coperti grazie a uno scostamento di bilancio e destinati alle misure a sostegno di famiglie e imprese contro il caro energia, prorogando fino al 31 marzo – e in alcuni casi rafforzando – le misure dei precedenti decreti Aiuti.

Caro bollette

In particolare, oltre all’azzeramento degli oneri di sistema, è stato rafforzato il bonus sociale per le bollette di gas e luce alzando il tetto Isee da 12 a 15.000 euro. Il credito d’imposta per le imprese energivore e gasivore cresce dal 40 al 45%. Passa inoltre dal 22% al 5% l’Iva per le fatture dei consumi nel primo trimestre del 2023 dei servizi di teleriscaldamento, e dal 22% al 10% quella del pellet per tutto il 2023.

La tassa sugli extra-profitti delle imprese energetiche prevede un contributo del 50% sull’imponibile Ires e sull’incremento medio superiore al 10% sui quattro anni precedenti (2018-2021). Esteso a 8 mila euro il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di determinate classi energetiche.

Fisco, flat tax e taglio contributivo

Si allarga la platea di professionisti e partite Iva beneficiari del regime forfettario al 15%: sale infatti da 65.000 a 85.000 euro la soglia dei ricavi o compensi per avere diritto all’agevolazione. Inoltre fino a 100.000 euro viene applicata la flat tax incrementale del 15% sulla differenza tra l’incremento e il reddito più alto dell’ultimo triennio.

La Legge di Bilancio conferma il taglio contributivo del 2% per redditi fino a 35.000 euro e allarga la platea per il taglio del cuneo fiscale al 3% estendendola ai redditi fino a 25.000 euro. Inoltre nel pacchetto lavoro anche l’estensione da 6.000 a 8.000 euro del tetto per le decontribuzioni dei giovani, dei percettori del reddito di cittadinanza e delle donne fragili.

Reddito di cittadinanza e smartworking

Stretta sul reddito di cittadinanza. Ai percettori abili al lavoro sarà corrisposto per 7 mesi anziché gli 8 previsti all’inizio. La prima offerta di lavoro potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità. Qualora non venga accettata il beneficio decade.

A decorrere dal 1° gennaio, inoltre, l’erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo. Prorogato fino al 31 marzo anche il regime di smart working per i lavoratori fragili. Esclusi i genitori di figli sotto i 14 anni.

Pensioni, Quota 103 e Opzione donna

Per l’anticipo pensionistico scatta lo schema quota 103, mentre le pensioni minime vengono rialzate a 600 euro nel 2023 per gli over 75. Viene rivista invece per due anni la rivalutazione automatica che sale dall’80 all’85% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo, mentre per gli assegni più alti ci sarà una riduzione della percentuale dello scaglione.

Rivista Opzione Donna: le lavoratrici potranno andare in pensione anticipatamente a 60 anni soltanto nel caso in cui si tratti di caregiver, donne invalide almeno al 74% oppure licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto.

Superbonus, Iva e mutui

Esteso al 31 dicembre 2022 il termine per presentare la Cilas e poter usufruire del superbonus al 110% sulle ristrutturazioni edilizie, che scenderà al 90% a partire dal 1° gennaio 2023. La manovra introduce anche una detrazione dall’imposta lorda ai fini dell’Irpef del 50% dell’importo corrisposto per il pagamento dell’Iva in relazione all’acquisto entro il 31 dicembre 2023 di unità immobiliari a destinazione residenziale di classe energetica A o B.

Sul versante dei mutui invece sarà possibile rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al fisso per quelli fino 200.000 euro con Isee non superiore a 35.000 euro e senza ritardi nei pagamenti.

Congedo parentale, assegno unico e tampon tax

Il congedo parentale sale dal 30 all’80% e potranno beneficiarne anche i padri per i figli fino a 6 anni. Novità per l’assegno unico: sarà più alto per il primo figlio entro un anno d’età e per le famiglie da 3 figli in su con età fino a 3 anni. Ridotta al 5% l’Iva sui prodotti per la prima infanzia e sugli assorbenti femminili.

Reddito alimentare

Al via la sperimentazione del reddito alimentare per chi è in povertà assoluta: la manovra stanzia un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 per distribuire pacchi alimentari con i prodotti invenduti.

Bonus cultura e psicologo

Per i 18enni arriva il nuovo bonus Cultura fino a 1.000 euro quale somma di 500 euro per chi ha un Isee familiare fino a 35.000 euro e gli altri 500 euro nell’eventualità del voto di maturità pari a 100/100. Il bonus psicologo diventa permanente e sale da 600 a 1.500 euro, con tetto Isee a 50.000 euro.

Pos e tetto al contante

Resta il tetto al contante a 5.000 euro e le sanzioni per i commercianti che non accettano pagamenti con il Pos per acquisti di cifre inferiori a 60 euro. È stato infatti soppresso il comma dell’articolo 69 che prevedeva lo stop alle multe.

Tregua fiscale

Non ci sarà più la cancellazione automatica per le cartelle esattoriali dal 2000 al 2015 inferiori ai 1.000 euro. Saranno cancellati solo gli interessi, ma la decisione se stralciare o meno l’imposta e le sanzioni spetterà agli enti locali e sarebbe operativa dal 31 marzo 2023.

Nei giorni scorsi, la manovra è stata duramente criticata dalle opposizioni, oltre che nel merito di alcuni suoi contenuti, per l’iter legislativo accelerato che ha di fatto esautorato la seconda camera del Parlamento dall’esercizio della sua funzione legislativa. Il 27 dicembre, i rappresentanti di Pd, M5S e Terzo Polo hanno occupato la commissione bilancio facendo slittare di un giorno il voto inizialmente previsto per mercoledì.

Mariastella Gelmini, vicesegretaria e portavoce di Azione, ha dichiarato che il Senato «è stato ridotto a mero passacarte», e ha aggiunto: «Dal bicameralismo perfetto siamo passati al monocameralismo imperfetto, visto che neppure la Camera dei Deputati ha avuto il tempo di esaminare decorosamente la legge più importante dell’anno».

L’urgenza, intanto, si è spostata sul decreto Rave, che dopo essere stato riscritto dal Senato e aver incassato la fiducia della Camera con 206 voti a favore, 145 contrari e tre astenuti, deve essere convertito in legge entro il 30 dicembre, pena la sua decadenza. Alle 19 di oggi è previsto l’inizio delle votazioni sugli ordini del giorno.

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