Bambini

Le mamme di Buenos Aires fanno uno strano girotondo

Sono le Madri della Plaza de Mayo, che chiedono giustizia e ricordo. Domenica scorsa, una di loro, Hebe, è morta e il mondo intero si è commosso
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26 novembre 2022 Aggiornato alle 09:00

La capitale dell’Argentina si chiama Buenos Aires. A Buenos Aires c’è una grande piazza con un palazzo rosa al centro. Davanti al palazzo rosa, ogni giovedì pomeriggio da 45 anni, c’è uno strano girotondo. Ci sono delle signore con un fazzoletto bianco in testa che girano in senso antiorario, cioè all’incontrario rispetto alle lancette dell’orologio, come per tornare indietro nel tempo. Sono delle mamme. Le Madri della Plaza de Mayo.

Il momento a cui queste mamme vorrebbero tornare non è un momento felice e non è un momento solo. Sono degli anni, compresi tra il 1976 e il 1983, durante i quali in Argentina c’è stata una bruttissima dittatura militare. Il Paese era governato dall’esercito e chiunque non fosse d’accordo veniva messo in prigione, gli veniva fatto molto male e spesso veniva ucciso. Tantissima gente è scappata dall’Argentina e tanta gente è sparita, come i figli e le figlie delle mamme della Plaza de Mayo.

Fin da subito, senza paura, le mamme di questi ragazze e ragazzi incarcerati, si sono organizzate e hanno chiesto al governo cattivo nel palazzo rosa dove fossero finiti. Il governo ha detto che su quella piazza non poteva sostare e loro, per non sostare ma per non andare via, hanno cominciato a girare in tondo.

Il governo non le ha prese sul serio e ha fatto quello che si fa quando una mamma, ma anche solo una donna, alza la voce perché è triste o arrabbiata o impaurita. Come la mamma di Dumbo che si arrabbia per difendere il suo cucciolo e viene rinchiusa, il governo le ha chiamate pazze. Ma loro hanno continuato. Tutti i giovedì, di tutti i mesi, di tutti gli anni, fino adesso.

Le mamme della Plaza de Mayo sapevano, in cuor loro, che non avrebbero rivisto i loro figli e le loro figlie. Però, quando qualcuno ci fa male, ci sono delle cose che aiutano a stare un po’ meno peggio. Quando la persona che ci ha fatto male si scusa e ammette di averci fatto male, questo aiuta tanto. Non tira via il cerotto, però aiuta a guarire. Non tira via il dolore, ma spazza via un po’ di tristezza.

Le mamme della Plaza de Mayo chiedono da 45 anni che lo stato argentino dica chiaramente quali sono state le sue colpe, che si scusi e che dica chiaro e tondo che fine hanno fatto tutti i ragazzi e ragazze ingiustamente catturati durante la dittatura. Non li riporta indietro, certo, ma aiuta ad andare avanti.

Domenica scorsa, una di queste mamme che si chiama Hebe de Bonafini è morta. Era ormai anziana, aveva 93 anni. Aveva cominciato a fare il girotondo sin da subito ed è diventata rapidamente la presidente delle Madri della Plaza de Mayo.

A Hebe avevano catturato due figli, Jorge e Raúl. Prima che sparissero, Hebe faceva la casalinga, come tante mamme. Ma quando ha perso loro, Hebe ce l’ha messa tutta per ritrovarli. Poi, ce l’ha messa tutta per ritrovare quelli e quelle come loro. Poi, ce l’ha messa tutta perché il mondo sapesse cosa era successo in Argentina. E ci è riuscita.

Domenica scorsa, Hebe è morta e tutto il mondo si è commosso. Le mamme col fazzoletto bianco in testa continuano il loro girotondo a ritroso nel tempo per lenire le loro ferite e quelle del loro Paese. Restano nella piazza col palazzo rosa ma non stanno mai ferme. Il mondo lo sa e, stavolta, non le prende per pazze.

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