Ambiente

La lunga estate caldissima

Quello che abbiamo appena vissuto è il quinto novembre – e il terzo autunno – con le temperature più alte di sempre in Europa. A dirlo è il Copernicus Climate Change Service (C3S)
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19 dicembre 2022 Aggiornato alle 19:00

Viviamo in un mondo che cambia sotto l’effetto dei cambiamenti climatici provocati dal genere umano. I cambiamenti si fanno sentire non solo in regioni lontane da casa nostra, ma anche sui nostri portafogli, sempre più leggeri, come dimostrano i risultati dell’ultimo progetto di ricerca della Banca D’Italia.

Dopo un’estate “infernale”, con temperature tipiche del nord Africa, ci siamo tutti accorti che anche il mese di novembre aveva più il gusto dell’estate che quello dell’autunno. A confermarlo l’ultimo bollettino di Copernicus Climate Change Service (C3S), il centro studi che “sostiene la società fornendo informazioni autorevoli sul clima passato, presente e futuro in Europa e nel resto del mondo”.

Il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (C3S), implementato dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine per conto della Commissione Europea, con il finanziamento dell’EU, pubblica regolarmente dei bollettini climatici mensili che registrano i cambiamenti climatici e il caldo record che ha toccato il continente.

I risultati vengono dall’analisi di milioni di dati registrati da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo. I cambiamenti climatici vengono osservati nella temperatura dell’aria superficiale globale, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche e tutti i dati portano a un risultato allarmante sullo stato del riscaldamento globale.

Le temperature di novembre 2022 sono state superiori alla media 1991-2020 in gran parte dell’Europa. Le temperature sono state insolitamente miti anche in Groenlandia e nei mari dell’Europa settentrionale.

Ma non è stato ovunque così, infatti, oltre oceano, in regioni che comprendono gli Stati Uniti occidentali e gran parte del Canada occidentale, parti dell’Artico canadese e siberiano e l’Antartide, le temperature sono state inferiori alla media. L’Australia ha registrato l’ottava media più bassa di temperature massime giornaliere: superato un record che risale al 1910.

Non è stata calda solo l’aria continentale ma anche quella sui mari. Temperature dell’aria marina superiori alla media si sono verificate soprattutto nel Mediterraneo occidentale, nel Pacifico settentrionale, nell’Atlantico settentrionale centrale, nel Pacifico meridionale occidentale e nella maggior parte degli oceani vicini all’Antartide.

Per quanto riguarda la copertura del ghiaccio marino artico, si registra un’estensione del 3% inferiore rispetto alla media: è stata la quinta più bassa per il mese di novembre nei 44 anni di dati satellitari. Le concentrazioni di ghiaccio marino intorno all’Antartide sono molto al di sotto della media.

La zona più colpita da queste anomalie riguarda il lato lungo occidentale della Penisola Antartica, nella parte orientale del Mare di Bellingshausen. Si registrano inoltre intere zone oggi prive di ghiaccio: il Mare di Barents settentrionale, il Mare di Kara occidentale e il Mare di Chukchi.

L’assenza di ghiaccio marino nel Mare di Barents settentrionale e nel Mare di Kara occidentale è stata associata a una temperatura dell’aria superficiale molto superiore alla media in queste aree.

L’ultimo parametro analizzato riguarda le precipitazioni, l’umidità relativa e l’umidità del suolo. Nel mese di novembre 2022 nelle regioni costiere dell’Atlantico, del Mare del Nord, dell’Italia nord-est e Balcani si registrano condizioni più umide. Le precipitazioni sono superiori alla media per Bahamas e Florida, come anche per l’Australia settentrionale, l’Africa meridionale e gran parte del Brasile.

Il servizio meteorologico nazionale australiano ha segnalato la seconda primavera australe più piovosa mai registrata. Al contrario, in alcune zone degli Stati Uniti centrali e del Corno d’Africa le condizioni di siccità si sono protratte per tutto l’autunno boreale.

Certamente questi dati devono allarmarci e farci capire che è il momento di agire. Abbiamo appena vissuto il quinto novembre e il terzo autunno più caldi della storia in Europa, o forse il più fresco di quelli futuri?

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