Economia

Come funzionano i voucher?

Quanto costano e come richiederli? Una guida per capire in che modo i prestatori di attività saltuarie e occasionali potranno essere remunerati dopo le novità (re)introdotte dalla Legge di bilancio
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9 gennaio 2023 Aggiornato alle 13:15

Il ritorno dei voucher lavoro segna una svolta importante per tutti coloro che prestano attività lavorative in settori come agricoltura, industria alberghiera e ristorazione, cura della persona e lavoro domestico.

Attraverso questi ticket, pensionati, studenti under 25, inoccupati, titolari di indennità di disoccupazione, percettori di prestazioni integrative come il reddito di cittadinanza (nel limite massimo di 3.000 euro netti all’anno), lavoratori part-time e stranieri con regolare permesso di soggiorno potranno essere remunerati per le proprie prestazioni occasionali o accessorie - svolte al di fuori di un normale contratto di lavoro - nel pieno rispetto del fisco.

Quanto costano?

Il voucher ha un valore nominale di 10 euro lordi all’ora, di cui 75% incassati direttamente da chi presta l’attività lavorativa. Quindi, la retribuzione ammonta a 7,50 euro netti.

I rimanenti 2,5 euro si suddividono come segue: il 13% del totale in contributi Inps, il 5% per coprire i costi per la gestione del servizio e il 7% è destinato ai contributi Inail.

Come richiederli?

Al momento, la modalità di richiesta per i nuovi voucher introdotti dalla finanziaria 2023 non è stata ancora esplicitata. Possiamo tuttavia dedurre che, come in passato, i buoni lavoro potranno essere acquistati dal datore di lavoro: presso le sedi Inps territoriali, pagando una commissione di 1 euro; nelle banche popolari abilitate; negli uffici postali, essendo muniti di tessera sanitaria e pagando una tassa di 2,50 euro (più iva) per ogni emissione, con un valore massimo di voucher acquistabili al giorno pari a 5.000 euro lordi; presso tabaccherie autorizzate, sempre mostrando codice fiscale, tessera sanitaria o carta d’identità elettronica e versando una commissione di 1,70 euro (in questo caso, potranno essere acquistati buoni di valore massimo pari a 1.000 euro per singola emissione regolata in contanti, oppure 5.000 euro se pagati attraverso carte).

Si può effettuare l’acquisto di voucher anche attraverso una specifica procedura telematica. Occorre prima di tutto registrarsi presso l’Inps, recandosi agli appositi sportelli o alle Associazioni di categoria, chiamando il contact center Inps/Inail oppure direttamente sul sito internet Inps. Il datore di lavoro riceverà quindi una carta Inps Postepay Virtual sulla quale saranno accreditati gli importi dei ticket. Dopo di che, il committente dovrà versare all’Inps il corrispettivo dei buoni che intende acquistare compilando apposito modello F24 ed effettuando un bonifico sul conto corrente postale intestato all’Inps. Infine, il datore di lavoro dovrà dichiarare l’identità di ogni lavoratore coinvolto, con relativo codice fiscale, data di inizio e fine (presunta) dell’attività lavorativa e il luogo di lavoro. Una volta emessi, i voucher hanno valore per 24 mesi.

Come si riscuotono?

La modalità di riscossione varia a seconda del luogo in cui i buoni sono stati richiesti.

I buoni acquistati negli uffici postali potranno essere riscossi negli uffici postali stessi dal secondo giorno dalla fine della prestazione e comunque entro 2 anni dall’emissione del buono stesso. Lo stesso limite annuale è previsto per i voucher acquistati presso gli sportelli bancari, che potranno essere riscossi solo nello stesso circuito bancario. Anche i voucher acquistati in tabaccheria si potranno ottenere dal secondo giorno dalla fine della prestazione nelle tabaccherie convenzionate, ma questa volta entro 1 anno dal giorno dell’emissione.

La procedura è diversa per i voucher ottenuti tramite procedura telematica: una volta terminata la prestazione, questi potranno essere incassati dal lavoratore direttamente tramite la carta Inps o attraverso bonifico bancario.

Le novità per il settore agricolo

Per le prestazioni lavorative di natura occasionale svolte nell’ambito delle attività agricole di carattere stagionale, i voucher saranno utilizzabili per un periodo non superiore a 45 giorni nel corso dell’anno solare. Per ogni giornata lavorativa, saranno corrisposti al lavoratore almeno 3 buoni lavoro, nel rispetto della retribuzione oraria individuata dal contratto collettivo di lavoro stipulato dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

È una misura vantaggiosa o no?

Sicuramente l’intento di una forma di pagamento come il voucher è quello di colmare il vuoto normativo riguardante le attività occasionali accessorie, quindi di mettere in regola sia il datore di lavoro che il lavoratore.

Il primo, committente, potrà ricevere prestazioni lavorative occasionali senza problemi con il fisco, beneficiando anche di una copertura Inail per tutti i possibili incidenti sul lavoro. Il prestatore, oltre a poter integrare il suo reddito con i guadagni derivanti dai lavori occasionali, potrà cumulare ulteriori contributi Inps nei suoi trattamenti pensionistici.

Entrambi i vantaggi sarebbero quindi conseguiti nel rispetto della legge, evitando di sconfinare nell’annosa e deleteria piaga del lavoro nero, con cui i lavoratori vengono illecitamente impiegati senza coperture assicurative e tutele dal punto di vista retributivo e fiscale.

Ciò che potrebbe far storcere il naso è invece il suo potenziale utilizzo abusivo da parte di alcuni datori di lavoro, che potrebbero “camuffare” la posizione lavorativa dei propri lavoratori non occasionali, continuandoli a pagare con i voucher senza assumerli con un vero e proprio contratto di lavoro regolare.

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