Economia

Manovra e figli: le buone notizie per le partite Iva

Diritto alla sospensione dei termini legato alla maternità, assegno unico universale, indennità corrisposta per il congedo parentale. Ecco le misure previste dalla Legge di Bilancio a sostegno delle madri
Credit: Tatiana Syrikova
Tempo di lettura 4 min lettura
27 dicembre 2022 Aggiornato alle 20:00

Un importante passo in avanti è stato introdotto nella manovra per le libere professioniste che decidono di avere dei figli. Nella Legge di Bilancio è stato infatti inserito il diritto alla sospensione dei termini legato alla maternità e all’assistenza ai figli.

In parole semplici, le libere professioniste beneficeranno della sospensione a partire dall’ottavo mese di gravidanza fino al trentesimo giorno dopo il parto. Si tratta di una forma di sostegno della maternità del tutto innovativa e mai introdotta in precedenza per questa tipologia di lavoratrici.

Ma non è l’unica misura a sostegno degli autonomi con figli. Nella manovra troviamo infatti l’assegno unico universale rivolto a nuclei con 3 o più figli di età compresa tra 1 e 3 anni (e livello Isee inferiore a 40.000 euro). Dal primo gennaio, l’importo sarà aumentato del 50% per ciascun figlio di età inferiore a un anno.

Inoltre, arriverà all’80% la retribuzione per l’indennità corrisposta per il congedo parentale per lavoratori e lavoratrici autonome, per la durata massima di un mese fino al sesto anno di vita del bambino. Una svolta concreta e importante per le lavoratrici autonome che scelgono di avere figli, categoria che raramente negli ultimi anni ha ricevuto attenzioni dal legislatore.

È previsto invece un decreto per definire meglio le caratteristiche della sospensione per grave malattia del figlio, anche se sin da subito le misure della manovra si presentano estremamente vantaggiose per i lavoratori autonomi.

I benefici sono anche fiscali

Con l’arrivo del 2023, infatti, tutte le figure professionali che progettano e organizzano in autonomia il proprio lavoro (dall’imprenditore all’artigiano, dal professionista all’agente di commercio) potranno beneficiare di una flat tax al 15%. Si tratta di un’unica aliquota fissa per tutti i lavoratori autonomi che rientrano in uno specifico tetto di ricavi che, con l’arrivo del Governo Meloni, è aumentato da 65 a 85.000 euro, allargando il bacino dei possibili beneficiari.

Tutti coloro che non presentano i requisiti di accesso per questo regime forfettario potranno comunque godere della Flat tax incrementale, un’imposta sostitutiva dell’Irpef con aliquota del 15% rivolta a persone fisiche titolari di partita IVA (non forfettaria) ed esercenti attività d’impresa, arti o professioni, e applicabile - solo per il prossimo anno d’imposta - esclusivamente sugli incrementi rilevati nel 2023 rispetto al reddito più alto registrato nei 3 anni precedenti, con un limite massimo di 40.000 euro. Con questa tassazione agevolata, chi l’anno prossimo guadagnerà più del triennio precedente pagherà molte meno tasse.

Le reazioni alle misure introdotte

Le opposizioni commentano duramente le novità fiscali della manovra, reputandola come iniqua proprio perché tratterebbe con maggiore, e troppo favorevole, vantaggio una specifica categoria di lavoratori anche a danno delle casse statali. La conferma di questo rischio arriva dall’approfondimento dell’Osservatorio dei conti pubblici italiani dell’Univeristà Cattolica, secondo cui la flat tax per gli autonomi non fa che proseguire il lento, ma costante, svuotamento della portata applicativa dell’Irpef, con sempre meno categorie lavorative e reddituali soggette al regime fiscale ordinario dell’Imposta sul reddito. Non è secondario: gli scaglioni con aliquota progressiva troverebbero così applicazione “sui soli redditi da lavoro, in particolare redditi da lavoro dipendente e assimilati”.

Dal report si evince infatti che l’espansione della tassa piatta non solo introduce elementi di inquitànel trattamento tributario di lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi”, che risparmierebbero più di 8.000 euro l’anno rispetto al regime ordinario. Ma evidenzia anche la disparità di trattamento fra gli stessi autonomi, poiché la flat tax incrementale avvantaggerebbe “soprattutto i contribuenti più abbienti”, oltre alla possibilità concreta che agevoli comportamenti distorsivi come l’apertura di finte partite Iva o l’aumento dell’evasione pur di rientrare nel tetto previsto per l’applicazione della flat tax.

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