Ambiente

Guida al Piano romano per gestire l’immondizia

Abbiamo letto e riassunto per voi il nuovo Piano Rifiuti del Comune di Roma, con l’obiettivo di entrare nel vivo del progetto capitolino. Che mira a trasformare Roma da “città più sporca d’Europa’’ a modello verde e sostenibile
Scheibe & Güntzel, PLASTISPHERE Portrait
Scheibe & Güntzel, PLASTISPHERE Portrait Credit: Scheibe & Güntzel

Lo scorso 4 agosto è stato presentato in Campidoglio il nuovo Piano per la gestione integrata dei rifiuti e la pulizia di Roma Capitale che si inserisce nel quadro delineato dal decreto governativo che ha nominato il sindaco di Roma commissario straordinario per il problema rifiuti ed è in linea con la strategia nazionale ed europea per l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile.

«Finalmente avremo un sistema di impianti adeguati a una grande città europea. Smetteremo di inquinare e di spendere i soldi dei romani per spedire i nostri rifiuti in giro per l’Italia e l’Europa. Avremo impianti verdi e sostenibili, sul nostro territorio, per produrre energia green e per rendere la nostra città più pulita», ha dichiarato Roberto Gualtieri, nelle vesti di commissario straordinario nominato dal governo.

Le criticità di Roma

Il Piano per la gestione integrata dei rifiuti e la pulizia di Roma Capitale appena varato parte dalla presa di coscienza di criticità profonde che attanagliano oggi la capitale italiana.

Tra queste, in primis, una gestione che dipende da impianti localizzati fuori dal territorio comunale e che impone, quindi, lunghe percorrenze per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, con conseguente impatto sui costi dei trasporti, oltre che sullo stato dell’ambiente.

Non c’è autosufficienza neanche nel recupero di energie dai rifiuti indifferenziati residui: gli impianti di trattamento termico e recupero energetico, infatti, sono localizzati fuori comune e fuori regione, così come anche gli impianti di compostaggio e di digestione anaerobica.

Roma si ritrova, poi, a combattere con discariche piene, con quantità di rifiuti ben superiori rispetto a quelle stabilite a livello europeo e nazionale (il 30% attuale contro il 10% massimo imposto entro il 2035).

Dalla consapevolezza di tali mancanze e criticità nasce il Piano per la gestione dei rifiuti di Roma.

Gli obiettivi del Piano

L’obiettivo generale del piano è quello di trasformare Roma da “città più sporca d’Europa’’ a ‘’modello verde e sostenibile’’, garantendo alla capitale l’autosufficienza nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e un ruolo di protagonista dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile.

«Gli obiettivi sono chiari: la riduzione della produzione di rifiuti, l’aumento della differenziata, del riciclo e del recupero energetico, la realizzazione di un sistema impiantistico integrato per rendere autosufficiente il territorio, la drastica riduzione del conferimento in discarica, l’abbattimento delle emissioni di gas serra, il miglioramento dell’intero sistema della raccolta», ha spiegato su Facebook il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

La riduzione di produzione di rifiuti

Il piano prevede la riduzione di produzione di rifiuti da 1,69 milioni di tonnellate l’anno a 1,55 nel 2030 (-8,3%) e 1,52 nel 2035. Questo traguardo sarà raggiungibile tramite l’adozione del Piano di prevenzione rifiuti del comune di Roma.

Di cosa si tratta? La prevenzione dei rifiuti è il risultato di un insieme di azioni che vanno dalla modifica del design di un prodotto con finalità di tutela ambientale e di aumento della riciclabilità di un bene da parte dei progettisti, fino alla modifica dei comportamenti individuali, passando per la capacità delle imprese di ridurre l’uso delle risorse e delle amministrazioni a ogni livello di indirizzare i propri acquisti.

Roma Capitale ha intenzione di raggiungere tale risultato attraverso una serie di azioni, quali l’informazione ai cittadini per promuovere la cultura ambientale, l’attivazione di sistemi premianti per chi riduce la produzione di rifiuti, la riduzione nell’utilizzo della plastica monouso, il contrasto allo spreco alimentare, la corretta gestione dei rifiuti durante eventi pubblici, la promozione dei Centri del Riuso (un luogo allestito per l’esposizione e la distribuzione di beni usati) e l’EcoRubrica (una guida che aiuta i cittadini a disfarsi di oggetti di cui non hanno più necessità), il sostegno agli acquisti ambientalmente preferibili (Green Public Procurement) e l’adozione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM).

Il Piano consentirà una sensibile riduzione dei rifiuti non riciclabili, passando da 1 milione di tonnellate l’anno del 2019 a oltre 700.000 tonnellate nel 2030.

L’incremento del tasso di raccolta differenziata

Oggi il tasso di raccolta differenziata per Roma si attesta a una percentuale del 45,2% (un dato nettamente inferiore alla media nazionale del 61,3%), ma, stando agli obiettivi posti dal Piano rifiuti, dovrà raggiungere il 65% entro il 2030 e il 70% entro il 2035.

In che modo? Agendo sulle infrastrutture di raccolta e smistamento e sui sistemi logistici: a oggi, infatti, si evidenzia la grave carenza di impianti a servizio della gestione rifiuti di Roma Capitale e una forte dipendenza da impianti a gestione privata e localizzati fuori comune e fuori regione.

Inoltre, rilevante tra le criticità del servizio di raccolta a Roma è la completezza delle postazioni per la raccolta stradale (una parte rilevante di postazioni stradali, il 29%, non è completa e il 33% delle postazione stradali non consentono il conferimento dell’organico). Il mancato completamento delle postazioni rappresenta una forte difficoltà per i cittadini a fare la raccolta differenziata laddove i contenitori adatti non sono presenti, oltre a portare il 30% dei rifiuti in discarica, provocando un impatto ambientale molto pesante dal punto di vista del consumo di suolo, dell’inquinamento e delle emissioni di metano.

È necessario, poi supportare una corretta informazione e preparazione dei cittadini sulla raccolta differenziata dei rifiuti, soprattutto nei Municipi centrali e in particolare per quanto riguarda plastica, ferro, organico.

Il nuovo sistema impiantistico

«Roma non graverà più su altri territori e diventerà autosufficiente», ha assicurato Roberto Gualtieri.

Il Piano rifiuti appena presentato, infatti, prevede la realizzazione di nuovi impianti basati sulle migliori tecnologie di settore disponibili: saranno realizzati due impianti di selezione di carta e plastica da raccolta differenziata da 100.000 tonnellate annue ciascuno e due impianti di digestione anaerobica per il recupero di energia e materia dalle frazioni organiche della raccolta differenziata, anch’essi da 100.000 tonnellate annue ciascuno.

Ancora, il capitolo termovalorizzatore: sarà realizzato un impianto di trattamento termico dalla capacità di 600.000 tonnellate annue che tratterà sia i rifiuti indifferenziati che gli scarti della raccolta differenziata adottando tecnologia consolidata per il recupero energetico, e le migliori tecnologie disponibili per la riduzione e per il controllo delle emissioni in atmosfera. Inoltre verranno realizzati impianti per il riciclo delle ceneri e un impianto sperimentale per la cattura di CO2.

È previsto, poi, un incremento dei Centri di raccolta per aumentarne la presenza sul territorio di Roma Capitale e migliorare le quantità e qualità dei rifiuti intercettati. In particolare si lavorerà per rendere riconoscibile ai cittadini il servizio di raccolta differenziata, razionalizzare i tempi di raccolta rifiuti e adeguare il servizio alla densità dei singoli municipi e zone.

Si prevede di arrivare, nel 2030, a 30 centri adeguatamente localizzati in tutti i municipi di Roma Capitale. In questo modo sarà possibile abbattere criticità come gli accumuli di rifiuti nelle strade.

Altro punto critico è costituito dalla logistica della raccolta, in particolare dalla carenza di stazioni di trasferenza, cioè postazioni intermedie che permettono il raduno di tutti i mezzi di raccolta di rifiuti di un determinato bacino di utenza e il successivo trasferimento dei rifiuti stessi in discarica tramite mezzi idonei alla lunga percorrenza, permettendo così di abbattere costi e impatti ambientali di lunghi tragitti di più mezzi non idonei a tale scopo.

Allo stato attuale le stazioni di trasferenza sono inesistenti in gran parte delle aree e questo impatta negativamente sulla logistica della raccolta (oltre che sull’ambiente e sui costi per i trasporti).

La riduzione dei rifiuti nelle discariche

Con il raggiungimento degli obiettivi sopra citati, in particolare dell’incremento della raccolta differenziata, le discariche saranno destinate al solo smaltimento di scarti non destinabili a recupero energetico. In questo modo si potrà passare da 500.000 tonnellate di rifiuti nelle discariche a circa 23.000 nel 2030, portando Roma al 4,8% del ricorso alle discariche: ben al di sotto della soglia massima imposta dall’Unione Europea (10%).

La riduzione delle emissioni di CO2

Il piano appena varato permetterà una riduzione del 90% delle emissioni di CO2 rispetto allo ‘’scenario 0’’, ossia lo scenario con raccolta differenziata al 65% ma con la situazione impiantistica immutata. Grazie alla chiusura delle discariche e alla riduzione della loro attività, grazie a un sistema logistico migliorato, a un’ottimizzazione dei trasporti, al riciclo e al recupero di energia dai rifiuti, Roma contribuirà al raggiungimento della neutralità climatica.

La road map: il calendario del Piano

Il 4 agosto è stato presentato in Campidoglio il piano e si è proceduto con la firma dell’ordinanza di approvazione della proposta e la pubblicazione del Piano sul sito del Comune di Roma.

Il secondo step avverrà il 12 agosto con la firma dell’ordinanza commissariale di approvazione del documento di Vas (Valutazione ambientale strategica) e l’avvio della procedura di consultazione pubblica. Verrà firmata anche l’ordinanza per il supporto da parte della Città Metropolitana alle attività del Commissario Straordinario. Il termine ultimo per le osservazioni è fissato per il 30 settembre.

Dal 30 settembre al 15 ottobre, poi, sarà la volta della revisione delle osservazioni.

Il 15 ottobre, quindi, sarà approvato il piano definitivo e saranno pubblicate le procedure di gara, per le manifestazioni di interesse di chi si vorrà candidare a realizzare gli impianti.

«È una svolta profonda per la nostra città, che realizzeremo con grande attenzione all’ascolto e al confronto e con il massimo impegno»: sono le parole di Gualtieri, condivise con i cittadini tramite un post su Facebook.

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